“Cuore Puro”, una celebrazione della purezza e dell’autenticità. Intervista a Laura D’Angelo

Ci sono parole che arrivano dritte al cuore dei lettori e sono così potenti e veritiere tanto da attivare un vero e proprio “moto dell’anima” che si colora di emozioni pure e intense.
 

È l’effetto che fa leggere la raccolta di prose poetiche “Cuore Puro” della narratrice, poetessa e critico letterario Laura D’Angelo, edito da Interno Libri Edizioni nella collana Interno Poesia.

La prosa poetica della D’Angelo è un vero e proprio tributo alla purezza, all’autenticità dell’anima che fa la differenza in questo mondo caotico, incentrato sull’ego e sull’apparenza. Le sue parole così profonde e veritiere ci spronano a spogliarci del superfluo per recuperare l’essenza del vivere e quella leggerezza che ci accomuna con i bambini. Questo modo di vivere inedito ci consente di entrare in connessione con quella “parte bambina” che scalpita dentro di noi e che aspetta un nostro cenno per emergere ed esprimersi al meglio.

In Cuore Puro la riscoperta del nostro “fanciullino” che ci permette di osservare il mondo con occhi diversi e, capaci di cogliere la Luce e la Bellezza dove il resto del mondo scorge solo Ombre e grigiore, regna sovrana. In questo modo di osservare il mondo che ci circonda e quello che abita nell’anima, il tempo diventa un alleato, un “tempo sospeso” in cui rallentando ci si sintonizza con le proprie emozioni e con i sentimenti più nobili come l’amore in tutte le sfaccettature.

Il sentimento d’amore viene celebrato dalla D’angelo in tutte le sue sfumature anche quelle che si fa fatica ad accettare perché più dolorose e che non si riesce a “far andare via”. Un libro che fa riflettere su diverse tematiche esistenziali e che solletica le corde dell’anima in maniera unica e speciale. Trasuda tanta sensibilità, quella di una penna che è destinata a lasciare un segno.

 

In questa intervista conversiamo con Laura D’Angelo di purezza, amore e del rapporto con il fanciullino che è dentro di noi, ad ogni età.

 

Laura, come nasce l’ispirazione per la tua prosa poetica?

Come nasce l’ispirazione…beh…non saprei dire, non c’è un momento preciso. Certamente c’è una fase legata all’esperienza, alla rielaborazione, un vissuto che viene interiorizzato e poi analizzato, ci sono letture e libri e baci e pianti, ci sono odori e sensazioni, il tutto può esplodere all’improvviso. Può accadere ridendo, piangendo, tra un soffio di vento e un’onda del mare, nell’attimo di un raggio di luce che trafigge un muro sbiadito, e accende il ricordo, un sapore lontano, la ragazza di allora e la me di oggi, quella che stringe forte, o che lascia andare via. È un’ispirazione che nasce all’improvviso, nei momenti in cui mi sento più vicina a me stessa, in quei momenti in cui il dolore o l’amore, la nostalgia o una struggente dolcezza s’imprimono nella pelle, la consapevolezza della vita diventa un po’più chiara, è una folgorazione che abbraccia la me più semplice e più complessa insieme, è una tenerezza che mi spinge a scrivere ogni volta una piccola grande dichiarazione d’amore.    

 Che rapporto hai con le parole, cosa significa per te mettere nero su bianco le tue emozioni e sensazioni?

Io ho sempre scritto e letto tantissimo. Fin da piccola. Ho studiato filologia classica che è appunto “amore per la parola”, ma ho sempre scritto racconti, studi critici, recensioni, ho sempre amato la letteratura che per me costituisce lo specchio attraverso cui interpretare e narrare il mondo, il filtro attraverso cui trovare ed esprimere me stessa. Le parole definiscono realtà, e credo che usate bene le parole non tradiscono, non mentono, in quanto sono portatrici di un senso, di un significato di bellezza e verità che autentificano e sublimano la nostra dimensione umana e la nostra vera ricchezza, quella interiore come quella intellettiva, sensoriale, percettiva. Le parole sono quegli strumenti attraverso cui prendono vita la magia, la bellezza, la poesia, la memoria e la storia, l’analisi e la riflessione, sono il tentativo di dare voce al dolore, sono la compensazione alla fine, alla transitorietà dell’esperienza, eternizzano l’amore, l’esperienza individuale è con una narrazione che si fa universale.

Cuore Puro è un tributo alle anime pure. Cosa caratterizza la purezza di un’anima secondo te?

