Nel Salento nasce Eden CampoMadre, un grande parco di biodiversità a Calimera, un piccolo centro vicino Lecce. L’intenzione degli imprenditori, Rita Guia Baldo e Giorgio Sergio, che hanno investito sul progetto è che diventi il più grande parco di biodiversità del Sud Italia. Sarà un campo probabilmente aperto al pubblico per percorsi didattici, visite guidate ed eventi e spettacoli. Il parco è molto esteso e conta circa 50 ettari. L’apertura ufficiale sarà ad aprile 2025, noi abbiamo avuto il piacere di intervistare Rita e Giorgio.
CampoMadre: l’intervista a Rita e Giorgio
Cos’è CampoMadre?
“L’inizio di una storia d’amore con la vita, con la natura ritrovata, con il pianeta, con il benessere.”
Perché avete deciso di dare il nome Eden CampoMadre?
“Perché crediamo che l’Eden non sia un mito. Dall’osservazione degli ecosistemi in natura, qualunque campo, se lasciato a se stesso, con un minimo di condizioni ambientali, presto si ricopre di quelle che noi chiamiamo erbacce, poi verranno i rovi – con la funzione di proteggere i giovani alberi – e quando i giovani alberi avranno preso slancio, erbe e rovi cederanno il posto al sottobosco. In una decina d’anni avremo creato un piccolo paradiso che si prenderà cura di tutto il suo ecosistema, sostenendo in maniera spontanea la sua flora e la sua fauna.”
Cosa si trova venendo a Canpo di Marte?
“Si ha la possibilità di sperimentare l’abbondanza naturale 500.000 mq di antichi boschi, frutteti di frutta antica, campi di lavanda e di manuka, apiari olistici, uliveti millenari e leccini resistenti alla xylella, laghetti di ninfee e laghetti di fiori di loto con le libellule, anfiteatri sul lago, percorso fioriture, bancali, coltivazione su paglia, campi di rewilding, nuovi frutteti tropicali, carbonaie, il più grande orto sinergico d’Italia…”
Come è nata l’idea?
“Ci siamo chiesti: che succede se quel sistema lo ricreiamo a casa nostra, diciamo con un ettaro di terreno? Se gli diamo il giusto design e piantiamo un terzo di frutteto, un terzo di bosco e un terzo libero per le nostre orticole più o meno perenni, un biolago naturale e le nostre attività? Avremo creato un piccolo Eden che sosterrà noi e la nostra famiglia più o meno per sempre, diventando sempre più forte e virtuoso con il passare del tempo. Quell’Eden nel suo piccolo pulirà l’acqua con le sue piante, mitigherà le temperature e genererà aria pulita con il suo verde creando persone migliori che avranno il loro piccolo regno, di pace, armonia e sostegno. Invece di andare al supermercato a comprare la frutta dopo aver lavorato tutto il giorno per fare i soldi per comprarla, quella persona nel suo Eden privato uscirà e prenderà il fico, la mela, la pera direttamente dal suo albero. Prenderà la lattuga, i carciofi, gli asparagi direttamente dal suo orto sinergico. Basta piantare il seme di un albero per avere la migliore delle frutte gratis per tutta la vita.”
Dice un vecchio proverbio che se ognuno spazzasse di fronte a casa sua, tutto il mondo sarebbe pulito. Se tutti creassero il loro giardino incantato, non sarebbe tutto il mondo un giardino incantato?
“A Eden CampoMadre quel giardino incantato lo abbiamo fatto diventare un parco dove immergersi per un’intera giornata e ritornare a sperimentare la meraviglia di vivere in armonia con il pianeta, piuttosto che da separati in casa, confinati dentro a cubicoli di cemento, in un appartamento tra gli appartamenti in quelle che chiamiamo le nostre città.”
Perché avete scelto il Salento? Perchè il piccolo paese di Calimera?
“Il parco, con la sua area naturalistico-archeologica si trova a Borgo San Biagio, un borgo medioevale in cui, intorno all’anno mille, i monaci bizantini – nella seconda ondata di colonizzazione greca dopo quella del periodo classico – hanno dato origine a quello che poi si sarebbe trasformato nel paese di Calimera. È un luogo ricco di storia antica con la cripta ipogea di quei monaci, la chiesetta e alcuni degli stessi alberi di ulivo piantati da quei monaci. Ma ha anche una storia millenaria molto più antica e affascinante con i dolmen, le cave, gli antichi tratturi. Il parco si trova proprio al centro di quelli che erano gli antichi boschi di leccio che un tempo ricoprivano l’intero Salento. Luogo fertile di mitologia intorno, con il megalite della Sacra Roccia di San Vito, la pietra della grande madre e del rito della fertilità. Le stratificazioni della storia sono palpabili in ogni angolo di questo che è stato cuore e centro di quella che poi sarà la Grecìa Salentina. Una storia multi-millenaria che da dolmen e cripte, passa per la casa estiva di Vito Domenico Palumbo, il poeta che all’inizio del secolo proprio lì, nella sua casetta estiva, scriveva Kali Nifta, la canzone simbolo del patrimonio musicale salentino. “
In un territorio, come il Salento, martoriato da virus come la Cylella, cambiamenti climatici, crescita delle temperature, incendi… ha senso parlare di abbondanza naturale?
“Non solo ha senso, ma è vitale! Se lo si osserva, il pianeta ha sistemi impeccabili e una resilienza infinita. Non saremo noi a distruggere il pianeta, pensarlo è una grossa ubriacatura d’importanza personale. Al pianeta basta un terremoto, un’eruzione, un maremoto, un’era glaciale o qualunque altro evento per scrollarci via per sempre e riprendere i suoi immensi virtuosi cicli. Quello che noi possiamo distruggere è la nostra possibilità di esistenza su questo pianeta. E proprio in questo nostro Salento che sta diventando un avamposto, una zona di frontiera minacciata dalla desertificazione, un’oasi di abbondanza naturale che ne esplora le possibilità e le soluzioni, non è solo vitale, ma è un’oasi di speranza per noi tutti. Possiamo vivere con o contro la natura: qui in Salento con i virus, gli aumenti delle temperature, gli incendi, stiamo cominciando a vedere i risultati delle nostre pratiche disfunzionali. Ma la funzionalità della natura è sempre lì a nostra disposizione pronta ad accoglierci a braccia aperte. Tutto quello che dobbiamo fare perché il pianeta, la natura si riprenda, è in realtà toglierci di mezzo e lasciar fare a chi in milioni di anni di evoluzione ha sempre dimostrato di saperlo fare magistralmente. Oppure possiamo collaborare e co-creare con quella splendida natura e allora la storia d’amore che ci sta aspettando può mutare il destino di questa nostra amata e bistrattata umanità”.