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Alla scoperta dei rituali per il sonno dei più piccoli nel libro del pediatra Alberto Ferrando

Il momento della nanna può essere per le mamme e i papà  molto delicato tanto da richiedere molto spesso delle...

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Il momento della nanna può essere per le mamme e i papà  molto delicato tanto da richiedere molto spesso delle vere e proprie “strategie” per abituare il bambino ad addormentarsi.

 

Il pediatra Alberto Ferrando, autore del seguitissimo blog www.ferrandoalberto.blogspot.it. ci fornisce degli utili e preziosi suggerimenti ne “Il libro della nanna” (Edizioni Lswr), spiegandoci innanzi tutto com’è il sonno del bambino, quali sono le sue peculiarità e cosa occorre fare per garantirgli un riposo di qualità in ogni fase della sua crescita.

L’importanza dei rituali della buonanotte

Dottor Ferrando perché i rituali della buonanotte sono importanti?

Sin da piccoli i bambini si abituano alle routine, anzi ne hanno bisogno, per cui la ripetizione quotidiana di gesti e azioni costituisce per loro una necessità primaria che infonde sicurezza e tranquillità. Quindi, per abituarlo al “distacco” e ad apprezzare il momento del sonno, è fondamentale che con il loro atteggiamento i genitori trasmettano sicurezza, tranquillità e ripetitività dei gesti.

Qual è il giusto approccio?

Il rituale della buonanotte deve rappresentare per il bambino un momento rilassante e confortevole. Il rituale può consistere in piccole attività preparatorie al sonno che mamma e/o papà fanno insieme al loro bambino, quali un bagnetto rilassante se il bimbo lo gradisce, un massaggio, far indossare il pigiamino, oppure la lettura di un libro o l’ascolto della musica che il bambino possa associare alla nanna.

Quale errore non commettere?
Un errore abbastanza frequente fra i genitori è di modificare le routine quando non ottengono risultati in breve tempo. Ogni bambino è diverso. C’è chi si abitua subito a un rituale e chi ha bisogno di più tempo. Cambiare abitudini può generare, in alcuni bambini, insicurezza e può alterare il loro rapporto con il sonno.

I rituali del sonno più preziosi

Il pediatra ci indica quali sono i rituali del sonno da non sottovalutare:
Lettura di un libro: è uno dei rituali del sonno più utili e validi. La lettura ad alta voce va inserita nell’ambito del rituale della buonanotte, scegliendo quando e dove farlo in modo abbastanza regolare (seppure senza rigidità): per esempio, prima o dopo il bagnetto, la pappa o altre attività inserite nella routine pre-nanna. In questo modo il bambino saprà quando aspettarsi questo momento e proverà piacere nel vedere confermate le proprie aspettative e si potrà preparare alla nanna in modo più sereno. È bene che la lettura diventi un appuntamento fisso, un rituale anche di pochi minuti, che il bambino aspetta e desidera. Quando sarà diventata un’abitudine, sarà di conforto anche in momenti critici come in caso di malattia.

 – ascolto della musica: musica e canto favoriscono il relax e quindi anche il sonno. Una melodia calma e gradita contribuisce ad abbassare i livelli di cortisolo (detto anche ormone dello stress) e alza quelli delle endorfine, gli oppiacei naturali del cervello. Lo stesso accade quando la mamma, o il papà, cantano al loro bambino.

Bagnetto: il bagno ha un effetto rilassante, quindi si consiglia di fare il bagnetto alla sera perché si tratta di un momento di relax che offre al bambino la possibilità di scrollarsi di dosso il peso della giornata, di sentirsi coccolato, riscaldato, amato e di prepararsi per la nanna. Alcuni bambini, però, con il bagnetto si esaltano e invece di addormentarsi si ricaricano. In questo caso il bagnetto andrà fatto durante la giornata. Per i neonati il bagnetto dovrebbe durare pochi minuti all’inizio e, gradualmente, più a lungo, senza superare i 10-15 minuti (per quanto gli piaccia l’acqua, non è un pesciolino); l’importante è mantenere sempre costante la temperatura dell’acqua del bagnetto, sui 37 °C.

 – Oggetti transizionali: a partire dai 4-5 mesi circa, per superare l’angoscia del distacco molti bambini scelgono un oggetto da cui trarre conforto, rassicurazione, protezione. Può essere un orsacchiotto, una coperta, un indumento della mamma, un succhiotto ecc. L’oggetto transizionale è una qualunque cosa dalla cui presenza il bambino trae contenimento e affetto, aiutandolo a gestire i momenti di separazione/solitudine. L’oggetto esterno che il bambino adotta è il suo primo possesso, il bambino lo ha scelto e gli appartiene. Non bisogna forzare il bambino ad abbandonare il suo oggetto preferito, né provare a sceglierglielo o cambiarglielo. Proprio per il fatto di essere “transizionale”, la sua presenza avrà senso solo durante una fase della vita del bambino, terminata la quale perderà il suo significato così forte e profondo.

 

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