“Le vere passioni hanno solo bisogno di cuore” Intervista a Silvia Mazzocchi

vasco ha gli occhi azzurri vasco ha gli occhi azzurri

Ci sono passioni che contribuiscono a farci vivere con una marcia in più conferendole energia e fame di conoscenza.

 

Tra queste passioni vi è quella che si può nutrire per un artista musicale che diventa per noi un idolo, quasi un amico, fonte di ispirazione e imput creativi. Da circa quarant’anni lo è per la scrittrice Silvia Mazzocchi che raccontando la sua passione sfegatata per Vasco Rossi ha scritto “Vasco ha gli occhi azzurri”, Edizioni Il Foglio.

In questo libro scritto col cuore e che si legge tutto d’un fiato, la Mazzocchi mette a nudo la sua anima per raccontare la sua esperienza da fan di un artista musicale tanto acclamato e le cui canzoni rimangono impresse nella mente e nell’anima da molte generazioni.  Un libro che ci guida nell’universo sconfinato di un mondo in cui la musica diventa una sorta di religione in grado di accomunare tante persone facendole sentire parte di un mondo speciale in cui regnano le emozioni forti che essa è in grado di trasmettere e veicolare.  

Una lettura davvero interessante consigliata a tutti i fan di Vasco Rossi e non solo che ci fa comprendere quanto certe passioni fanno la differenza e quanto valga la pena coltivarle per colorare di tinte accese la propria esistenza. Della sua esperienza da fan di Vasco Rossi e di com’è nata l’idea di scrivere questo libro ci racconta Silvia Mazzocchi in questa interessante intervista.

Partiamo dall’origine com’è nata l’idea di scrivere questo romanzo?

L’idea è nata per caso in un pomeriggio della scorsa estate, il tour del 2023 era appena terminato e io, dopo tre concerti visti a Bologna e Rimini non parlavo d’altro! Chi mi conosce sa che il mese di giugno è dedicato solo ai concerti di Vasco e quando il tour finisce la mia “incontinenza verbale” si manifesta in tutta la sua forza, parlo continuamente delle mie sensazioni, della scaletta, della corsa alla transenna e di mille altri momenti significativi dei concerti appena vissuti. Un pomeriggio una mia collega – che forse perché non ce la faceva più ascoltarmi parlare di Vasco – mi chiese se avevo mai pensato di scrivere queste sensazioni vista la mia passione per la scrittura e mi dissi: “Perché no! Ci provo e vediamo cosa esce fuori!”. Quando ho iniziato non avevo idea di quel che sarebbe diventato, ho iniziato a buttare su carta pensieri sparsi e ricordi di vecchi concerti, credevo di non avere abbastanza materiale e di scrivere al massimo un lungo racconto, invece il rubinetto dei ricordi si è aperto e ha rovesciato quarant’anni di vita a suon di musica su carta in batter d’occhio… così è nato questo Diario segreto. Un diario segreto, che ora, tanto segreto non è più! 

Cosa significa coltivare dentro di sé una passione così grande nei confronti di un artista?

Le passioni sono il motore del mondo e ci tengono in vita, senza passioni o sogni saremmo dei tristissimi Robot. Coltivare una o più passioni mi ha salvato dalla pazzia mille volte e non lo dico tanto per dire! Ho altre passioni oltre a Vasco, quali il disegno, la scrittura ma la passione per un cantante è una cosa diversa, illogica forse ma le vere passioni non hanno bisogno di logica, hanno solo bisogno di cuore. Vasco è riuscito ad entrarmi dentro come nessuno era mai riuscito, è come un amico per me, il migliore, la persona che con le sue parole ha curato le mie ferite, quelle più dolorose e difficili da guarire perché le stuzzichiamo continuamente con le unghie per farle buttare ancora più sangue. Lui racconta le sue sensazioni e i suoi “guai” ma lo fa in un modo diverso e tutti possiamo riconoscerci nelle sue emozioni, non descrive una sensazione te la fa vivere e respirare ed è per questo che i suoi testi arrivano sparati al cuore e alla pancia. Lui ha fatto questo per me, mi ha fatto divertire in concerto, mi ha alleggerito la testa quando era così pesante da sembrare solo un macigno poggiato sul collo, mi ha aiutato nei momenti tristi… la musica è come una religione specie quando si è ragazze e Vasco mi si è incollato addosso con il mastice ed è rimasto indelebile nel mio cuore e sulla mia pelle come un tatuaggio.

Una “fan sfegata” come te, che peculiarità deve avere secondo te?

