La recente pubblicazione dei dati Istat ha rivelato un aumento della pressione fiscale in Italia, che ha raggiunto il 42,6% del Pil nel 2024, il livello più alto dal 2021. Questo dato ha suscitato un acceso dibattito politico e mediatico, mettendo in difficoltà il governo guidato da Giorgia Meloni. La presidente del Consiglio ha cercato di spiegare l’aumento della pressione fiscale attribuendolo a un incremento dell’occupazione, ma questa spiegazione non sembra reggere alla prova dei numeri.
Giorgia Meloni ha dichiarato che l’aumento della pressione fiscale è dovuto al fatto che “c’è più gente che lavora”, il che avrebbe allargato la base imponibile e aumentato le entrate fiscali senza un effettivo aumento delle tasse. Tuttavia, questa spiegazione è stata contestata da diversi economisti e politici, che hanno evidenziato come il ragionamento della premier sia fallace.
Secondo gli esperti, l’aumento della pressione fiscale è in realtà dovuto a un fenomeno noto come “fiscal drag” o “bracket creep”. Questo accade quando l’inflazione spinge i redditi nominali verso scaglioni fiscali più alti, aumentando così l’ammontare delle imposte pagate dai contribuenti senza un reale aumento del loro potere d’acquisto. Nel 2024, l’inflazione ha colpito duramente, portando a un aumento degli stipendi nominali e, di conseguenza, a un incremento delle entrate fiscali.
Un altro fattore che ha contribuito all’aumento della pressione fiscale è la crescita delle entrate fiscali e contributive, che nel 2024 sono aumentate del 5,7%, superando la crescita del Pil, che è stata del 2,9%⁽¹⁾. Questo incremento è stato determinato da un aumento delle imposte dirette (come Irpef e Ires) e indirette (come Iva e Irap), nonché dei contributi sociali.
Le opposizioni hanno criticato duramente il governo, accusandolo di aver aumentato il carico fiscale sui cittadini e sulle imprese. Il deputato Luigi Marattin ha spiegato che l’aumento della pressione fiscale non può essere attribuito all’incremento dell’occupazione, poiché quando aumenta l’occupazione, aumenta anche il Pil, il che dovrebbe ridurre la pressione fiscale
L’aumento della pressione fiscale rappresenta un dato imbarazzante per il governo Meloni, che ha fatto della riduzione delle tasse una delle sue priorità. La spiegazione fornita dalla presidente del Consiglio non regge alla prova dei numeri e delle analisi economiche, sollevando interrogativi sulla gestione delle politiche fiscali e sulla capacità del governo di mantenere le promesse fatte agli elettori. Mentre il dibattito continua, resta da vedere quali misure verranno adottate per affrontare questa sfida e garantire un equilibrio tra entrate fiscali e crescita economica.

