L’importanza delle soft skills in ambito imprenditoriale.

Intervista all’imprenditore e formatore Massimo Martinini

In Italia, ci sono oltre 5,9 milioni di imprenditori attivi, ma il panorama delle nuove imprese è particolarmente sfidante.

Infatti, circa il 30% delle nuove aziende fallisce entro i primi tre anni di attività.  Questa percentuale, secondo i dati Istat, aumenta considerevolmente nei primi cinque anni, arrivando a oltre il 50%. Le cause principali di questi fallimenti imprenditoriali includono la mancanza di una pianificazione adeguata, difficoltà finanziarie, e l’assenza di competenze imprenditoriali specifiche​ come la capacità di comunicazione e di pianificare strategie di marketing efficaci.

Queste mancanze nel mondo imprenditoriale odierno vengono messe in evidenza dall’imprenditore, speaker, autore e formatore di fama nazionale, Massimo Martinini che condivide con gli imprenditori la sua esperienza pluriventennale nella crescita delle imprese attraverso il suo progetto “Pillole di Business“.

L’obiettivo di Martinini è a guidare gli imprenditori e i professionisti nel miglioramento del proprio business, partendo dalle basi e dalla loro gestione quotidiana. Di questo progetto e dell’importanza vitale dello sviluppo delle soft skills in ambito imprenditoriale conversiamo con il noto imprenditore e formatore in questa intervista in cui ci fornisce tanti spunti di riflessione e azione.

Quanto dura in media la vita di un giovane imprenditore italiano oggi?

La vita media di un giovane imprenditore italiano non è lunga come vorremmo, e questo è un dato di fatto. Molti business falliscono entro i primi 5 anni. Incredibile ma vero, una valanga di imprenditori si trova costretta a chiudere i battenti prima ancora di aver davvero capito come far funzionare l’azienda, o quali errori abbiano commesso. E parlo per esperienza personale, ci ho messo anni a capire perché uno dei miei primi business, un ristorante sulla spiaggia di Rimini, sia stato un fallimento completo.

Quali sono le cause di questo fenomeno?

Sono molteplici. Prima di tutto, c’è un’enorme mancanza di formazione imprenditoriale. Tanti si buttano nel business senza alcun piano, seguendo magari il sogno di diventare il “prossimo grande imprenditore”, ma non conoscono le basi del marketing, della gestione finanziaria o delle dinamiche di mercato. Poi c’è la mentalità italiana: si tende sempre a incolpare l’esterno per i propri fallimenti, invece di prendersi la propria responsabilità.

Quanto sono importanti le strategie di comunicazione all’interno di una realtà imprenditoriale odierna?

Se non comunichi, non esisti. Questo vale per ogni impresa, piccola o grande; soprattutto per una nuova attività. La comunicazione oggi è fondamentale, sia per attrarre clienti che per mantenerli. Io la considero “la benzina dell’azienda”. Se non riesci a far sapere all’esterno chi sei e cosa fai, come puoi aspettarti che qualcuno ti noti? Avere una strategia di comunicazione efficace è la chiave per posizionarsi sul mercato e distinguersi dalla concorrenza.

Quali sono le soft skills di cui non si può fare a meno?

Tutti pensano alla comunicazione: saper spiegare in modo chiaro e convincente quello che fai è essenziale, ma è una competenza “delegabile”; puoi trovare qualcuno che lo faccia al posto tuo. Io ne ho identificate due fondamentali, dopo essermi confrontato con diverse centinaia di imprenditori. La capacità di problem solving: perché i problemi non mancheranno mai, e devi essere pronto a risolverli. E la capacità di porsi obiettivi: chi avvia un nuovo business solitamente se ne pone uno iniziale, che mira a raggiungere il sostentamento; per dirlo in modo semplice, “punta ad arrivare a fine mese”. Una volta raggiunto, non se ne definiscono di nuovi e l’attività resta ferma; ma sono proprio gli obiettivi che ci pongono a fare nuove azioni, che altrimenti non faremmo, che a loro volta portano alla crescita del business.

Come apprenderle e coltivarle all’interno della propria realtà imprenditoriale?

Leggere, guardare corsi, ascoltare podcast, sono tutte azioni che permettono di migliorare e di crescere come persone e come imprenditori. Personalmente, il modo che ritengo migliore è quello di farsi seguire da un mentore, da una persona che ha già ottenuto i risultati che cerchi, o ha le competenze che vuoi sviluppare, e farsi seguire personalmente. Per fare una metafora, possiamo vederlo come un personal trainer per una persona che si allena in palestra. Sarà sempre più efficace di qualunque altra soluzione (ovviamente se il personal trainer è preparato).

Come nasce l’idea di creare il suo progetto Pillole di Business per supportare le aziende italiane nel loro percorso di sviluppo?

Sentivo di avere tante competenze da condividere in ambito imprenditoriale, informazioni da dare a persone che si trovavano nella mia stessa situazione vissuta 20 anni prima. Se avessi avuto le informazioni che condivido nelle pillole, quando aprii il mio ristorante sulla spiaggia, sono più che certo che le cose sarebbero andate diversamente. Continuavo però a vedere – e lo vedo ancora oggi – persone che fanno gli stessi errori fatti da me a quei tempi, e questo mi ha dato la spinta di lanciare le Pillole di Business.

Qual è il suo compito in questo progetto?

Ispirare e fornire strategie pratiche, per evitare che altri commettano errori che oggi mi sembrano banali, ma che per chi è agli inizi, così banali non sono. Condivido ogni giorno consigli, strumenti e idee che possono davvero fare la differenza nella vita e nel business di chi mi segue. E lo faccio con la massima trasparenza, con l’obiettivo di evitare errori che possono costare la vita imprenditoriale.

A chi consiglia Pillole di Business?

A tutti quelli che non si accontentano, che vogliono crescere, sia a livello personale che professionale. È perfetto per imprenditori, liberi professionisti, studenti di business o marketing, e chiunque abbia il desiderio di migliorare e fare un salto di qualità nel proprio lavoro. Se ti riconosci in questa descrizione, allora Pillole di Business fa per te! È possibile seguirmi sui principali social, o iscrivendosi alle pillole di business via e-mail da questa pagina:

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