Una petroliera appartenente ad una società con sede a Singapore, di proprietà del miliardario israeliano Idam Ofer, è stata colpita da un drone mentre si trovava al largo della costa dell’Oman. La petroliera è la Pacific Zircon, battente bandiera liberiana, attaccata la scorsa notte mentre stava navigando a circa 240 chilometri dalla costa omanita. Secondo le prime notizie, l’ordigno non ha provocato danni all’equipaggio, né causato perdite del petrolio trasportato. Vengono solo segnalati ”alcuni danni minori allo scafo della nave, ma nessuna fuoriuscita di carico o infiltrazioni d’acqua”. Secondo un funzionario israeliano, citato a condizione dell’anonimato dall’Ap, la Pacific Zircon sarebbe stata colpita da un Shahed-136, un drone di fabbricazione iraniana (dello stesso tipo di quelli forniti alla Russia, che li sta utilizzando in Ucraina). Una ”firma” che induce gli analisti a pensare che dietro l’attacco ci possa essere l’Iran. Alla notizia dell’attacco i prezzi del petrolio (un mercato tradizionalmente molto sensibile agli eventi che maturano nella regione mediorientale) sono leggermente saliti. Non è la prima volta che navi in qualche modo riconducibili a Israele subiscono attacchi nel mare Arabico, mentre le tensioni che ci sono tra lo Stato ebraico e l’Iran vanno avanti da molti anni. Sempre al largo dell’Oman, due anni fa, un’altra petroliera associata a Israele, la Mercer Street, fu attaccata da droni, che causarono la morte di due membri dell’equipaggio.
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