L’inattesa eliminazione della Germania già nella fase a gironi ha aperto, sulla stampa tedesca, il momento di un rito collettivo di ammissione di colpa, al quale forse nessuno pensava si potesse arrivare viste le premesse che avevano accompagnato la spedizione in Qatar della “Die Mannschaft”, che significa semplicemente la squadra. Per la Süddeutsche Zeitung quanto accaduto è un ”incubo invernale”, che diventa un “enorme imbarazzo” per la Bild. Più sprezzante il giudizio di Spiegel secondo cui si è toccato “nuovo punto basso” che ha rivelato ai quattro volte campioni del mondo di essersi rimpiccioliti in un “nano del calcio”. La mattina dopo che la nazionale, nonostante l’inutile vittoria sulla Costa Rica (al 34/mo posto del ranking mondiale della Fifa, rispetto all’11/mo della Germania) , è stata mandata in albergo a fare i bagagli, il mondiale del Qatar trova spazio su tutte la prime pagine. Al di là della vivisezione cui sono state sottoposte le gare che hanno determinato l’esclusione della Germania dalla fase a eliminatoria diretta (con un occhio particolare a Giappone-Spagna, con gli iberici giudicati non eccessivamente battaglieri in campo per calcoli sui futuri avversari), c’è la consapevolezza che la caratura tecnica della squadra tedesca era poco cosa. L’ex stella della Nazionale (ma anche del Bayern e del Manchester United) Bastian Schweinsteiger ha affermato che i giocatori tedeschi non sembrano avere lo stesso “ardente” desiderio di successo degli altri, menzionando esplicitamente il Costa Rica, ma apparentemente sottintendendo il proprio passato con ma maglietta bianca. Secondo lui, la DFB, la federazione calcistica tedesca, aveva bisogno di formare e produrre più Führungsspieler , cioè di “giocatori di leadership”. L’allenatore della Germania, Hansi Flick, che non ha mostrato alcuna intenzione di dimettersi, ha ammesso che le vecchie certezze un tempo legate al calcio tedesco sono svanite nel nulla. “Non abbiamo avuto efficienza in questo torneo”, ha detto. Alcuni giornali si sono dimostrati poco disponibili a trovare scuse o giustificazioni. Quanto accaduto, ha scritto Die Welt, ”non ha nulla a che fare con la sfortuna o l’incompetenza, la mancanza di concentrazione o la mancanza di brama di successo. Un 7-0, che avrebbe garantito il passaggio agli ottavi, sarebbe stato possibile. Ciò che resta è un’imbarazzante uscita dalla Coppa del Mondo in un girone che comprendeva Giappone e Costa Rica. La nazionale tedesca ancora una volta è stata ben al di sotto delle proprie aspirazioni, è arrivata nella grigia mediocrità”. Con Flick, nel mirino dei critici c’è anche il direttore generale della nazionale, Oliver Bierhoff, con parole che lasciano intendere che sarebbe necessario l’inizio di un nuovo ciclo prima degli Europei del 2024. Per Die Zeit il più grosso difetto è stato che sembrava non sapere in quali giocatori si fidasse davvero. Sostituendo Ilkay Gündogan, “ha incomprensibilmente tolto uno dei suoi giocatori migliori e sicuramente più intelligenti per la terza volta in tre partite. In questo modo l’allenatore praticamente ostacola la squadra nel processo di sviluppo di gerarchie e responsabilità”.