Il caso di Chiara Ferragni arriva anche a Che tempo che fa. La corte di Fabio Fazio però non aiuta a ripulire l’immagine dell’influencer. Lei continua la sua scialba narrazione di “vittima” del sistema. Sul caso Balocco? Parla di fraintendimento
Da oltre tre mesi non si parla d’altro. La presunta truffa ai danni dei consumatori di Chiara Ferragni è diventato un argomento molto caldo che ha persino interessato il dibattito politico. La questione, però, è più complicata di quel che sembra. Ora che sulla celebre influencer pende la pesante accusa di truffa – dovuta all’illecita campagna pubblicata della Balocco ma anche sulle attività con la bambola Trudy e le uova di Pasqua – c’è da capire dove si nasconde l’illecito e dove c’è solo un accanimento da parte del pubblico e della stampa. Si cammina sul filo del rasoio perché, se da una parte sia i social che i giornalisti demonizzano una ragazza che – a suo dire – avrebbe portato a termine solo una campagna di beneficenza, dall’altra parte la situazione è così ingarbugliata che non è facile sciogliere il nodo alla matassa. Chiara Ferragni ha (per davvero) lucrato sulla beneficenza? Ha (per davvero) costruito il suo impero sulla truffa? Sarà la magistratura a mettere fine alla questione, ma allo stesso tempo, la comunicazione della Ferragni per cercare di uscire indenne dalla bufera è sbagliata sotto tutti i punti di vista. Si getta altra benzina sul fuoco, alimentando la polemica e tutte le voci che si sono abbattute a suo carico.
A poco è servita la diretta social – con indosso un pigiama da 600 euro – per cercare di mettere una garza su una ferita sanguinante. Come non è bastato silenziare i commenti da parte dei sui fan sui social network, come non è servita l’intervista-fiume che è stata pubblicata sul Corriere della Sera poco dopo la (presunta) separazione da Fedez. Lei che era sempre schiva con tutta la stampa – sia di destra che di sinistra -, oggi chiede aiuto proprio ai giornalisti per ripulire la sua immagine. Un atto dovuto, ma neanche in questo modo la Ferragni è riuscita a limitare i danni. La sua ultima “trovata”? E’ andare alla corte di Fabio Fazio su Che Tempo che fa e raccontare il suo punto di vista sulla questione. Era il luogo giusto, dato che il nuovo salotto di Nove è un crocevia di pensieri (umori e sapori) della pancia di un’Italia che ancora crede nella democrazia e in una corretta informazione. Una scelta apprezzata ma, com’era prevedibile, le scuse dell’infuencer non sono bastate. L’intervista, di nuovo, si è trasformata in un’autocelebrazione di una donna che vive e si nutre del suo stesso ego, e che è in cerca solo del compiacimento da parte dei sui fan (e di quei pochi rimasti).
Parola chiave: fraintendimento
Nel corso degli ultimi giorni non si è fatto altro che parlare dell’intervista al programma di Fazio e, dato che il conduttore su certi argomenti ha una buona sensibilità, ci si aspettava domande più incisive e un po’ di luce sulla questione. Non è avvenuto niente di tutto questo. Sul caso Balocco – come ha ripetuto Chiara Ferragni – ci sarebbe stato solo un semplice fraintendimento e che lei come le sue società non erano a conoscenza di quello che poteva (o che sarebbe potuto) accadere. Solo lacrime e sorrisi patetici, non una concreta spiegazione su tutte le illazioni – vero o presunte – che hanno interessato il dibattito sui giornali. Si è portata avanti la stessa (e nauseante) narrazione di una persona che si è fatta da sola con le sue stesse forze, che non è stata capita tanto da venire colpita e criticata per partito preso.
Il ritratto di una donna senza né arte né parte
Un’intervista di poco conto, scialba e per nulla incisiva che ha cercato di beatificare una donna che, in realtà, può anche avere tutte le capacità di questo mondo nel vedere la sua immagine, ma a conti fatti, di comunicazione non è poi così ferrata. Le lacrime non bastano come nemmeno le scuse. La gente (e chi ha un po’ di sale in zucca) ha bisogno di risposte concrete e non di parole gettate lì a caso. Tutto questo, forse, non avverrà mai perché fino a quando la Ferragni non scenderà dal suo piedistallo fatto di like e di emoticon e non smetterà di mostrarsi come una martire del sistema, si continuerà a parlare di bolle di sapone senza mai arrivare al nocciolo della questione.