A Lecce, alle spalle della stazione esiste un luogo meraviglioso e irreale, soprattutto perché inserito in un contesto urbano. Superando un fiabesco e arrugginito cancello, s’incontra, nel contesto di una vecchia cava in disuso da decenni, una “foresta urbana”, curata da cittadini sensibili alle problematiche ambientali. Nel tempo questa cava di pietra leccese è stata sommersa dai rifiuti divenendo una discarica a cielo aperto, mentre oggi si è trasformata in un tesoro prezioso, ricco di orti, giardini e muri a secco. È un luogo pieno di storia in cui si organizzano passeggiate per grandi e bambini, con guide escursionistiche esperte anche in tematiche storico-archeologiche oltre che naturali. Attualmente questo luogo è una proprietà privata affidata al WWF Salento, che cerca instancabilmente di renderla fruibile ai cittadini, dopo averla letteralmente ripulita a mano. Ho avuto il piacere di intervistare il Presidente del WWF Salento, Prof. Vittorio De Vitis, riguardo alla genesi e alle interessanti attività promosse nell’ambito della Foresta Urbana.
Quando è nata l’idea di far emergere la Foresta Urbana e chi ha finanziato il progetto?
Il WWF Salento conosceva già da moltissimi anni l’esistenza della ex cava di pietra leccese, un luogo privato, dimenticato, abbandonato al degrado e divenuto purtroppo una discarica di rifiuti. Nel 2013 l’Associazione ha partecipato ad un bando di “Rigenerazione Urbana” promosso dal Comune di Lecce con fondi regionali, dove in qualità di organizzazione di volontariato abbiamo redatto un progetto articolato, dal titolo “Alla scoperta della natura in città: La Foresta Urbana”. Il progetto è arrivato primo su 66 nella graduatoria definitiva.
Cosa c’era nella cava prima del vostro lavoro?
Trasformata in una serie di orti-giardini a cavallo dei due conflitti mondiali e soprattutto dopo la seconda guerra mondiale negli anni Sessanta e Settanta è stata progressivamente abbandonata, con conseguenze molto interessanti nel bene e nel male. Gli aspetti negativi dell’abbandono riguardano ovviamente l’accumulo di rifiuti nella cava, mentre in positivo abbiamo potuto constatare il libero sviluppo e “competizione” della vegetazione, sia messa a dimora dall’uomo che giunta attraverso il vento e gli animali.
Cosa avete fatto di preciso nella cava?
Dal giugno 2014 sono iniziati i nostri lavori. Grazie al forte impegno di tutti i soci, volontari e attivisti e alla disponibilità e collaborazione dei diversi proprietari, l’Associazione ha continuato a gestirla e a occuparsene bonificando l’area dai rifiuti, realizzando “sentieri natura” per la fruizione da parte di scolaresche, visitatori e turisti, incoraggiando e sostenendo studi scientifici e culturali e di monitoraggio ambientale.
Chi sostiene oggi economicamente il progetto della foresta?
Dal 2016 la nostra Associazione gestisce la Foresta Urbana senza NESSUN aiuto pubblico e solo con l’autofinanziamento e con un contributo dal parte dei visitatori.
Come ha reagito la cittadinanza? Vi hanno dato una mano?
Sì c’è stato e c’è molto consenso e disponibilità verso questo progetto. Per quello che è possibile giovani e meno giovani si alternano per portare un aiuto concreto, dandoci una mano nella manutenzione e valorizzazione sostenibile degli spazi per la fruizione.
Che attività svolgete adesso nella Foresta? Collaborate con scuole e altri enti?
Finora sono state realizzate due tesi di Laurea dell’Università del Salento e diversi progetti laboratoriali didattico-scientifici da parte di scuole. Si sono svolti anche eventi culturali, all’interno della Foresta Urbana, come presentazione di libri, piccoli concerti, ecc., nel tentativo di valorizzare diversi aspetti storico-paesaggistici dell’area.
Che impatto ha la presenza di un polmone verde in una città?
Lecce, al pari di moltissime altre città, è fortemente carente di spazi verdi e gestiti peraltro in maniera discutibile. Un angolo di natura come la Foresta Urbana ha effetti molto, molto positivi, quali la depurazione dell’aria, la riduzione dell’inquinamento atmosferico, acustico e delle polveri sottili, gli effetti termoregolatori del clima, senza tralasciare anche la possibilità di vivere sane esperienze sensoriali. Il nostro obiettivo è, insomma, quello di continuare a offrire un modello virtuoso di gestione dal basso di uno spazio urbano (peraltro destinato coerentemente a Parco anche dagli Strumenti Urbanistici) e contribuire a ridare a questo “pezzo” di città il valore, la dignità e la bellezza che merita all’insegna dell’ecosostenibilità in tutti i campi della formazione e della cultura.