L’arrivo dell’estate segnala anche l’inizio delle meritate vacanze.
Trovarsi in un contesto completamente diverso da quello quotidiano può suscitare preoccupazioni e ansie quando vi è la presenza dei più piccoli. L’obiettivo principale delle famiglie, al fine di condurre una vacanza serena, è quella di pensare alla sicurezza di bambini.
Capire come intervenire in caso di emergenze e urgenze è importantissimo. Il pediatra Alberto Ferrando nel suo libro “Primo soccorso pediatrico”, Edizioni Lswr, autore del seguitissimo blog www.ferrandoalberto.blogspot.it., ci fornisce consigli utili da mettere subito in pratica, a seconda anche della gravità degli eventi.
Le principali emergenze in vacanza
“Primo soccorso pediatrico” è un manuale di semplice consultazione che può essere molto d’aiuto ai genitori e ai caregiver per fronteggiare qualsiasi tipo di imprevisto durante le vacanze. Scopriamo insieme al pediatra Ferrando quali possono essere le principali emergenze durante le vacanze estive e come fronteggiarle efficacemente.
– Annegamento
Gli annegamenti e i semi-annegamenti sono eventi molto gravi. Le persone a maggior rischio di annegamento sono i bambini, le persone di sesso maschile e gli individui che sono più spesso a contatto con l’acqua. La mancanza di sorveglianza da parte degli adulti è il principale fattore favorente gli incidenti di annegamento dei bambini.
È fondamentale sapere che chi sta annegando non grida per chiamare aiuto né agita le braccia.
Il bambino più piccolo, sotto ai 6 anni, quando immerso nell’acqua non riesce a sollevare bene la testa perché è più pesante rispetto al corpo. Per questo assume un galleggiamento in posizione prona con il volto immerso. Il bambino di età superiore ai 6 anni tende invece ad avere un galleggiamento verticale e con le braccia allargate batte sull’acqua (potrebbe dare l’idea di giocare).
Cosa fare
L’evento deve essere trattato come un qualsiasi caso di arresto cardiaco. Si deve chiamare il prima possibile il 118/112 e procedere secondo le indicazioni BLS (Basic Life Support, illustrate nel Manuale). Inoltre:
• se la vittima respira metterla nella posizione laterale di sicurezza. La posizione laterale di sicurezza non si adotta in caso di trauma cranico/cervicale (per esempio la vittima ha eseguito un tuffo); in questo caso è meglio tenere sempre la colonna cervicale in asse rispetto al busto.
• se la vittima non respira eseguire il massaggio cardiaco e le respirazioni precedute da 5 ventilazioni.
• sarebbe meglio far uscire la vittima dall’acqua in posizione orizzontale (sollevarlo in verticale può causare, se non è ancora in arresto cardiaco, una grave ipotensione se non l’arresto cardiaco stesso). • chi non è impegnato nella rianimazione può pensare a togliere i vestiti bagnati e coprire con molte coperte per prevenire le gravi ipotermie conseguenti alla lunga immobilità in acqua.
Cosa non fare
Non tentare di far uscire l’acqua dai polmoni con i metodi usati in passato (tipo i movimenti di innalzamento e abbassamento delle braccia, come si vede anche in alcuni film): è inutile poiché gli annegati non hanno molta acqua nei polmoni (vi è un riflesso di laringospasmo che blocca l’aspirazione di acqua) e perché questo intervento può far perdere tempo prezioso di rianimazione e può scatenare il vomito.
– Ustioni da raggi solari
L’esposizione al sole senza un’adeguata protezione causa facilmente un eritema superficiale doloroso e, nei casi più seri, l’insorgenza di vesciche. I segni più comuni sono l’arrossamento della pelle, che compare dopo alcune ore dall’esposizione. La pelle diventa dolorosa al minimo contatto e nei casi più seri si presenta gonfia, con formazione di bolle. Possono comparire disturbi generali fino ad arrivare al “colpo di sole”: malessere generale, febbre, mal di testa.
Cosa fare
• Ripararsi all’ombra e bere in abbondanza.
• Se la scottatura è lieve, applicare impacchi di acqua fresca o tiepida (non troppo fredda) per alleviare il dolore e, successivamente, utilizzare pomate “lenitive”.
• Se la scottatura è seria, si dovrà ricorrere all’aiuto di un medico; se il dolore è molto intenso si può far ricorso a semplici analgesici.
• Ricorrere alle cure mediche se subentra nel bambino uno stato di malessere generale.
Cosa non fare
Non esporre il bambino al sole dopo l’applicazione di pomate medicinali.
– Colpo di calore, colpo di sole e collasso da calore
Queste situazioni sono determinate da fattori diversi.
Il colpo di calore è causato da una temperatura esterna particolarmente elevata, scarsa ventilazione e alto tasso di umidità. Si può qui verificare non solo all’aperto, ma anche all’interno di un abitacolo di una macchina esposta al sole. È sufficiente una temperatura sui 30-35 °C con alto tasso di umidità, superiore al 60-70%, per determinare un colpo di calore che, paradossalmente, può non verificarsi con temperature anche più elevate ma in assenza di umidità, come nel deserto.
Il colpo di sole è provocato da diretta esposizione ai raggi solari per un lungo periodo senza un’adeguata copertura della testa. Caratteristica del colpo di sole, rispetto a quello di calore, è la scottatura di I e II grado e conseguente eritema.
