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Trasferirsi all’estero, quali sono le principali preoccupazioni degli italiani e come affrontarle

Il trasferirsi all’estero è una decisione significativa che richiede una pianificazione attenta e una valutazione approfondita delle implicazioni personali, professionali...

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Il trasferirsi all’estero è una decisione significativa che richiede una pianificazione attenta e una valutazione approfondita delle implicazioni personali, professionali e logistiche.

Secondo un recente studio condotto da Serenis, (https://www.serenis.it/) la piattaforma digitale per il benessere mentale e centro medico autorizzato, chi decide di trasferirsi all’estero per iniziare una nuova fase della sua vita, si pone molte domande, dalle quali derivano parecchie preoccupazioni.

 Le principali preoccupazioni dell’espatrio

Molto comune, quando ci si trasferisce in un Paese diverso, è la paura di sentirsi soli. Cambiare patria vuol dire lasciarsi alle spalle la famiglia e gli amici di sempre, e questa consapevolezza può generare delle preoccupazioni importanti e pensieri scoraggianti. Inoltre, la previsione di una difficoltà di inserimento all’interno della società fa anche temere a molte persone di non essere in grado di costruire dei nuovi rapporti significativi, anche per via dello scarto linguistico e culturale, una difficoltà che ad alcune persone sembra insormontabile.

Oltre a queste preoccupazioni di carattere più emotivo, esistono anche quelle pratiche, sicuramente più facili da definire, dal momento che sono più concrete, ma altrettanto invadenti in termini di pensieri ansiosi che ne derivano.

Anche le preoccupazioni riguardanti le capacità di adattamento non sono da sottovalutare. Queste sono abilità che tutti possediamo in modo diverso, partendo però dal presupposto che, se hai deciso di tua spontanea volontà di trasferirti, o hai accettato di farlo per lavoro e per qualsiasi altro motivo, probabilmente ritieni che queste capacità siano nelle tue corde e sei una persona abbastanza aperta ai cambiamenti da riuscire, superato l’impatto iniziale, a fare dell’espatrio un’opportunità da cogliere. Ma prima di partire, e anche durante i primi tempi della permanenza, saranno molte le domande che ci si  porrà. Si sarà in grado di adattarsi alle dinamiche che vigono nel nuovo ambiente di lavoro?  Si riuscirà ad andare d’accordo con i nuovi colleghi?

Infine, l’ultima preoccupazione che si potrebbe avere è quella di non riuscire a gestire la portata del cambiamento e non essere proprio in grado di adattarti alla tua nuova vita. Oltre ai primi ostacoli dati dalla lingua, potresti temere di non trovarti in sintonia con la tua nuova casa, e lo stesso potrebbe accadere a qualcun altro che ti ha seguito nella tua avventura fuori dalla patria. Se una persona qualsiasi della famiglia non riesce ad adattarsi, l’esperienza risulterà fallita e dovrai tornare al tuo Paese originario per recuperare la serenità.

Come superare le difficoltà

In un mondo sempre più globalizzato, la salute mentale rimane una priorità cruciale per il benessere individuale. Tuttavia, quando si tratta di terapia psicologica, la lingua in cui avviene il trattamento può fare una differenza significativa.

Studi clinici dimostrano che la terapia nella lingua madre del paziente è più efficace rispetto a quella condotta in una lingua straniera. quali sono le ragioni alla base di questa efficacia?

Uno dei principali vantaggi della terapia nella lingua madre è la maggiore profondità emotiva e la risonanza culturale. Le emozioni e le esperienze personali sono spesso intrecciate con la lingua in cui sono vissute. Guttfreund (1990) ha condotto uno studio sui bilingui, dimostrando che essi vivono le esperienze emotive in modo più intenso quando parlano nella loro lingua madre rispetto a una lingua secondaria. La lingua madre è strettamente legata alla propria identità e alle esperienze formative, rendendo la terapia più efficace e autentica.

La comunicazione autentica è fondamentale per il successo terapeutico. Marcos (1976) ha evidenziato come la terapia nella lingua madre faciliti una comunicazione più autentica e un accesso più diretto alle emozioni profonde. Quando i pazienti devono esprimersi in una lingua straniera, possono incontrare difficoltà nel comunicare sentimenti complessi e sfumature emotive. La lingua madre, invece, consente una maggiore trasparenza e una connessione emotiva più forte con il terapeuta.

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