Arrestato uomo che voleva uccidere Trump: “Sempre più determinato”

Ryan Routh, un 58enne con un passato controverso e un lungo elenco di precedenti penali, è stato arrestato ieri dopo aver tentato di assassinare Donald Trump durante una partita di golf in Florida. Gli agenti del Secret Service hanno aperto il fuoco su di lui mentre si trovava nei pressi del campo, armato di un fucile AK-47 con mirino. Nella sua attrezzatura sono stati trovati anche due zaini contenenti apparecchiature video, segno che l’uomo era ben preparato per documentare l’azione.

Routh, conosciuto per le sue dichiarazioni radicali e per il suo sostegno all’Ucraina durante la guerra contro la Russia, aveva già attirato l’attenzione dei media nel 2022. In un’intervista con l’Afp, lo stesso anno, aveva definito il presidente russo Vladimir Putin un “terrorista” e aveva lanciato un appello per un movimento popolare contro l’invasione russa in Ucraina. Dichiarazioni forti che ora si riflettono nel suo tentativo di attentare alla vita dell’ex presidente degli Stati Uniti, che ha sempre sostenuto posizioni forti sulla politica estera americana, inclusi i rapporti con la Russia.

Le indagini sul passato di Routh hanno rivelato una lunga scia di comportamenti estremisti. Nel 2022, sui suoi profili social, aveva espresso il desiderio di combattere per l’Ucraina, affermando che avrebbe voluto “bruciare il Cremlino fino alle fondamenta” e dimostrandosi disposto a morire per la causa ucraina. Secondo quanto riportato dalla CNN, lo stesso anno, Routh si recò in Ucraina, dove cercò di unirsi alla resistenza contro l’invasione russa. Tuttavia, un ufficiale della legione straniera ucraina ha dichiarato che l’uomo, pur contattando più volte l’unità, non è mai stato accettato nelle file dei combattenti volontari a causa delle sue “idee deliranti” e delle proposte poco realistiche che presentava.

Anche in patria, Routh ha tentato di reclutare combattenti, cercando di arruolare coscritti afgani attraverso i social media per unirsi alla guerra in Ucraina. Sebbene non abbia mai ricevuto risposte significative, questo non lo ha fermato dal presentarsi come un intermediario per la resistenza ucraina, alimentando la sua personale lotta ideologica contro il Cremlino.

In un libro pubblicato in autonomia su Amazon, Routh ha raccontato le sue delusioni sulla guerra in Ucraina, definendola “impossibile da vincere” e denunciando il fallimento della democrazia occidentale nel proteggere Paesi come l’Ucraina e Taiwan. Ha anche espresso forte critica nei confronti della presa di potere dei Talebani in Afghanistan e delle minacce militari cinesi verso Taiwan, dipingendo un quadro cupo del futuro geopolitico mondiale. Nonostante i suoi tentativi di costruire droni con ingegneri internazionali per sostenere lo sforzo bellico ucraino, i suoi progetti non si sono mai concretizzati, lasciandolo profondamente frustrato e isolato.

Il primo ministro ungherese Viktor Orban, uno dei più stretti alleati di Trump in Europa, ha espresso preoccupazione per la sicurezza dell’ex presidente americano, affermando su X che “la vita di Trump è in pericolo finché non tornerà alla guida degli Stati Uniti”. Anche il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha condannato fermamente l’attacco, definendolo un “spregevole secondo attentato” contro Trump e lodando il suo contributo alla sicurezza di Israele. In Italia, il vicepremier Matteo Salvini ha espresso la sua totale solidarietà a Trump, denunciando il clima di violenza politica che circonda il tycoon, dichiarando che né i processi né i fanatici fermeranno la sua avanzata.

Le indagini continuano a scavare nel passato di Routh, che non è nuovo a episodi di violenza. Nel 2002, fu arrestato per possesso di una mitragliatrice, considerata all’epoca un'”arma di distruzione di massa” dalla polizia, in un contesto di massima allerta dopo gli attacchi dell’11 settembre. Con una lunga lista di reati minori e maggiori alle spalle, l’arresto di ieri non è che l’ultimo episodio di una vita segnata da estremismi e idee radicali.

Nonostante la gravità dell’attacco, Trump ha dichiarato di non essere intimidito, affermando di essere “sempre più determinato” a proseguire la sua corsa politica e la sua lotta per “restaurare l’America”. L’arresto di Routh è visto come un segnale allarmante del clima di crescente polarizzazione e violenza politica negli Stati Uniti, un contesto che continua a sollevare preoccupazioni sia all’interno del Paese che a livello internazionale.