È il nostro sistema nervoso autonomo (SNA) a impedirci di esprimerci e di lasciarci andare verso nuove esperienze. E condiziona anche la sicurezza verso sé stessi.
Molto spesso, infatti, scattano meccanismi che innescano paura ed eccessivo autocontrollo anche in situazioni in cui possiamo essere al sicuro. Questo inevitabilmente accade perché il nostro sistema nervoso autonomo è programmato per farci sopravvivere, proteggerci. Davanti ad esperienze che ha già classificato come pericolose e negative o che non conosce, e le reputa dannose ci consente di bloccarci
Ludovic Leroux,creatore del programma Pleine Confiance e autore del libro di self help “Il nervo vago – Addio a stress, ansia e timidezza” (Edizioni Lswr) ha spegato che ci sono molte persone vivono gran parte della loro vita nella paura, in modalità “sopravvivenza”, in maniera inconscia. Questa eccessiva protezione non risparmia assolutamente dei problemi di salute. Tra i più diffusi vi sono una come cattiva digestione, innumerevoli infiammazioni, le tensioni muscolari o i frequenti disturbi del sonno.
Le attività fisiche che modellano il nervo vago
Nel suo libro Leroux delinea una serie di attività fisiche che possono permetterci di superare le paure, andando a riprogrammare il nostro nervo vago. Il nervo vago fa parte del sistema nervoso autonomo ed è collegato al cervello e a tutti gli organi. Fare delle specifiche attività fisiche significa liberarsi da specifiche tensioni nervose. E se ci liberiamo dalle tensioni nervose, possiamo passare all’azione.
Ecco le principali attività fisiche che ci permettono di rilassarci e liberarci dalle tensioni nervose rimodellando al meglio il nervo vago:
– Yoga e pilates: sono pratiche ideali perché agiscono sulle fasce muscolari. Le fasce sono membrane sottili che avvolgono ossa, muscoli e tendini, che possono irrigidirsi e limitare così la flessibilità del corpo. Ricche di collagene, acqua e di cellule chiamate fibroblasti, le fasce sono come una rete elettrica che trasporta informazioni nel corpo. Liberandovi dalle tensioni, liberate anche la rete, donando al corpo una sensazione di sicurezza e benessere;
–Tappeto elastico: al di là dell’aspetto ludico, saltando sul tappeto elastico tutto il corpo vibra e si mette in movimento, con un effetto energizzante e stimolante per il sistema simpatico. Non è un caso che i bambini impazziscano per i tappeti elastici, ma anche gli adulti. Ha infatti un duplice effetto ossia quello di stimolare il nervo simpatico per mettere il corpo in movimento e poi ritrovare l’equilibrio omeostatico del sistema nervoso autonomo stimolando il sistema parasimpatico, ossia il nervo vago, per far scendere la pressione;
– la posa del supereroe, rivisitata: le mani sono sulle anche, il petto gonfio, la testa sollevata. Può sembrare assurdo credere che questa postura possa migliorare la nostra sicurezza, ma le ultime ricerche scientifiche lo confermano.
Ecco le diverse fasi della posa del supereroe, rivisitate per ridurre lo stress meccanico e, quindi, ridurre indirettamente l’insicurezza, aumentando la sensazione di fiducia:
– Aprite i piedi portandoli all’altezza delle anche e mettete le mani sui fianchi.
– Raddrizzate il busto, allargate le braccia in modo che siano in linea con le spalle e fate una retroversione del bacino (portate il bacino in avanti, annullando così l’arco lombare).
-Infine, senza muovere il corpo, spostate la testa all’indietro per allinearla alla colonna vertebrale, in modo da contrastare la curvatura della schiena ed evitare la cifosi. Mantenete la posizione da 3 secondi a 1 minuto, poi rilassate.
Dovreste sentire delle tensioni lungo la colonna vertebrale. Sono il segnale che il corpo si sta rilassando. All’inizio può essere sgradevole, anche doloroso per alcuni perché in quel momento state tirando il corpo, i nervi, i muscoli, le fasce.
Gli esercizi per stimolare la neurocezione
Ora scopriamo alcuni esercizi utili per stimolare la neurocezione. Quest’ultima è il nostro sistema di allarme. Funziona come un radar che ci consente di sapere se siamo al sicuro o no.
Con questi esercizi indicati da Ludovic Leroux nel suo interessante libro possiamo svilupparla diventando più consapevoli delle sensazioni che ci provoca, così da riuscire a riconoscerle e cambiarle.
Esercizio 1 – Prossimità
Mettetevi uno di fronte all’altro, a 4-5 metri di distanza e concentratevi, nel corso di tutta l’esperienza, sulle vostre sensazioni, su ciò che il corpo vi dice. In altre parole: sulla neurocezione. Fate un passo per avvicinarvi e osservate cosa cambia in voi. Se vi sentite a vostro agio, fate ancora un passo e ricominciate a osservarvi.
Che sensazioni sentite nel corpo? Cosa succede? C’è una piccola tensione, anche se solo subliminale? Esaminate tutte le sensazioni, anche la più sottile, senza cercare di raccontarvi una storia, né di rassicurarvi con frasi come “Va tutto bene, non c’è motivo di sentirsi insicuri, è un mio amico, o mia sorella”.
Continuate ad avvicinarvi e, ogni volta, scoprite cosa succede nel corpo. La minima sensazione, tensione, deglutizione o leggera agitazione, il rallentamento del respiro o restare in apnea per qualche secondo segnalano che sta accadendo qualcosa.
Sapete perfettamente di non avere nulla da temere, eppure il vostro corpo vi informa di un pericolo. Ha attivato la neurocezione per avvertire che state vivendo una situazione di insicurezza, anche se davanti a voi avete vostra sorella, vostra madre o un amico. Successivamente, sarà il cervello a rassicurarvi, quando avrà stabilito che non siete in pericolo.
Esercizio 2 – Lo sguardo
In coppia, scambiatevi tre sguardi diversi. Come prima cosa, guardate l’altra persona con sguardo scocciato, come se foste arrabbiati con lei. Naturalmente, sarà il destinatario dello sguardo a osservare le sensazioni del corpo nel momento in cui riceve l’informazione.
Mantenete lo sguardo per 20 secondi cercando di restare seri, se siete con persone che conoscete. A volte, anche con gli sconosciuti, può scappare da ridere. È una risata “nervosa” che appartiene allo stato simpatico di fuga, quando ci troviamo a disagio.
Poi, passate a uno sguardo neutro, senza espressione, perso nel vuoto, senza intenzioni, e mantenetelo di nuovo per 20 secondi. La persona che riceve lo sguardo osserverà nuovamente le sue sensazioni. Infine, terminate con uno sguardo dolce, caloroso, come se voleste trasmettere amore. Per altri 20 secondi, la persona guardata osserverà di nuovo le sensazioni del corpo. Alla fine, scambiatevi i ruoli.
È facile immaginare che uno sguardo nervoso e cupo ci farà reagire. Cogliamo un’informazione di insicurezza e, molto rapidamente, iniziamo a cercare un significato.
Attingeremo alla memoria per capire cosa possiamo aver fatto che spieghi il comportamento dell’altra persona. Il corpo si attiva per reagire all’informazione e preparare una reazione di attacco, fuga o inibizione.