Un altro podio condiviso per Gianmarco ‘Gimbo’ Tamberi, dopo l’oro a Tokyo 2020 con il qatariota Mutaz Barshim. Nel salto in alto l’atleta italiana ha raggiunto i 2.31 e ha chiuso con un terzo posto ex aequo con il neozelandese Kerr. La sua dedica è per l’Ucraina.
Con l’oro di Marcel Jacobs nei 60 metri, sono due le medaglie vinte dall’Italia ai Mondiali di atletica indoor di Belgrado. Non accadeva dai Mondiali indoor di Barcellona 1995. Una conferma per i due campioni ori olimpici a Tokyo 2020, Marcel Jacobs, che ha vinto il primo posto nei 60 metri, e Gianmarco Tamberi.
La gara dell’azzurro
Per Gianmarco Tamberi si è trattata della prima gara dell’anno, vissuta più come un evento di passaggio verso i Mondiali all’aperto di Eugene in luglio. “Sono contentissimo di quello che sono riuscito a fare – ha commentato l’olimpionico marchigiano al termine della gara – era una sfida molto difficile, avevo saltato una sola volta in allenamento, quando di solito preparo queste gare con almeno 30 o 40 sedute di tecnica e cinque, sei, sette gare prima”. Tamberi, che non gareggiava da sei mesi, ha saltato senza problemi a 2.15 e 2.20. Il primo errore si è presentato a 2.24 ma, a 2.28, ha superato l’asta al primo tentativo. Come lui il sudcoreano Sanghyeok Woo e lo svizzero Loic Gasch, che hanno effettuato fin qui un percorso netto, e il neozelandese Hamish Kerr, che aveva commesso un errore a 2.15. Dei dodici atleti in partenza, ne restano sei a gareggiare a 2.31. Oltre a loro ci sono infatti il brasiliano Thiago Moura e il belga Thomas Carmoy. Il campione italiano, dopo una prima incertezza, piazza il salto-show alla seconda stoccata, mandando in delirio il pubblico della Stark Arena. Lo imitano al secondo tentativo Gasch, Moura e Kerr, il sudcoreano Woo al terzo, fuori invece Carmoy. A provare i 2.34 ci provano quindi in cinque, ma solo Woo riesce nell’impresa al primo colpo, ottenendo la medaglia d’oro. L’argento va allo svizzero Loic Gasch con 2,31, l’azzurro è invece terzo con la stessa misura ottenuta al secondo tentativo ma è determinante l’errore in più a 2,24. A pari merito il neozelandese Hamish Kerr. “Oggi si sono svegliati un po’ tutti gli avversari – ha detto Tamberi – però mi fa piacere, perché riuscire a prendere una medaglia in un contesto di alto livello vale molto di più che vincerla con una misura mediocre. E quest’estate ci divertiamo. Venire qui oggettivamente era una follia, che però mi piaceva e dava stimoli. Sono quelle cose strane che fanno la differenza”. Per ‘Gimbo’ è la seconda medaglia mondiale dopo il trionfo di sei anni fa a Portland, sempre al coperto. L’Italia, che è stata oro con Marcell Jacobs nei 60 metri, non vinceva due medaglie nella stessa edizione dei Mondiali indoor da Barcellona 1995.
La solidarietà all’Ucraina
Il fuoriclasse dell’atletica si è schierato contro la guerra in Ucraina nella finale del salto in alto a Belgrado. Il giorno prima della vittoria aveva fatto il tifo per l’atleta ucraina Yaroslava Mahuchikh, seguendola da bordo pista e abbracciandola alla fine della competizione che le è valsa l’oro nel salto in alto. Yaroslava Mahuchikh è scappata dal suo Paese appena è scoppiata la guerra e, con un viaggio di tre giorni, è riuscita a raggiungere Belgrado. Gianmarco Tamberi ha inoltre indossato una mascherina, nel pre gara, con i colori della bandiera ucraina ed ha gareggiato con la bandiera gialla e blu disegnata su un braccio assieme a due nomi, quelli degli atleti Bohdan Bondarenko e Andriy Protsenko, suoi amici e compagni di pedana, assenti ai Mondiali a causa del conflitto.