Si complica la vita dei “tombaroli”. C’è il sì unanime della Camera per i reati contro il Patrimonio culturale

Niente più tombaroli?

Ci sono voluti parecchi anni, ma finalmente è stata varata una legge contro i reati di saccheggio, furto e vandalismo sui beni culturali. Ci aveva già provato Francesco Rutelli tra il 2006 e il 2008, quando era Ministro della Cultura, poi nella scorsa legislatura era nato il provvedimento varato da Andrea Orlando, allora Ministro della Giustizia, e da Dario Franceschini, allora come oggi Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Il provvedimento è stato finalmente approvato al Senato il 14 dicembre 2021 e il 3 marzo 2022 alla Camera, con 381 voti a favore, nessun contrario e tre astenuti. La proposta di legge “Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale” viene attuata subito dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. La legge inserisce nel codice penale un nuovo titolo, dedicato ai delitti contro il patrimonio culturale, composto da 17 nuovi articoli, con i quali punisce, con pene più severe rispetto a quelle previste per i corrispondenti delitti semplici, il furto, l’appropriazione indebita, la ricettazione, il riciclaggio e l’autoriciclaggio e il danneggiamento che abbiano ad oggetto beni culturali. I tombaroli, delinquenti che rubano beni antichi per poi rivenderli o collezionarli, non dovrebbero avere più vita facile.

Franceschini: “Una giornata storica”

“Una giornata storica – ha commentato il Ministro della Cultura, Dario Franceschini – un grande passo avanti nella tutela e nella protezione del patrimonio culturale e nella lotta al traffico illecito di opere d’arte. Il Parlamento ha approvato definitivamente una legge attesa da anni che ribadisce la centralità della cultura nelle scelte politiche italiane, indipendentemente dagli schieramenti. Siamo una super potenza culturale e con questa legge stiamo indicando la strada, anche dando attuazione alla Convenzione di Nicosia”. “Un passo avanti nella tutela del patrimonio d’arte” gli ha fatto eco Andrea Orlando, attualmente ministro del Lavoro.

I nuovi reati introdotti

La legge introduce nuovi reati, tra cui quello di “furto di bene culturale”, che verrà punito con la detenzione da 2 a 6 anni e con una multa da 927 a 1.500 euro. Un altro nuovo reato è quello di “illecita detenzione” di bene culturale, che invece comporta la reclusione fino ad 8 anni e multe fino a 20 mila euro, per colpire chi compra un’opera sapendo che la sua provenienza è illecita.

Inasprite le pene

Vengono innalzate poi le pene già vigenti, dando attuazione ai principi costituzionali secondo cui il patrimonio culturale e paesaggistico necessita di una tutela maggiore rispetto a quella offerta alla proprietà privata. Sarà un reato vendere un bene senza autorizzazione, importare senza permesso e tanto più esportare senza l’approvazione dello Stato. L’importazione illecita di beni culturali comporterà la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 258 a 5.165 euro. Chi trasferisce all’estero beni culturali, cose di interesse artistico, storico, archeologico, etnoantropologico, bibliografico, documentale o archivistico o altre cose oggetto di specifiche disposizioni di tutela potrà ricevere una pena da 2 a 8 anni di reclusione e una multa fino a 80.000 euro. Il riciclaggio di beni culturali viene poi punito con la reclusione da 5 a 14 anni e con la multa da 6.000 a 30.000 euro. L’autoriciclaggio di beni culturali, invece, viene sanzionato con la reclusione da 3 a 10 anni e con la multa da 6.000 a 30.000 euro. La severità colpisce anche i falsari, gli autori di false perizie e chi questi falsi li mette in commercio con la reclusione da 1 a 4 anni. Verrà punito anche il possesso ingiustificato di strumenti per il sondaggio del terreno o di apparecchiature per la rilevazione dei metalli in aree archeologiche. Nessuno potrà andare con i metal detector a fare rilevazioni senza permesso. Aggravanti anche per le devastazioni e saccheggi quando questi colpiscono arte, paesaggio, musei, aree archeologiche o paesaggistiche. Chi imbratta o rovina una fontana o un monumento, magari perché ubriaco, rischia ora fino a 3 anni di carcere, oltre a una multa fino a 10mila euro.

Rafforzati gli strumenti d’indagine

Gli inquirenti si potranno avvalere di nuovi strumenti d’indagine, come l’intercettazione, per i reati con il patrimonio culturale. Un’importante novità, che darà filo da torcere, si spera, alla criminalità organizzata che con il traffico d’arte si arricchisce. Saranno inoltre possibili arresti in flagranza e processi per direttissima.

Si tratta di una legge importante affinché l’immenso Patrimonio culturale italiano resti intatto e a disposizione di tutti.

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