Carceri: Di Giacomo (Spp), ‘si continua a morire nei penitenziari, perse tracce ‘decreto carceri”

Si continua a morire in carcere in attesa di un imminente decreto del Governo che ridia dignità a chi vuole veramente riabilitarsi nella società civile.
foto delle carceri italiane foto delle carceri italiane
sistema al collasso le carceri italiane sono alla fine

Si continua a morire in carcere in attesa di un imminente decreto del Governo che ridia dignità a chi vuole veramente riabilitarsi nella società civile.

“Mentre si sono perse le tracce del ‘decreto carceri’ che il Ministro alla Giustizia Nordio ha dato più volte per imminente e che invece compare e scompare dalle sedute del Consiglio dei Ministri, nelle carceri si continua a morire. Il detenuto trovato morto nella sua cella nell’istituto di Genova è la 104esima vittima dall’inizio dell’anno (di cui 46 suicidi accertati) e la 16esima le cui cause di morte sono da accertare. In troppi casi le cause dopo indagini diventano suicidio. Ancora un segnale della profonda sottovalutazione dell’emergenza destinata, purtroppo, a scoppiare in questa estate ‘caldissima’”. Così il segretario generale del S.PP. Aldo Di Giacomo per il quale “a pesare sul clima già ‘surriscaldato’ che si è creato negli istituti sono due fattori su tanti: le aspettative (andate deluse) di riduzione di pena alimentate negli ultimi mesi facendola passare come unico rimedio al sovraffollamento; lo svuotamento di compiti e funzioni del Dap, sino al totale esautoramento, ad opera del sottosegretario Del Mastro delegato dal Ministro Nordio per le carceri”.

“Non si può promettere ai detenuti ‘sconti di pena mascherati’ e poi rimangiarsi tutto perché lo scontro tra i partiti della coalizione del centrodestra impone rinvii di un provvedimento che invece, se definito nella sua giusta considerazione, potrebbe contribuire ad avviare a soluzione il sovraffollamento. Una ventina tra evasioni e tentativi di evasione, nel giro di un mese, sventati grazie all’alta professionalità del personale penitenziario, è l’inequivocabile segnale che in questa stagione estiva il numero dei tentativi di evasione è destinato a crescere in maniera esponenziale come quello delle rivolte e delle aggressioni al personale. Quello che continua a mancare – evidenzia Di Giacomo – è un piano complessivo di intervento per affrontare in maniera organica i problemi cronici di sovraffollamento, carenza organici, suicidi e morti per altre cause di detenuti, oltre che aggressioni e violenze al personale, rivolte, traffico di droga, diffusione di telefonini”.

“Per noi – dice il segretario S.PP. – le misure da mettere in campo sono decisamente più complesse e non certamente quella del corpo speciale che il sottosegretario Del Mastro si è sforzato di far apparire come la soluzione migliore rispetto all’attuale situazione che vede lo Stato soccombere perché nelle carceri comandano sempre loro. Ripetiamo che non siamo pronti a fronteggiare l’estate e che siamo stanchi – conclude – di pagare il pezzo più alto con il rischio di incolumità personale di responsabilità politiche e di Governo”.

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