Back to the 2022 – La guerra attraverso le fake news

Siamo nel 2022, eppure, dalle immagini a cui stiamo assistendo in questi giorni, sembra di essere tornati nel passato. A segnare la divulgazione delle notizie in maniera differente, oltre alla presenza h24 dei media, è il ruolo dei social media, arma a doppio taglio e veicolo perfetto per le fake news.

Social media, fake news e cyber attacchi (qui trovi l’articolo in cui parliamo di Anonymous), stanno giocando un ruolo importantissimo, motivo per cui Vladimir Putin ha deciso di bloccare l’utilizzo di Facebook e Twitter in Russia. Non solo i social, come si legge da Adnkronos, infatti, la Russia avrebbe oscurato “il sito della Bbc, accusata di diffondere fake news relative alla guerra con l’Ucraina”. L’organismo di controllo russo sulle comunicazioni ha bloccato “l’accesso a diversi siti di informazione stranieri, tra i quali la tedesca Deutsche Welle, accusandoli di diffondere “notizie false” sulla guerra in Ucraina. La misura interessa anche Voice of America, Radio Free Europe/Radio Liberty, riporta l’agenzia Interfax”.

Ovviamente non manca la risposta della Bbc: “continueremo i nostri sforzi per rendere Bbc news disponibile in Russia e nel resto del mondo. L’accesso ad informazioni accurate ed indipendenti sono un diritto umano fondamentale che non può essere negato al popolo russo“.

Le fake news diventate virali e le smentite

Ormai lo abbiamo imparato, chi meglio della pandemia ci ha insegnato il potere della divulgazione delle notizie tramite i canali social, quello che però ancora risulta difficoltoso è scindere quelle informazioni false che, oltre a non apportare nulla di buono e costruttivo, sono anche relativamente pericolose.

Dalla Corea del Nord che interviene a favore del Cremlino alle bandiere russe su edifici governativi ucraini fino all’invasione americana della Russia, insomma le fake news di questi giorni sono tante.

Quel che è certo è che nel 2022, la propaganda è un’arma in più. Le fake news più fantasiose vedono appunto Kim Jong-Un inviare le sue truppe in Russia, coinvolgimento mai confermato dal dittatore coreano. Ovviamente non poteva mancare il fronte americano: una fonte circolata in Portogallo dava certo invece il coinvolgimento dell’America, informazione smentita da entrambe le parti. C’è stata poi la notizia della leva obbligatoria e le immagini ritoccate.

Le due guerre in atto

Come riporta Adnkronos, “In Ucraina in questo momento si stanno combattendo due guerre: una con le armi tradizionali e l’altra a colpi di fake news. La disinformazione ha assunto un ruolo di primo piano in questo nuovo conflitto. Tutto sembra spettacolo. I russi vestiti da ucraini, e le vittime soltanto numeri non esseri umani”. Queste le affermazioni di Francesco Pira, professore associato di sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Messina e Presidente dell’Osservatorio Nazionale sulle fake news di Confassociazioni, che da anni studia il fenomeno della disinformazione.

La situazione appare completamente differente, come afferma Pira, infatti, “Rispetto alle guerre più recenti assistiamo ad una situazione totalmente diversa – veicolata da mezzi differenti con – La costante disintermediazione assicurata dai tanti video pubblicati da cittadine e cittadini ucraini che dalle loro abitazioni documentano, su invito del Governo, quanto sta accadendo in questo momento di invasione russa”. Insomma, le nuove tecnologie, secondo Pira, starebbero in qualche modo “agevolando il lavoro dei tanti inviati, provenienti da tutte le parti del mondo, presenti nelle zone di guerra”, afferma. Gli stessi inviati però “ogni giorno devono dribblare decine di fake news diffuse per controinformare l’opinione pubblica su verità che in realtà sono soltanto pseudonotizie verosimili perché narrate per ingannare gli abitanti delle città invase”.

La legge contro le fake news sull’esercito

Dopo quasi di 10 giorni dallo scoppio della guerra, arriva la stretta sull’informazione da parte del Cremlino. Per stringere la morsa ancora di più sui giornalisti, il presidente Vladimir Putin ha voluto una legge che modifica il Codice penale per contenere la diffusione di fake news sulle operazioni dell’esercito.

Il presidente russo avrebbe infatti firmato la legge che introduce pene fino a 15 anni di carcere per la diffusione di fake news sulle operazioni dell’esercito russo. Prima di questa decisione, la legge che modificava il Codice penale era stata approvata all’unanimità dalla Duma. Dopo che la notizia è stata diffusa, inoltre, la radio liberale Echo di Mosca ha annunciato la sua chiusura, seguita dalla tv Dozhd che ha sospeso l’attività. Secondo Roskomnadzor, la decisione viene motivata dal fatto che “deliberatamente diffondevano false informazioni sul personale militare russo“.

La chiusura di Twitter e Facebook

Come riporta Adnkronos, nella giornata di ieri la Russia ha bloccato l’utilizzo di Facebook e Twitter. “Mosca, in guerra con l’Ucraina, spegne i social in patria. Roskomnadzor, l’autorità russa dei media, ha deciso di bloccare in Russia l’accesso alla rete di Facebook e successivamente adotta lo stesso provvedimento anche per Twitter” Da ottobre 2020, riferisce Roskomnadzor in relazione a Facebook, “sono stati registrati 26 casi di discriminazione contro i media russi e le risorse informative da parte di Facebook”.

Solo pochi giorni prima, le autorità avevano vietato l’uso della parola “invasione” per l’operazione militare in corso. “Putin e il suo apparato sono in guerra e si presuppone che i media debbano seguirlo“, ha spiegato Christopher Resch, addetto stampa di Reporters sans frontières a Berlino a RaiNews.

Le fake news arrivano anche in Italia

Ovviamente le notizie false non potevano non arrivare anche nel nostro paese, e in questi giorni si sta diffondendo un audio Whatsapp che invita la popolazione italiana a fare scorta di cibo in vista di uno svuotamento generale dei supermercati.

Dalla prossima settimana i supermercati italiani saranno tutti vuoti, quindi è meglio fare scorte quanto prima di prodotti di prima necessità e alimenti a lunga conservazione”, questo è quanto si sente dall’audio, registrato da una donna con accento napoletano. “Raga per la prossima settimana potrebbe esserci il rischio che nei supermercati non ci sia nulla. Stanno scioperando gli autotrasportatori e la merce non arriva più“, si sente.

Difendersi dalle fake news è possibile, grazie anche ad alcune informazioni divulgate dalla International Federation of Library Associations and Institutions (IFLA). È importante considerare la fonte, il sito di pubblicazione e i contatti. Si può approfondire cercando l’autore dell’articolo, senza fermarsi alla sola lettura del titolo (spesso clickbait). Inoltre, è consigliato controllare le fonti di supporto e i link all’interno dell’articolo. Infine, controllare sempre la data e verificare i preconcetti e come questi influenzino il giudizio (a volte crediamo in quello che vorremmo sentirci dire).

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