Il collasso da calore avviene in seguito a un’eccessiva perdita di acqua e sali, tale da determinare una vera e propria disidratazione. Questa perdita può essere facilitata e accentuata dalla presenza di diarrea. Può essere la conseguenza di un’esposizione a una temperatura ambientale eccessiva o di uno sforzo fisico intenso e prolungato in clima temperato.
Per evitare colpi di calore e collassi da calore:
• Evitare di uscire nelle ore più calde della giornata.
• Soggiornare in locali climatizzati o utilizzare dei ventilatori.
• Non forzare i bimbi a mangiare troppo, ma offrire molta frutta e bevande.
• Rinfrescare il corpo con bagni e docce.
• Non affrontare viaggi in auto senza aria condizionata, nelle ore più calde, soprattutto, nei periodi di maggior traffico. Utilizzare sempre l’aria condizionata in auto con moderazione.
• In viaggio portare con sé delle bevande.
Per evitare colpi di sole:
• Coprire il capo del bimbo con un cappellino, anche con il cielo coperto da nuvole.
• Far indossare al bambino indumenti leggeri (preferibilmente di lino o cotone), che permettano una maggiore traspirazione.
• Preferire vestiti dai colori chiari che respingono i raggi solari.
• Esporre il bambino sempre con prudenza e solo dopo l’anno di vita al sole diretto e solamente nelle prime ore del mattino o nel tardo pomeriggio.
Cosa fare
Colpo di calore o colpo di sole
Chiamare subito il 118/112; nel frattempo:
• Spostare il bambino in un luogo fresco, possibilmente ventilato
• Far sdraiare il bambino sulla schiena con le gambe leggermente sollevate.
• Per abbassare la temperatura, se possibile far stare il soggetto in un ambiente con aria condizionata o con un ventilatore.
• Avvolgere il bambino in un telo freddo e umido per ridurre gradualmente la temperatura. In alternativa, fare spugnature con acqua fresca su polsi, fronte, collo, inguine.
• Porre una borsa di ghiaccio sul capo del bambino.
• Integrare i liquidi persi dando da bere acqua o bevande saline.
Collasso da calore
• Spostare il bambino in un luogo fresco, possibilmente ventilato.
• Far sdraiare il bambino con le gambe leggermente sollevate.
• Utilizzare un ventilatore per favorire l’evaporazione della pelle bagnata o, se possibile, far stare il soggetto in un ambiente con aria condizionata.
• Porre una borsa di ghiaccio sul capo del bambino.
• Integrare i liquidi persi dando da bere acqua o bevande con sali minerali.
Cosa non fare
In caso di colpo di calore, colpo di sole e collasso da calore
• Non posizionare il bambino seduto.
• Non somministrare bevande fredde né antipiretici
– Lesioni da animali marini
Animali marini molto comuni possono causare con il contatto lesioni cutanee, e a volte reazioni generali, molto fastidiose. Vediamone 2 tra i più comuni.
Meduse
Cosa fare
•Tranquillizzare il bambino. Il dolore e lo stress possono agitarlo con conseguente attività muscolare che facilita la diffusione della tossina.
• Lavare la ferita con acqua di mare, molto calda a 40° C, fino a sopportazione. (La tossina della medusa è termolabile a una temperatura di 50 °C, ma tale temperatura può causare ustioni).
• Se vi sono ancora dei residui della medusa sulla pelle, non usare le mani nude per toglierli. Utilizzare delle pinze, un legnetto o una carta di credito o simili.
• Applicare un impacco sulla zona lesionata (10-15 minuti) di aceto, eventualmente diluito al 50% con acqua di mare tiepido-calda.
• Applicare un gel al cloruro di alluminio.
• Tenere la parte urticata all’ombra.
• Spalmare una crema cortisonica.
• La doccia può essere fatta solo dopo che sono state messe in atto tutte le precedenti manovre
Cosa non fare
• Non usare acqua dolce o ghiaccio perché potrebbero favorire l’apertura delle sacche urticanti della medusa (nematocisti) ancora presenti sulla pelle.
• Non strofinare con sabbia né utilizzare ammoniaca.
Ricci di mare
Cosa fare
• Per alleviare il dolore locale possono essere utili spugnature calde, alle temperature massime tollerabili.
• È importante poi rimuovere le spine e le “pedicellarie” per evitare l’infezione e l’insorgenza di ascessi: rimuovere i frammenti non è facile e bisogna operare con tranquillità e calma ma senza aspettare troppo tempo, utilizzando delle pinzette per estrarre le estremità sporgenti degli aculei facendo attenzione in quanto sono molto fragili e si rompono facilmente.
• Se non si riescono a togliere con la pinzetta si può usare della ceretta calda, soprattutto se sono particolarmente profonde.
• Utile, a domicilio, tenere la ferita in ammollo con acqua alla massima temperatura tollerabile. Dopo l’ammollo provare a togliere le spine residue e disinfettare la ferita.
• Recarsi al Pronto Soccorso se presenti segni di malessere generale o se le spine sono molto in profondità. Nel caso in cui le spine siano infisse profondamente, specialmente in prossimità delle piccole articolazioni delle mani o dei piedi, può essere necessaria la rimozione chirurgica.
Cosa non fare
• Non applicare ghiaccio.
• Non fasciare la ferita né spalmare prodotti antistaminici o cortisonici