La ragazza senza radici di Cristina Caboni. Recensione

Il passato inevitabilmente gioca un ruolo fondamentale nelle nostre esistenze.

Quello che siamo nel presente e quello che costruiremo nel futuro inevitabilmente è influenzato da esso. Che sia un passato tormentato o uno roseo ad esso non si sfugge mai. Più ti allontani dal passato e più esso ti rincorre ed emerge quando meno te l’aspetti. Basta davvero poco, un incontro, un profumo, una canzone, la pagina di un libro. Il problema si presenta quando non si conosce esso fino in fondo, quando qualche elemento sfugge alla propria cognizione.

Ne sa qualcosa Adeline, la protagonista de “La ragazza senza radici” il nuovo emozionante e memorabile romanzo di una delle scrittrici italiane più amate anche all’estero, Cristina Caboni, edito da Garzanti.  La giovane Adeline non conosce l’identità dei suoi genitori perché fu abbandonata alla nascita e cresciuta in una casa famiglia. Il suo cruccio e tormento è stato sempre quello di conoscere le sue origini, di capire le motivazioni dell’abbandono da parte di sua madre, di sapere chi sia. Nonostante la sua infanzia difficile Adeline si è realizzata nel mondo professionale come archivista grazie a Damien, l’educatore che dai tempi della casa famiglia le è stato sempre al suo fianco come il padre tanto desiderato.

Un incontro dettato dal Destino

Improvvisamente la via di Adeline si intreccia con quella di Miranda un’anziana facoltosa, proprietaria di una tenuta produttrice di un vino che riposa sul fondale sabbioso del mare a Sanremo che un girono si reca nel municipio nel quale lavora Adeline per fare ricerche su suo figlio morto che crede sia ancora in vita perché della registrazione della sua nascita e della successiva morte alla nascita nel 1949 non c’è alcuna traccia.

Adeline che è una ragazza molto altruista e generosa decide di aiutare Miranda nelle ricerche di suo figlio nonostante Damien cerca in ogni modo di ostacolarla. Nell’indagare sulla vita di Miranda e di suo figlio Adeline capirà quanti segreti le famiglie celano al loro interno ma lei imperterrita andrà avanti nelle sue indagini sino a scoprire una verità sorprendente che lega Miranda alla persona meno sospetta.

Le storie di donne resilienti

Ancora una volta la Caboni con i personaggi di Adeline e Miranda racconta le vite di donne coraggiose, determinate e resilienti che hanno trasformato le loro debolezze e fragilità in punti di forza. La storia di Miranda e del suo coraggio nel reinventarsi dopo un dramma molto difficile da superare, ossia la morte del proprio figlio, unica ragione di vita, inevitabilmente rimarrà impressa nella mente e nel cuore dei lettori.

Ancora una volta tra le pagine scritte dalla Caboni, assistiamo ad un “incrocio di destini”, di incontri che lasciano il segno e cambiano direzione e attribuiscono nuovi significati all’esistenza.  Questo libro infonde speranza nel genere umano perché se al mondo esistono persone come Adeline e Miranda che sanno ancora prendersi cura degli altri e lottare per amore significa che la vita è meravigliosa nonostante le brutture del mondo e l’egoismo che dilaga.

La Caboni ci insegna quanto sia importante nella propria esistenza contare su una rete di relazioni umane significative che ci apprezzano per quello che siamo, comprese le proprie crepe e fragilità. Un altro insegnamento che si coglie dalla lettura di questo libro è che è vero che il passato non si può cambiare ma il presente è la dimensione alla quale apparteniamo e tutti i torti subiti, le sofferenze che ci portiamo dentro possono essere sopperite nella pienezza del vivere, qui e ora, scrivendo giorno dopo giorno le pagine della propria vita a testa alta, con fierezza, coraggio e audacia.