Ci sono legami che sono destinati a non conoscere mai una fine perché sono importanti per il proprio percorso esistenziale e lasciano in esso un vero e proprio segno indelebile.
Ne abbiamo pienamente conferma leggendo il romanzo “Spire” della giornalista e scrittrice Maria Pia Nocerino, edito da Rossini del gruppo editoriale Santelli. In questo libro scritto ad arte e con dei personaggi ai quali i lettori si affezioneranno con facilità si parla di un amore maturo, quello tra Marlena e Paul, il cui incontro è dettato dal Destino e dopo il quale nulla sarà come prima.
Tra loro nascerà e si evolverà un rapporto speciale ricco di interessi in comune, passioni, condivisione di esperienze significative che arricchiranno la loro esistenza rendendola più bella e ricca di momenti emozionanti. Anche quando sopraggiungeranno i primi sintomi dell’Alzheimer che colpirà Marlena tra lei e Paul la complicità e l’amore non smetteranno mai di dar loro forza e vitalità per affrontare anche i momenti più bui e complicati che una malattia di questo genere comporta.
Una lettura che scalda il cuore, quella di Maria Pia Nocerino. La sua scrittura è pura e sincera e arriva dritta all’anima del lettore che non può fare a meno di lasciarsi travolgere dalle emozioni pure che questa storia è in grado di suscitare. Nonostante affronta una tematica molto delicata come l’Alzheimer, “Spire” infonde vitalità e positività e ci invoglia a non smettere mai di credere nei sentimenti più nobili e autentici che ci consentono di affrontare la vita anche con le sue avversità e i momenti più drammatici con una marcia in più.
Di com’è nata l’idea di scrivere questa storia emozionante e commuovente, di amore maturo e di incontri che lasciano il segno, conversiamo con l’autrice Maria Pia Nocerino in questa ispiratoria intervista.
Maria Pia, partiamo dall’origine, com’è nata l’idea di scrivere questo romanzo?
Confesso che inizialmente non avevo intenzione di scrivere un libro. Avevo cominciato a scrivere un racconto, come spesso ho fatto in passato. Quel racconto però invece di salvarlo su un pc, l’avevo maldestramente salvato su una pennetta USB che poi ho perso per strada. Qualche anno dopo, ho ripreso gli stessi protagonisti di quel racconto e ho iniziato nuovamente a scrivere, ma la storia inaspettatamente ha preso un’altra direzione. La storia narrata in “SPIRE” è completamente diversa da quella del racconto originario. Ci sono solo i volti e le anime dei due protagonisti principali. Null’altro.
Quello tra Marlena e Paul è uno di quegli incontri che lasciano inevitabilmente il segno nel corso dell’esistenza. Tu credi a questo tipo di incontri?
Io credo che esistano “anime elette” e mi sa di non essere la sola a crederlo. Ci sono persone con le quali si hanno affinità speciali. Non sempre si verifica l’incontro. Anzi, ritengo sia cosa assai rara e non sempre, seppur ci sia grande affinità, tali rapporti diventano poi rapporti di coppia. A Marlena e Paul ho voluto dare questa opportunità con una serie di sliding doors. Se Marlena fosse andata in palestra come aveva intenzione di fare non sarebbe uscita a fare trekking; se Paul non avesse adottato turni di lavoro ridotti e non si fosse trasferito presso un’altra sede di lavoro, quel giorno non si sarebbe trovato accanto a quella fontana. Momenti fugaci e scelte apparentemente banali che però possono generare importanti biforcazioni nel percorso della vita di ognuno di noi.
Certi amori sono davvero destinati a non finire mai?
In SPIRE ho voluto raccontare l’amore adulto, quello a mio avviso più consapevole. Non dico migliore, ma più concreto. Due persone adulte che si incontrano espongono un bagaglio di esperienze vissute, di sfide superate, di successi e fallimenti che hanno contribuito a formare i loro rispettivi caratteri. Si tratta dunque di individui che hanno già una solida consapevolezza delle proprie esigenze, dei propri limiti e delle proprie ambizioni. Due adulti sono in grado di accettarsi per quello che sono, con pregi e difetti, senza provare a cambiare l’altro a proprio piacimento. Questa accettazione reciproca crea una base di rispetto e fiducia che rende l’amore adulto maggiormente solido rispetto a quello impetuoso giovanile. Anche la comunicazione tra due adulti è spesso più aperta e sincera. Si esprimono sentimenti, bisogni e desideri in modo più chiaro e onesto, riducendo le incomprensioni e favorendo una connessione emotiva più profonda
In Spire affronti una tematica molto delicata come quella della malattia, precisamente del Morbo di Alzheimer che come sappiamo si porta via i ricordi della nostra esistenza creando disagio in chi la vive e chi la subisce. Nella stesura del romanzo hai riscontrato qualche difficoltà nel trattarla?
