Oncofood, cosa mangiare se si seguono terapie per curare il cancro. Intervista alla Dottoressa Rachele Aspesi

Anche se mancano ancora prove scientifiche definitive per stabilire se la dieta sia in grado di incidere in modo diretto sull’evoluzione del tumore

Sappiamo che il cambiamento delle proprie abitudini alimentari, attuato ancora prima dell’inizio delle terapie e continuato durante il trattamento, può attenuare o risolvere vari disturbi gastrointestinali che accompagnano spesso il percorso verso la guarigione.

Per trattare nel dettaglio l’argomento abbiamo consultato la Dottoressa Rachele Aspesi, farmacista specializzata in Nutrizione e Dietetica Applicata, autrice del volume “La dieta anti-cancro esiste? La prevenzione a tavola tra verità e scienza – Con le ricette della salute” (Edizioni Lswr) e curatrice del blog  http://nutrirelasalute.farmacista33.it/

Dottoressa Aspesi, cosa non deve mancare nella dispensa di un malato oncologico?
Questa è la fase in cui è indispensabile controllare l’introito adeguato di nutrienti per garantire di non incappare in carenze nutrizionali o errati bilanciamenti. Sicuramente in questa fase occorre risolvere condizioni di malnutrizione molto avanzate, in cui il rischio di sarcopenia del paziente è dietro l’angolo.

Chi segue cure oncologiche rischia di soffrire di disturbi gastrici come vomito e nausea. Come combattere questi disturbi a tavola?

Il piatto della salute che vi propongo, secondo le indicazioni della World Cancer Research Fund e in base alle caratteristiche della nostra dieta mediterranea, prevede la presenza di tre componenti volumetricamente simili e sono ortaggi, verdure, cereali integrali e proteine sane. Per attuare le combinazioni alimentari corrette, si consiglia un menù che preveda la composizione adeguata del monopiatto e, in particolare, ricordiamoci di preferire il consumo di frutta lontano dai pasti o almeno mezz’ora prima, meglio se a colazione o negli spuntini. Occorre provare a utilizzare una porzione di verdure crude a inizio pasto, seguite dal monopiatto composto da cereali integrali, proteine nobili e verdure cotte. Fa tanto abbinare proteine vegetali a carboidrati integrali per ridurre l’effetto di digestione lenta che, purtroppo, alcune proteine animali potrebbero creare, generando fenomeni fermentativi fastidiosi. Ricordiamoci che i legumi si digeriscono e si assimilano molto bene se preceduti da insalate crude e accompagnati da verdure verdi cotte per poco tempo; sono, inoltre, più digeribili quanto più sono piccoli, come lenticchie e azuki.

La soluzione maggiormente consigliata per contrastare nausea e vomito, soprattutto a ridosso dei giorni di terapia, è mangiare poco e spesso, spezzando i tre pasti principali in circa 6 spuntini al giorno.  Inoltre utile è  evitare i piatti troppo elaborati o pesanti e i cibi con sapori e odori molti forti.

Come contrastare invece astenia e stanchezza?

Quando dormire non basta per ricaricare le pile e le normali attività quotidiane appaiono come ostacoli insormontabili, in gergo si parla di fatigue, una sorta di malattia nella malattia. Il consiglio è di puntare su cibi integrali, legumi, fibre con un po’ di olio extravergine di oliva, che aiutano a mantenere livelli di energia più stabili nel tempo.

Qual è la merenda ideale?

Per fare una merenda veloce e leggera si può optare per una porzione di frutta fresca accompagnata da piccole porzioni di frutta essiccata o secca come noci, mandorle o anacardi che, contenendo una buona dose di magnesio, aiutano a combattere la fatigue.

Cosa deve esserci nelle nostre dispense, per fare sempre prevenzione?
Ci sono diversi alimenti che non devono mai mancare, eccone tre. In primis il riso integrale Dal punto di vista nutrizionale è una buona fonte di vitamine del gruppo B, alleate del buon funzionamento del metabolismo, di potassio amico della salute cardiovascolare, di calcio e fosforo utili per la salute di ossa e denti, di rame e ferro necessari per la produzione di globuli rossi e di selenio, minerale necessario per il buon funzionamento delle difese antiossidanti naturali dell’organismo. Seguono i frutti di bosco che rappresentano una fonte ineguagliabile di polifenoli dall’accertato effetto antitumorale. Lo ribadiscono molti studi, a partire da una famosa ricerca statunitense, apparsa già nel 2009 sulla rivista dell’American Association for Cancer Research, che ha dimostrato l’utilità di una specie di lamponi neri, simili alle more, diffusi soprattutto nell’America settentrionale con spiccata azione antitumorale, contribuendo in modo significativo alla diminuzione del rischio di numerose forme neoplastiche. Infine il lino  che negli ultimi anni ha assunto un ruolo speciale negli studi in ambito oncologico per il suo contenuto preziosissimo di acidi grassi essenziali della serie Omega-3.