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Le librerie indipendenti sono tesori culturali.

Le librerie indipendenti sono tesori culturali. Intervista al poeta e libraio Daniele Cargnino Per tutti gli appassionati del mondo della...

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Le librerie indipendenti sono tesori culturali. Intervista al poeta e libraio Daniele Cargnino

Per tutti gli appassionati del mondo della lettura le librerie sono da sempre una metà irresistibile in cui immergersi a pieno in un mondo multi-sfaccettato di libri di cui percepire la consistenza, sentire il loro odore ineguagliabile e spesso riunirsi con altri appassionati durante incontri a tema, reading e presentazioni con autori e scrittori. 

A fare la differenza sul territorio italiano sono le librerie indipendenti che si stanno sempre più diffondendo e che offrono veri e propri “tesori culturali” al di là delle esigenze economiche e di marketing delle grandi distribuzioni. Quello del libraio indipendente è una sorta di “missione” in cui alla base vi è la passione nel diffondere cultura e amore per la lettura di libri che lasciano un segno indelebile nella mente e nel cuore.

Per parlare del lavoro del libraio indipendente ho intervistato Daniele Cargnino, poeta, scrittore e musicista che da sei mesi ha aperto “La Ciurma Libreria Indipendente” nel quartiere Santa Rita di Torino, una sorta di “rifugio sicuro” per chi ama leggere, curiosare e confrontarsi sul mondo sconfinato dei libri.

Daniele, come e quando è nata l’idea di creare La Ciurma Libreria Indipendente?

Sul come e sul quando non c’è una data precisa, né tanto meno una metodologia unica. Era un’idea che mi frullava nella testa da tanto, dai tempi dell’università e soprattutto dalla pratica che ho svolto in tutti questi anni, lavorando in altre librerie e imparando da librai che ne sapevano (e ne sanno) molto più di me. Una parte molto importante di questa decisione è stata l’amore per la letteratura e la scrittura, ma non è l’unica spiegazione. Ho sentito che era arrivato il momento di provarci, ho percepito di avere gli stimoli giusti per provare a realizzare qualcosa che fosse mio- e nella fattispecie, una cosa bellissima come una libreria indipendente.

Il nome La Ciurma richiama un senso di convivialità che non deve mai mancare quando si ha a che fare con il mondo dei libri.  Che significato ha per te questo nome?

La Ciurma è un modo di pensare, è una cosa che va al di là del singolo individuo o del rapporto libraio/cliente. È un richiamo a fare parte di una comunità affine, complice e solidale. La consapevolezza che il gruppo è più unito e forte rispetto al singolo. Questa è una libreria di zona, di quartiere, e lo dico con orgoglio infatti. La gente che passa alla Ciurma se si ferma e torna altre volte è perché si è trovata bene, e a un certo punto sostiene e supporta le iniziative, dà una mano, porta qualcosa da condividere. D’altronde cosa è la ciurma nell’immaginario comune se non un gruppo di pirati che solcano i mari insieme?

Perché sei un libraio indipendente? Le ragioni di questa scelta…

Perché l’indipendenza è tutto. È come la libertà, è il non avere padroni, è la possibilità di scegliere quali libri prendere e proporre alle persone in base ai tuoi e ai loro gusti. L’indipendenza è dare la tua impronta a qualcosa che altrimenti verrebbe sporcata da decisioni altrui. E La Ciurma è una libreria orgogliosamente indipendente.

Quanto la tua passione per la scrittura ti è d’aiuto nel ruolo di libraio?

Bella domanda, sicuramente la scrittura può aiutare in senso critico, può essere uno strumento in più per capire le caratteristiche di alcuni libri e dei loro autori- ma ho conosciuto librai e libraie che non scrivono eppure svolgono il loro lavoro benissimo.

Ho sempre visto il lavoro del librario come una sorta di “missione” che trasuda coraggio, passione, motivazione ed empatia. La parte più bella di questa missione secondo te?

La parte più bella per quanto mi riguarda è la gratificazione, è il vedere che chi si porta via un libro (magari consigliato da me) lo fa col sorriso ed è soddisfatto dell’acquisto. Stessa cosa quando vedo partecipazione alle presentazioni e agli incontri. Quando i lettori e le lettrici della Ciurma sono soddisfatti, lo sono anche io, perché vuol dire che sto facendo bene il mio lavoro.

Numerosi sono gli eventi che organizzate. Cosa caratterizza essi. Cosa fa la differenza?

 Allora, siamo aperti da pochi mesi per cui forse è ancora un po’ presto per fare il punto della situazione. Io dico sempre che i veri protagonisti, per quanto fondamentali, non siano tanto gli scrittori o le scrittrici che vengono a presentare la loro opera, bensì la gente del quartiere che è interessata ad ascoltare e a scoprire magari cose nuove. Ricordiamoci sempre che senza nessuno che legga o che ascolti, un libro o una poesia non hanno senso di esistere. La differenza la fanno loro. In questi mesi abbiamo invitato scrittori conosciuti e altri emergenti o comunque meno conosciuti, proprio per dare a tutti loro uno spazio in cui raccontare le loro storie e confrontarsi con i frequentatori della Ciurma. Al di là poi delle singole copie vendute, la cosa bella è vedere il rapporto e la dinamica che si instaura tra uno scrittore e chi lo ascolta, le riflessioni, le idee, gli spunti. Per cui io penso che la cosa più vera e più onesta che caratterizza un incontro alla Ciurma è proprio questo: nessuna barriera tra il pubblico e lo scrittore. 

Un ricordo particolare legato ad un evento che avete organizzato e che vuoi condividere con noi…

Un ricordo molto bello ad esempio è stata l’inaugurazione, ma anche le mattinate e i pomeriggi (e le sere spesso e volentieri) passate a fare i lavori di ristrutturazione, arredare, dipingere, dare un tocco particolare e personale a questa piccola libreria. E poi certo, scegliere i libri, incontrare gente nuova e interessante da cui ho solo da imparare- sono tutte cose che danno degli stimoli in più per non passare la vita a avere rimorsi e alla fine poter dire, nonostante tutto, che è stato bello e ci siamo divertiti. 

Come avvicinare le nuove generazioni al mondo della lettura? (Te la sei mai posta questa domanda?)

Me la pongo ogni giorno. È difficile perché le nuove generazioni leggono magari sul cellulare o dei libri in carta e inchiostro magari se ne fanno poco. Però non è vero che ormai considerano le librerie dei luoghi da sfigati e i libri degli oggetti da comprare o leggere perché sono obbligati. Certo, ci sono questi aspetti così come ci sono però ragazzi e ragazze anche giovanissimi a cui la letteratura interessa, scrivono, tengono blog di recensioni ecc.…Forse la parte più difficile è entrare in contatto con i libri la prima volta. Nel mio caso non è stato grazie alla scuola o alla famiglia, ma alla musica, una grande passione che insieme al cinema coltivo ancora oggi. Quindi per rispondere alla tua domanda, sento che a volte è colpa della scuola o dei genitori. Forse c’è una parte di responsabilità. ma la curiosità, quella cosa che brucia dentro, la voglia di ascoltare le storie dentro un romanzo, tutte queste cose non le insegna nessuno, tantomeno possono obbligare a farlo. Per cui kids, tutti in libreria a leggere! 🙂

Progetti futuri…

Tenere la barra dritta. Seguire la rotta. Alta la bandiera dei pirati, nel cielo pieno di stelle. Ascoltare il canto di sirene e balene. Leggere le mappe, le onde, i libri. 

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