Italiani e AI, il 46% non utilizza i chatbot. Lo studio

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Secondo una nuova ricerca di NordVPN  società di cybersecurity, gli italiani sono ancora scettici nei confronti dell’AI.

Quasi un terzo degli utenti italiani teme che la tecnologia AI si stia sviluppando troppo rapidamente, mentre un quarto non è disposto a condividere informazioni sensibili con i chatbot. La stragrande maggioranza degli utenti italiani (88%) non crede di essere in grado di saper riconoscere le immagini generate dall’AI, sebbene il 14% dichiari di averne create personalmente utilizzando un chatbot. 

Gli italiani frustrati dai chatbot AI

In Italia, l’uso dei chatbot AI è ancora limitato, con solo il 9% degli utenti che li utilizza quotidianamente. Le persone sembrano preferire l’assistenza umana e il 16% degli intervistati dichiara di sentirsi infastidito quando le aziende si affidano ai chatbot per il servizio clienti. Questo sentimento è particolarmente diffuso tra la persone appartenenti alla Generazione X (44-59 anni). 

Quasi un terzo (28%) degli utenti teme che l’intelligenza artificiale stia evolvendo troppo rapidamente, con i Baby Boomers (tra i 60 e i 78 anni) che manifestano la preoccupazione più grande, raggiungendo il 34%. Questi timori, insieme alle attuali limitazioni dei chatbot AI, contribuiscono a una loro adozione ancora lenta nella vita quotidiana. Sebbene solo l’11% degli intervistati esprima preoccupazione per il fatto che l’AI li sostituirà nel lavoro, i più preoccupati sono gli appartenenti alla Generazione Z (18-27 anni). 

I Millennial sono i meno interessati ad apprendere l’uso dell’AI

Il 27% degli italiani sta cercando di approfondire le proprie conoscenze sull’AI per adattarsi meglio al futuro tecnologico. In particolare, circa il 30% della Generazione Z e della Generazione X mostra un forte interesse. Questi dati sfidano gli stereotipi comuni, dimostrando che sia le generazioni più giovani che quelle più anziane sono ugualmente impegnate nell’apprendimento dell’AI. Quest’ultime non sono affatto indifferenti ai progressi tecnologici, considerando che nello specifico i Baby Boomers sono indietro di solo un punto percentuale.

Tuttavia, i Millennial (persone di età compresa tra i 28 e i 43 anni) mostrano ancora diffidenza.  Di fatti solo un decimo degli intervistati utilizza regolarmente i chatbot di intelligenza artificiale nel tempo libero, ad esempio per generare immagini, mentre solo l’8% li impiega per motivi professionali e il 7% li usa come strumento di supporto a scuola o all’università.

I consigli dell’esperto su come sentirsi più sicuri

Un quarto degli intervistati evita di condividere dati sensibili con l’AI a causa della mancanza di fiducia, contribuendo al fatto che solo il 3% degli italiani ha subito una truffa legata all’intelligenza artificiale. I gruppi più scettici, che esprimono una marcata sfiducia nei confronti dell’AI, sono i Baby Boomers e le persone attualmente disoccupate.

Questo dimostra che gli italiani sono particolarmente cauti riguardo alle truffe legate all’AI. Per promuovere comportamenti più sicuri, Marijus Briedis  Marijus Briedis, CTO di NordVPN  società di cybersecurity, condivide alcuni utili consigli:

  • Evita di condividere dettagli sensibili come nome e cognome, indirizzo, informazioni finanziarie o altri dati personali, a meno che non sia assolutamente necessario;
  • Prima di utilizzare un chatbot, leggi attentamente l’informativa sulla privacy del fornitore di servizi per comprendere come i tuoi dati vengono raccolti, archiviati e utilizzati.
  • Se possibile, considera l’utilizzo di pseudonimi, indirizzi email temporanei o reti private virtuali (VPN) per nascondere la tua vera identità e la tua posizione.
  • Non condividere informazioni personali in ambienti pubblici o non protetti, come le reti Wi-Fi aperte, perché le tue conversazioni potrebbero essere intercettate o ascoltate.
  • Assicurati che i dispositivi e le app che utilizzi per accedere ai chatbot AI siano sempre aggiornati con le ultime patch di sicurezza, per ridurre al minimo le vulnerabilità.
  • Se ti imbatti in una qualsiasi attività sospetta o non autorizzata relativa ai tuoi dati personali durante o dopo l’utilizzo di un chatbot AI, segnalala immediatamente al fornitore del servizio e alle autorità competenti.