Certo! Non è stato semplice. Non sono né un medico, né fortunatamente il familiare di un paziente. Per poter parlare di Alzheimer mi sono dovuta fermare e ascoltare diverse testimonianze. La cosa che mi ha colpito maggiormente è che in tutti i casi che mi sono stati raccontati, ad essersi ammalata è sempre stata una donna. Ho raccolto i dolorosi racconti di figli non più riconosciuti dalle proprie madri e quelli teneri e coraggiosi dei compagni di vita che come Paul si sono ritrovati a dover fare scelte molto difficili.
Nella tua nota scrivi che ti sono stati d’aiuto i racconti degli affetti delle persone che soffrono di questa malattia. Cosa hai imparato da questo confronto con queste persone?
A ritenermi fortunata e ad apprezzare maggiormente la mia quotidianità. La vita quotidiana con la sua routine è spesso vista come monotona e priva di emozioni. Ci troviamo a desiderare momenti di eccitazione e cambiamento, a inseguire avventure e nuovi stimoli. In questa costante ricerca di qualcosa di straordinario spesso si rischia di perdere di vista il fatto che le abitudini che strutturano le nostre giornate, quelle che consideriamo “monotonia”, in realtà sono i pilastri della nostra serenità.
Cosa si prova ad aver raggiunto l’obiettivo di pubblicare il tuo romanzo?
Grandi e contrastanti emozioni: gioia e timore allo stesso tempo. Un progetto che trova la sua realizzazione è sempre motivo di gioia, ma al tempo stesso mette in moto una serie di incertezze. “Questa storia incontrerà il parere favorevole dei lettori?” – mi sono chiesta tante volte. Confesso che al momento mi sono giunti solo commenti positivi. In molti mi raccontano di essersi fortemente emozionati. Qualche lettore ha trovato anche chiavi di lettura che io stessa non avevo pensato.
Per te cosa significa scrivere storie ispirate alla Pura Vita come abbiamo riscontrato in Spire?
L’utilizzo di eventi autentici reinterpretati attraverso la lente della narrativa mi ha permesso di creare una storia che, pur essendo frutto della mia immaginazione, risuona di verità e umanità. Sebbene l’incontro tra Paul e Marlena sia frutto di invenzione narrativa, il racconto delle loro vite e quella dei personaggi secondari è radicato in vicende autentiche. L’intreccio tra la finzione e la realtà mi è servito per rafforzare la credibilità dei personaggi e quella delle loro scelte.
Tu sei anche una grande lettrice. Quanto è importante esserlo per chi scrive?
Leggere significa avere l’opportunità di un confronto con gli altri, ma prima di tutto con se stessi. C’è una frase di Erri De Luca che rende al meglio questo concetto e recita così: “Questo è quello che io cerco almeno nei libri quando li apro, il pezzetto che è stato scritto per me. Uno scarto, un brusco scarto di intelligenza e sensibilità che mi spiega qualcosa di me. Cosa che suppongo possedevo già sotto la pelle, ma che non sapevo dire…”
Stai già pensando a scrivere una nuova storia?
Ho un paio di storie già iniziate che spero di portare a termine. Due generi completamente diversi da SPIRE: un giallo e un libro per bambini. Entrambi però sono ancora in fase embrionale.
A chi consigli la lettura di Spire?
SPIRE ritengo sia un libro per tutti perché offre diverse chiavi di lettura. Inoltre non è corposo. Con poco più di 140 pagine anche i lettori meno voraci potranno portarlo al mare, leggerlo durante un viaggio in aereo e/o in treno o tenerlo sul comodino e leggerne qualche pagina prima di spegnere la luce. Finora ho avuto riscontri e pareri favorevoli sia da parte di uomini che di donne, sia da parte di giovanissimi (una lettrice di appena 18 anni mi ha inviato un commento bellissimo) che da parte di persone più mature. Ecco perché ritengo che SPIRE possa essere letto da tutti. Ringrazio te per questa meravigliosa ed attenta intervista che mi hai riservato e ringrazio tutti coloro che hanno letto e che leggeranno SPIRE.