Riconoscimento del vaccino eseguito all’estero e Green Pass per i residenti iscritti all’AIRE ma anche per chi si trovava all’estero ed ha avuto accesso a programmi di immunizzazione in loco.
Sono argomenti e necessità che interessano molti italiani in Kenya e in generale nell’Africa Sub sahariana, dove la sicurezza sanitaria ha sicuramente parametri diversi (vedi scandalo delle dosi “annacquate” ugandesi e dei certificati falsi a Nairobi) ma è anche facile da verificare, appurando nei singoli la presenza di anticorpi con eventuali ulteriori analisi.
Per dare eguale dignità e possibilità agli italiani che vivono, lavorano o spendono buona parte del loro anno nei paesi dell’area extra-schengen, quattro deputati del Partito Democratico hanno presentato un’interrogazione parlamentare.
“Sono migliaia i cittadini italiani all’estero e i loro famigliari, iscritti all’AIRE o meno, immunizzati in altri Paesi, extra Ue, con vaccini riconosciuti dall’autorità sanitaria nazionale e da quella dell’UE (Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson&Johnson), che stanno rientrando in Italia – si legge nel comunicato a firma Angela Schirò, Francesca La Marca, Lia Quartapelle e Filippo Sensi – Numerosi sono anche i connazionali che tornano dopo aver ricevuto la prima dose di un vaccino nei paesi di residenza e che, una volta rientrati in Italia, chiedono di poter fare il richiamo. La maggiore preoccupazione di questi connazionali è quella di non riuscire ad ottenere la Certificazione verde Covid-19 che, sempre di più, consentirà l’accesso ai servizi e alle attività individuati dalle disposizioni vigenti. Peraltro, per rispondere a queste esigenze, una specifica procedura sarebbe stata già annunciata dalle autorità competenti e dovrebbe entrare in vigore entro la fine di luglio”.
Nell’interrogazione si chiede con quali tempi e modalità i connazionali immunizzati all’estero possano essere allineati agli altri cittadini italiani, sia nell’accedere al Green Pass, sia per l’eventuale richiamo ad una prima dose ricevuta nel paese in cui si trovavano.
Il Presidente del Movimento Associativo Italiani all’Estero (MAIE) Riccardo Antonio Merlo si spinge anche oltre: nella sua interrogazione parlamentare, chiede al Ministro della Salute Speranza quali misure intenda mettere in atto il Governo per garantire il Green Pass anche ai connazionali, residenti o meno, che rientrino in Italia con vaccini fatti in paesi stranieri.
“Oltre sei milioni di italiani sono regolarmente residenti all’estero. Stiamo parlando solo di quelli iscritti all’Aire, altrimenti il numero sarebbe maggiore. Tanti, tra loro, si sono vaccinati nei propri Paesi di residenza, utilizzando i vaccini a disposizione a livello locale” scrive Merlo.
Tra questi c’è anche il vaccino Covishield iniettato in Kenya, che altro non è che AstraZeneca prodotto su licenza dall’istituto indiano Serum.
“Vaccini che al momento non vengono riconosciuti validi dall’Unione Europea. Molti connazionali, soprattutto in questo periodo estivo, stanno tornando in Italia per andare a trovare famiglia e amici; oppure, più semplicemente rientrano nello Stivale dopo avere completato un periodo di studi o di lavoro – spiega Merlo – Per tutti loro, che si sono vaccinati oltre confine, l’Italia non prevede, ad oggi, una modalità per poter rilasciare il Green Pass, che diventerà presto fondamentale, obbligatorio, per spostamenti e attività sociali di diverso tipo”.