L’Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC), composta da 57 Paesi membri, ha ufficialmente adottato il piano egiziano per il futuro della Striscia di Gaza, trasformandolo in un’iniziativa “arabo-islamica”. La decisione è stata presa durante una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri dell’OIC, convocata a Gedda in risposta alla controversa proposta del presidente americano Donald Trump, che prevedeva il trasferimento dei palestinesi e il controllo della Striscia da parte degli Stati Uniti.
Il piano egiziano, già approvato dalla Lega Araba, prevede un investimento di 53 miliardi di dollari per la ricostruzione di Gaza e il ritorno dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) al comando, escludendo Hamas dalla gestione della Striscia. L’obiettivo è garantire la stabilità e lo sviluppo economico della regione, preservando la presenza dei palestinesi sul loro territorio. “Questo piano rappresenta una risposta forte e unitaria alla proposta di Trump,” ha dichiarato il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty.
La proposta di Trump, che mirava a trasformare Gaza in una “Riviera del Medio Oriente” senza la presenza dei palestinesi, è stata ampiamente criticata dai leader arabi e islamici. Il piano egiziano si pone come un’alternativa concreta e inclusiva, rafforzando l’unità tra le nazioni arabe e islamiche nella difesa dei diritti del popolo palestinese.
Con l’adozione del piano egiziano, l’OIC invia un messaggio chiaro: la comunità arabo-islamica è determinata a prendere in mano il futuro di Gaza, opponendosi a soluzioni imposte dall’esterno. Questo piano rappresenta non solo un passo verso la ricostruzione della Striscia, ma anche un simbolo di solidarietà e autodeterminazione per il mondo arabo-islamico.