Credo che la purezza ci sia nella autenticità, nella verità e soprattutto nella semplicità, nel ricordarci che nell’umanità ci sono tanta bellezza e sacralità. Oggi l’apparenza, in base ad un principio falso di perfezione estetica, esistenziale, edonistica, produttiva nel senso materialistico del termine, ha preso il posto della realtà, e infatti si soffre molto di solitudine e di abulia emotiva. Tra tanti oggetti che brillano penso che sia importante porre attenzione anche alla bellezza dell’anima. Il mio libro parla di purezza, di un cuore che soffre e magari sbaglia e tuttavia ama e sente. La vita ci viene incontro all’improvviso, pensiamo di difenderci e invece ci schermiamo, ci innamoriamo, ci piacciono le piccole cose e poi in realtà siamo capaci di grandi batticuori.  

Nella tua prosa poetica l’amore è visto come un sentimento nobile che va vissuto “”senza se e ma” con pienezza, anche se non risparmia dolore e sofferenza. Che ruolo ha l’amore nella tua vita artistica e non solo?

L’amore è esperienza fondamentale, è un sentimento totalizzante, che autentifica me stessa e le mie azioni. Nel libro scrivo che alla fine sono sempre una ragazzina che si improvvisa un’adulta, perché l’amore fa di questi scherzi, annulla il tempo, il cuore giovane è il cuore che ama. L’amore non è soltanto il pugno e il volo, un pensiero felice o una cicatrice, ma è anche e sempre il continuo, l’inizio di tutto.

La lettura dì Cuore Puro inevitabilmente ci mette in connessione con la parte bambina del nostro essere. Che rapporto hai con essa?

Credo che il fanciullino interiore sia fondamentale. Soltanto se riusciamo ad ascoltare le parti più vere di noi stesse possiamo capire la fragilità altrui, il bisogno di riconoscimento e di cura e attenzione. La fantasia è materia viva, è espressione di intelligenza e sensibilità, credo sia molto triste diventare adulti che non sanno più piangere per un dolore, che non sanno più sorridere ai bambini per strada.

È possibile mantenere attiva e vitale la parte bambina che scalpita dentro di noi?

È possibile, ma non è facile. Anzi, il più delle volte è difficile, perché crescere, come ci insegnano le fiabe, significa perdere, staccarsi da quello che si ha, significa imparare a lasciare andare. Per me che mi affeziono è un dolore davvero lacerante. Eppure sono proprio i bambini a conoscere le parole giuste, e sono sempre le parole della gentilezza, della semplicità, del “ci sono io con te”. Ho scritto “Cuore puro” cercando quella semplicità, sperando di ritrovare quel candore, quel nitore che solo quando si è giovani forse risplende pieno di stupore e meraviglia.  

Hai dedicato due prose poetiche a due città meravigliose come Pescara e Torino. Che legame hai con esse?

Sono entrambe due città a cui sono affezionata, adoro Torino, è una città magica, sa di colori autunnali eppure risplende di raffinata e dorata grazia. Sono due città evocative di una certa malinconia, ho bisogno di quella grazia scomposta, di quei colori che si spengono sul fiume per accendersi in una bellezza per me autentica e sentita.   

In Dimenticare scrivi “Ci sono amore e dolore anche nel lasciare andare. Vivere alla fine è imparare a mettere da parte, vivere è un cuore spezzato che batte, vivere è crescere di rimpianti e amori, vivere è imparare a dimenticare”. Meglio vivere di rimpianti o di rimorsi?

Meglio vivere fedeli a se stessi, ai propri ideali, ai propri valori. È il cuore, che alla fine, come dico più volte, conserva tutto quello che conta. Magari imparando a non soffrire troppo, per ciò che non ha valore. O di fare della sofferenza un’esperienza per migliorarsi, per sublimare, per maturare, per la bellezza da intuire sottovoce e da accudire, per l’amore.

A chi consigli la lettura di Cuore Puro?

Consiglio questo libro a chi ha voglia di riflettere, ma anche a chi ha voglia di musicalità (in prosa), a chi ha voglia di puro sentimento. Ma io sono sempre timida, spero che il libro arrivi a chi abbia bisogno di leggerlo davvero, e possa specchiarsi nelle mie parole (ed io attraverso i suoi sguardi).

Progetti futuri…

Tanti. Racconti. Altre prose. Un lavoro critico sulla letteratura contemporanea. Vorrei dedicarmi alla narrativa, e continuare i miei studi sulla letteratura e poesia contemporanea. E poi qualche rima, un pezzetto di cielo, di mare, qualche cuore da soffiare come fanno i bambini per una nuova piccola dichiarazione d’amore.