Intervista alla Dottoressa Martina Migliore.
Da una recente ricerca condotta da BVA Doxa, prima società di ricerche di mercato in Italia, e Serenis, piattaforma digitale per il benessere mentale e centro medico autorizzato sulla relazione tra stress ed esposizione ai social risulta che le nuove generazioni sono quelle più esposte a compromettere la propria salute mentale a causa dell’utilizzo dei social networks.
Su un campione di oltre 800 intervistati emerge infatti che 1 giovane su 4 si dichiara molto stressato dal loro utilizzo. Instagram, Facebook e YouTube si confermano i social maggiormente utilizzati, con il 61% dei rispondenti che afferma di postare contenuti e interagire con altri utenti e il 17% dichiara di farlo abitualmente.
L’analisi rivela che il 21% dei rispondenti utilizza “molto” 3 o più social. Sono i cosiddetti heavy user social e, rispetto alla popolazione intervistata, mostrano una maggior concentrazione di uomini (54%), under 25, prevalentemente localizzati al Sud. Sugli effetti dell’utilizzo dei social sulla salute mentale e sul benessere psicologico dei giovani facciamo chiarezza con la psicoterapeuta Martina Migliore, Direttrice Formazione e Sviluppo di Serenis in questa dettagliata intervista sull’argomento.
Come e in che misura i social sono in grado di stressare le nuove generazioni?
Durante la crescita, e in particolar modo durante l’adolescenza, il confronto con gli altri è fondamentale per sviluppare il concetto di inclusione in un gruppo di pari. I social media possono essere fonte di stress per le nuove generazioni per diverse motivazioni, la prima è, come un’arma a doppio taglio, proprio il confronto sociale, i più giovani, ma non solo, spesso confrontano la loro vita con quella degli altri, che sui social appare più patinata e perfetta che mai, questo confronto può portare a sentimenti di inadeguatezza e bassa autostima, a questa si lega anche la tanto citata FOMO (Fear of Missing Out), letteralmente la paura di essere esclusi da eventi o esperienze condivise online. Quindi se da un lato il confronto sociale è fondamentale per la crescita, dall’altra il massimo confronto su larga scala offerto dai social, può essere pressante. Un esempio calzante in questo periodo, sui social vediamo tutti al mare a riposare o a fare viaggi in giro per il mondo, se io mi trovo a casa e magari al lavoro, posso provare sentimenti di stress o ansia per la mia situazione. Anche il sovraccarico di informazioni, che si verifica quando una persona è esposta a una quantità di stimoli superiore a quella che è in grado di elaborare efficacemente, può portare a stress, ansia e difficoltà nel prendere decisioni. Sui social siamo costantemente esposti a tantissime quantità di informazioni e la loro elaborazione non consapevole può causare disturbi in un giovane.
Chi sono i soggetti più esposti a questa forma di stress?
Come emerge anche dalla ricerca i soggetti più esposti sono generalmente adolescenti e giovani adulti che sono anche i principali utilizzatori delle piattaforme sociali e sono in una fase della vita in cui l’identità e l’autostima sono in via di sviluppo. Ma anche persone con bassa autostima e individui con ansia e depressione preesistenti possono trovare nei social media una fonte di ulteriore stress. Il problema maggiore è la poca consapevolezza rispetto alla realtà “patinata” che i social spesso propongono.
È possibile individuare quali sono le app che provocano più stress?
La premessa è che nessuna piattaforma va demonizzata ma un utilizzo consapevole delle stesse unito a una corretta educazione possono prevenire l’insorgere dei disturbi di cui abbiamo parlato. Tra le piattaforme però Instagram, essendo fortemente incentrato su immagini e vite apparentemente perfette, contribuisce al confronto sociale e alla FOMO, proprio perché si basa sulla condivisione delle immagini, a forte impatto cognitivo, nelle quali c’è una larga possibilità di modifica attraverso filtri e rielaborazioni.
Quali sono le ripercussioni nei confronti dei rapporti sociali reali?
L’uso eccessivo dei social media può portare a Isolamento sociale, paradossalmente, i social media possono ridurre le interazioni faccia a faccia e a una riduzione delle abilità sociali, la dipendenza dai social media infatti può impedire lo sviluppo di competenze comunicative essenziali, per le quali il faccia a faccia presenta un importante fonte di stimolo “corretto” e consapevole
Questa forma di stress può incidere sulla qualità del sonno delle nuove generazioni?
Certamente l’abitudine di controllare i social media prima di dormire può ritardare il momento di andare a letto e ridurre la durata del sonno, poichè interferisce con la cosiddetta “igiene del sonno”, cioè la creazione di un ambiente favorevole all’addormentamento, a causa dei numerosi stimoli attivanti
Come arginare questa forma di stress?
Alcune strategie possono aiutare a gestire lo stress derivante dall’uso dei social media come Impostare un limite giornaliero per l’uso dei social media, fare pause regolari durante l’uso dei social per ridurre l’intensità del confronto sociale, oltre ad un processo di aumento della consapevolezza sulla “verità relativa” veicolata dai social
È possibile attuare il digital detox soprattutto in vista delle vacanze estive? Se sì come?
L’estate è un buon momento se si vuole provare un digital detox. Per provare a farlo efficacemente è bene pianificare in anticipo stabilendo la durata del detox e informando amici e familiari delle tue intenzioni, spegnere le notifiche e creare dei momenti della giornata senza cellulari o computer dedicando del tempo ad attività alternative come leggere, fare escursioni o socializzare di persona. Il digital detox ha effetti scientificamente provati, come la riduzione dello stress e dell’ansia, miglioramenti nella qualità del sonno e un aumento del benessere generale. Studi hanno dimostrato che ridurre il tempo passato sui dispositivi digitali può migliorare la salute mentale e aumentare la produttività e la concentrazione. Inoltre, prendersi delle pause dalla tecnologia può migliorare le relazioni interpersonali, poiché le persone diventano più presenti e connesse nelle interazioni faccia a faccia.