Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Computers in Human Behavior suggerisce che rinunciare allo smartphone, anche solo per tre giorni, può avere un impatto significativo sull’attività cerebrale.
La ricerca, condotta su 25 volontari e coordinata da Mike M. Schmitgen dell’Università di Heidelberg (Germania), ha rivelato che una breve pausa dal telefono non solo cambia la nostra attività cerebrale, ma stimola anche i recettori della dipendenza, simili a quelli attivati dal fumo o dall’alcol.
Secondo i risultati dello studio, la “privazione” di smartphone, anche per un periodo relativamente breve, come tre giorni, attiva nel cervello circuiti associati alla dipendenza, proprio come avviene con altre sostanze che creano assuefazione. Questo effetto sarebbe legato alla riduzione immediata della stimolazione che gli smartphone forniscono, un continuo flusso di notifiche, messaggi e informazioni che ormai caratterizza la vita quotidiana di milioni di persone.
Durante il periodo di astinenza, i partecipanti hanno mostrato un aumento dell’attivazione cerebrale in aree coinvolte nei comportamenti legati alla gratificazione e alla ricerca di ricompensa, analoghe a quelle che si attivano durante il consumo di sostanze come alcol e tabacco. Questi risultati suggeriscono che l’utilizzo costante del telefono può indurre meccanismi di dipendenza neurologica, con il cervello che si abitua al rapido accesso a stimoli digitali, creando un ciclo che può essere difficile da interrompere.
Lo studio sottolinea anche che questa “dipendenza digitale” non riguarda solo il contenuto consumato tramite smartphone, ma anche l’uso del dispositivo in sé. Il semplice atto di utilizzare frequentemente il telefono sembra essere sufficientemente potente da attivare i circuiti cerebrali associati alle dipendenze.
Sebbene la ricerca non indichi che l’uso degli smartphone debba essere completamente evitato, suggerisce che periodi di disconnessione potrebbero essere utili per contrastare gli effetti negativi della dipendenza digitale, restituendo al cervello una pausa dai continui stimoli. Inoltre, gli esperti suggeriscono che momenti di astinenza, anche brevi, possono favorire una maggiore consapevolezza rispetto al nostro rapporto con la tecnologia e aiutare a ridurre la percezione di “necessità” costante del dispositivo.
Questo studio mette in luce un aspetto importante del nostro rapporto con la tecnologia moderna, evidenziando la necessità di riflettere sul nostro comportamento digitale e sulle sue implicazioni a lungo termine per la salute mentale e fisica. Il “digitale detox” potrebbe non essere solo una moda passeggera, ma una necessità per tutelare il nostro benessere psicologico e cerebrale.