In arrivo il prossimo 2 ottobre nelle sale italiane, il sequel di Joker è stato presentato a Venezia lo scorso 4 settembre. Il musical, però, non ha convinto nè pubblico nè critica
Scrivere il secondo capitolo di un film di successo non è un’impresa facile. Nel corso del tempo, infatti, sono pochi i sequel che hanno funzionato, sia in termini di incassi che di critica. Si può citare L’impero colpisce ancora dall’universo di Star Wars, oppure la parte due di Ritorno al futuro. Gli anni ’80, però, hanno rappresentato l’epoca dopo per il cinema americano nel mondo. Oggi le cose – soprattutto nell’epoca dello streaming selvaggio ma a pagamento – hanno preso una piega assai diversa e inaspettata. Per questo motivo, non è facile scrivere un sequel con un’ottica del genere. Alcuni riescono a convincere, altri sono un completo spreco di tempo. Ciò che è accaduto a Joker: Folie à Deux – sequel del film uscito nelle sale nel 2019 – è ambivalente. Alla luce dell’incredibile successo che ha ottenuto ben 5 anni fa, dopo che ha vinto il Leone d’oro alla 76esima edizione del Festival del cinema di Venezia e dopo i suoi due Golden Globe e i due premi Oscar, era impossibile non pensare a un sequel di Joker. Todd Phillips, quindi, è tornato a raccontare la genesi di uno tra i villain più iconici della DC Comics, portando sul grande schermo un Joker umano ma folle e macchiettistico. Purtroppo, però, nonostante le buone intenzioni, il film è una grande occasione mancata.
Joker incontra Harley Quinn in un musical vuoto e scarno
Non è il classico cine-comics, e questo lo si era intuito fin dal primo momento. Il progetto di dare voce al personaggio di Joker è nato proprio con la voglia di esulare dai soliti stilemi e raccontare una orgin story diversa dal solito, più introspettiva e meno spettacolare (dal punto di vista degli effetti speciali). La miscela ha funzionato, almeno all’inizio. Nel sequel, invece, tutte le buone intenzioni sono state vane. La storia riprende il filo lì dove si era interrotta alla fine del primo film. Ora troviamo Arthur Fleck in un manicomio criminale e alle soglie di un processo epocale. Sta scontando la sua pena e, allo stesso tempo, si trova a combattere i fantasmi del suo passato. Qui resta ammaliato dalla bellissima (e folle anche lei) Harley Quinn. La donna entra nella vita di Arthur e gioca con le sue stesse debolezze. L’uomo da tempo è in conflitto con il lato oscuro del suo cuore e Harley Quinn riesce a far emergere tutta la follia di Joker. Ma tutto questo non basta. Al processo e poco dopo le arringhe finali si scatena il caos. Arthur capisce di aver sbagliato e di voler rimediare ai suoi errori ma per un cattivo come lui non c’è possibilità di redenzione. Il tutto viene servito attraverso una regia etera, dark e poco incisiva, e la storia viene raccontata attraverso un musical opaco che convince ma non stupisce.
Lady Gaga non regala appeal al film
Joaquin Phoenix torna a indossare i panni di Joker e, anche questa volta, si conferma un attore di grande livello, capace di interpretare un personaggio complesso e pieno di sfumature con una tale disinvoltura che è impossibile restare impassibili davanti alla sua bravura. Nel sequel è affiancato da Lady Gaga che presta il volto alla mitica Harley Quinn. La storica amante di Joker, già rappresentata nell’omonimo film di James Gunn (e interpretata da Margot Robbie), qui appare come una donna calcolatrice, disposta a tutto pur di raggiungere il suo scopo. E sì, anche se la Lady Germotta convince sia come attrice e come cantante (il film è costruito come un lungo concerto), neanche il suo appeal riesce a risollevare le sorti del lungometraggio. È proprio una grande occasione sprecata perché non si sofferma, in particolare, su nessun tema in particolare. Tanto è vero che la parte musical non aderisce alla narrazione e la stessa narrazione è poco incisiva e per nulla esaltante. Perché non si è approfondito l’impatto di Joker sulla società attutale? Perché il racconto non si è focalizzato sul passato del personaggio di Arthur, preferendo di pennellare un personaggio vittima dei suoi stessi errori? Domande che non trovano risposta, purtroppo.
Buona l’idea ma pessima è la release finale
Che sia un film interessante, è impossibile non ammetterlo. Trasformare un cinecomic in un musical è stato un vero e proprio colpo di genio. Peccato che il sequel di Joker non ha bucato lo schermo come è successo per il precedente, dando agio alla parte cantata di prendere il sopravvento e di impedire alla narrazione di muoversi agilmente nella cornice del racconto senza dare spazio ai personaggi e impedendo al plot di implodere. Presentato nella cornice veneziana, il film ha creato scompiglio proprio perché non ha regalato le emozioni (vere e sincere) che il pubblico si aspettava.