Rispondo con un breve aneddoto: Molto spesso alcune amiche a cui piace Vasco, ma non hanno mai visto un concerto mi chiedono di portarle con me durante il tour. Rispondo sempre loro che non è il caso e che vedere un concerto come lo vivo io ha un prezzo ed è piuttosto alto: la pioggia, il sole, le ore interminabili di attesa davanti allo stadio, la corsa per prendere i posti migliori sotto al palco… certe cose devono essere vissute con persone che lo sentono come te e non ci si improvvisa! Questo però non significa che non devono venire a vedere Vasco! Sia MAI! Devono solo iniziare in un modo un po’ più “soft” e poi, quando avranno capito le porterò con me sotto il palco ma prima… devono fare un po’ di gavetta!

Che effetto ti ha fatto mettere nero su bianco quarant’anni di passione per Vasco? Hai avuto qualche difficoltà nella stesura di questo libro?

Scrivere questo libro è stato davvero divertente per me, mi ha permesso di rivivere tutti i vecchi tour, ascoltare canzoni che magari non sentivo da tempo, cercare i vecchi biglietti di concerti, sfogliare tutti i miei vecchi diari segreti a caccia di sensazioni e schegge su Vasco scritte da bambina… ho fatto un lungo viaggio nei miei ricordi ed è stato bellissimo vivere nuovamente tante emozioni che erano sempre vive in me, ma inevitabilmente con il trascorrere del tempo avevano preso un po’ di polvere! Ho ripercorso tutta la mia vita e l’ho fatto attraverso i suoi album, i suoi dischi ed è stato come scrivere un enorme diario segreto… per questo il sottotitolo è “Diario di una fan”.  

Il ricordo più bello legato a questa tua passione e che vorresti condividere con noi?

Difficile scegliere un solo ricordo ma ci provo, forse il momento più bello in assoluto è quando sono finalmente riuscita ad incontrare Vasco di persona a Zocca. Sognavo da sempre di incontrarlo e c’ero quasi riuscita nel 1996 ma poi… “ho perso un’altra occasione buona…” e la sfiga mi ha remato contro! Ho dovuto attendere molti anni per riuscire ad incontrato ma noi fan, siam gente che sa aspettare! Quando finalmente sono riuscita a incontrarlo a Zocca ricordo che nel momento in cui me lo sono trovato davanti, ad un centimetro di distanza non mi sembrava vero, ho poggiato la mia mano sul suo braccio e gli ho detto che non poteva essere vero, io non ero pronta a realizzare un sogno così grande. Lui mi ha preso le mani tra le sue, me le ha strette e mi ha baciato le mani dicendomi solo “Bella!”. Io ero così felice che… sono svenuta dall’emozione!    Dice che i momenti veramente felici, nella vita di ogni persona si contano sulle dita di una mano… questo per me è uno di quelli!

Secondo te la musica che ruolo ha nell’esistenza di ognuno di noi?

La musica per me è sempre stata una “droga” e una “cura”, ero una bambina insicura e timidissima e urlare a squarciagola le mie emozioni, tramite canzoni che sapevano descriverle mi serviva a liberarle. Era come se cantare canzoni il cui testo raccontava guai e emozioni simili alle mie, mi togliesse dal petto un peso, almeno per un po’. Questo è il mio rapporto con la musica, non so cosa possa significare per gli altri, io sono una persona che principalmente ascolta il testo di una canzone magari altri si fanno trasportare solo dalla musica e ignorano le parole… io potrei vivere senza televisore ma non senza musica!

Ritrovarsi nel bel mezzo di un concerto a condividere con sconosciuti la stessa passione è fonte di emozioni intense. Come definiresti un’esperienza del genere?

Un concerto è un viaggio, il più bello che ci sia! Un viaggio lunghissimo che inizia già quando compriamo i biglietti per il tour, cosa che avviene molti mesi prima. Il lavoro di pianificazione inizia subito e l’attesa fa salire l’adrenalina ma quando finalmente arriva il giorno del concerto l’emozione raggiunge l’apice, io non riesco quasi a dormire la sera prima tanta è la gioia che ho in circolo! Quando finalmente, dopo le lunghissime ore d’attesa trascorse insieme alle mie amiche sotto al palco, parte la prima nota qualsiasi cosa scompare! La stanchezza, il caldo, la pioggia, le gambe stanche…non sentiamo più niente! Vogliamo solo urlare, cantare e ballare insieme a lui e farci portare via dalla sua forza travolgente!

A chi consigli la lettura di “Vasco ha gli occhi azzurri”?

Sicuramente un fan di Vasco troverà più piacevole la lettura di questo libro, forse certi miei ricordi legati a qualche album o ad alcuni concerti riaccenderanno qualche ricordo anche in loro ma non vorrei far passare il concetto che questo è “solo un libro per fan di Vasco”! Secondo me questo libro è adatto a chiunque ha una passione, la mia passione è Vasco ma le passioni, se vissute con il cuore sono tutte simili e chiunque ne vive una nello stesso modo in cui io vivo la mia, potrà riconoscersi in certi passaggi di questo libro.

 

Add a comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *