Pelle e sole, quali i benefici e i rischi. Intervista al Dottor Umberto Borellini

Pelle e sole, quali i benefici e i rischi. Intervista al Dottor Umberto Borellini Pelle e sole, quali i benefici e i rischi. Intervista al Dottor Umberto Borellini

Le ultime ricerche lo hanno confermato: il sole offre innumerevoli benefici alla nostra salute. 

Ma occorre prestare attenzione a molteplici fattori quando ci si espone ai suoi raggi che possono diventare dannosi per la salute della pelle. Sull’argomento abbiamo consultato il Dottor Umberto Borellini specializzato in Scienza e tecnologia cosmetiche autore del bestseller “Manuale di Cosmetologia”, Edizioni Edra.

Dottor Borellini quali sono i benefici del sole per la salute del nostro organismo?

I vantaggi del sole, se ci si espone in modo corretto, sono più numerosi dei rischi che si corrono evitandolo in ogni modo. Pochi sanno che l’esposizione al sole fa bene al cuore, in quanto è in grado di aumentare la produzione di nitrossido, una molecola che dilata i vasi sanguigni riducendo la pressione. Un effetto talmente positivo da allungare la vita: dati raccolti su trentamila persone seguite per 20 anni, hanno fatto emergere che, soprattutto nei Paesi nordici, circa il 3% dei decessi era correlato a una scarsa esposizione solare.

In Italia com’è la situazione?

I danni da carenza riguardano anche l’area mediterranea: 8 italiani su 10 presentano un deficit di vitamina D, che viene prodotta principalmente nella pelle grazie all’esposizione solare.
Senza considerare che la carenza di vitamina D, oltre a spianare la strada all’osteoporosi, porta a maggior rischio di altre patologie quali diabete, malattie autoimmuni, alcune tipologie di infezioni, e anche tumori.

I raggi solari sono da demonizzare?
Quasi come fossero ormoni, i raggi solari modulano l’attività del sistema immunitario e stimolano la produzione di sostanze antibatteriche.
Non solo: i tanto vituperati raggi UV regolarizzano il ricambio cellulare, donando sollievo a chi soffre di psoriasi e di dermatite atopica. La luce solare inoltre regola il tono dell’umore e il ciclo sonno-veglia, con conseguenze benefiche per psiche e metabolismo; in più previene la “sindrome da malilluminazione” che colpisce chi passa troppo tempo in ambienti chiusi, provocando aggressività, eccessiva stanchezza, sonnolenza e aumento di peso, poiché l’organismo reagisce alla scarsità di sole come se fosse in perenne letargo.


Come esporsi al sole correttamente e proteggersi?
Per godere a pieno degli effetti benefici del sole, limitando per quanto possibile i rischi derivanti, è importante esporsi gradualmente e con buon senso, ponderando tempi e modi e proteggendosi in maniera adeguata, tenendo conto anche di fattori quali l’età e il tipo di pelle.
A prescindere dal tipo di pelle (chiara, olivastra o scura) l’imperativo, soprattutto durante le prime esposizioni, è di utilizzare sempre un’alta protezione (indicata dal SPF [Sun Protection Factor], il fattore di protezione solare) nei confronti degli UVB, riducendola gradualmente man mano che la melanina viene prodotta dai melanociti, senza mai dimenticare anche gli altri raggi, gli UVA, insidiosi per i tessuti profondi che, sotto l’attacco di queste radiazioni, innescano il famigerato “foto-invecchiamento”.
Oggi queste problematiche possono essere mitigate utilizzando formulazioni potenziate con specifiche sostanze riflettenti, nonché con ingredienti anti-age, protettivi, restitutivi e idratanti.


Come scegliere la propria protezione?
Per scegliere la protezione solare appropriata occorre innanzitutto conoscere i 6 fototipi cutanei (vedi la tabella in fondo al testo).
La risposta clinica e la risposta pigmentaria all’esposizione al sole sono diverse per ciascun fototipo. Dopo aver stabilito il fototipo, è possibile selezionare il filtro solare più adatto.
Il fattore di protezione (SPF) è riferito ai soli UVB ed è indicato sulla confezione con un numero che rappresenta un moltiplicatore.
Per esempio, se in condizioni normali, senza protezione, la pelle si arrossa dopo 10 minuti di esposizione, l’applicazione di una crema solare a fattore di protezione 6 permette di “allungare” di ben 6 volte (1 ora) e senza rischi il tempo di esposizione.
Ovviamente lo stesso moltiplicatore lo si applica con le protezioni maggiori.
Al di là dei numeri legati alla protezione solare, la legge prevede l’indicazione in etichetta di quattro macrocategorie, che forniscono indicazioni più semplici sull’efficacia dei prodotti rispetto a una molteplicità di numeri agevolando il confronto tra i diversi “cosmetici” solari:

Stagione, latitudine, altitudine e orario, sono variabili determinanti nella scelta della giusta protezione?
Per scegliere una corretta protezione, occorre prendere in considerazione anche altri fattori come che influenzano la qualità dell’irradiazione. Tra queste la stagione, la latitudine, l’altitudine, l’ora del giorno (le ore migliori per esporsi al sole sono prima delle 11 e dopo le 16), la località geografica.
Per esempio, ci si abbronza di più in una spiaggia dell’isola d’Elba, dove la sabbia ricca di frammenti metallici riflette molto più la luce, rispetto a una giornata passata in riva al Ticino, dove la sabbia è più terrosa e riflette molto meno, oppure in montagna, sulla neve fresca, dove il riflesso è ancora maggiore. Per non parlare delle gite in barca. E senza dimenticare la globalizzazione: le migrazioni hanno infatti profondamente cambiato ogni equilibrio geo-razziale, e non sempre il colore della pelle è adatto alle località in cui si vive.

Cosa succede se non si usa una corretta protezione?
I danni da luce solare causano il 90% di rughe, cambiamenti di pigmentazione e altri segni di invecchiamento, rendendoli una variabile determinante nell’aspetto esteriore della pelle.
Sappiamo tutti che il sole può alterare il nostro aspetto causando bruciature o facendoci abbronzare, ma ora sappiamo anche che ciò che consideravamo un naturale processo di invecchiamento è sostanzialmente il risultato di un’esposizione di lunga durata alla luce del sole. L’esposizione al sole inoltre espone a un maggior rischio di cancro alla pelle con tutte le gravi conseguenze sulla salute che ne possono derivare.

Qual è il ruolo dei doposole?

Dopo aver preso il sole, si dovrebbe sempre utilizzare una formulazione specifica, anche in assenza di scottature. Ciò che serve è un buon prodotto doposole ricco di nutrienti, restitutivi, idratanti, lenitivi, contenente ingredienti in grado di combattere i radicali liberi.
In questo modo ci sono migliori possibilità di invertire gli effetti da esposizione ai raggi UV, permettendo alla pelle di rigenerare se stessa spontaneamente. Per questo motivo nei doposole “speciali” devono essere presenti ingredienti ad azione principalmente idratante, lenitiva, emolliente, restitutiva e antiossidante. Tra gli idratanti, per la sua azione coordinante e stabilizzatrice nei confronti dell’acqua, l’estratto di aloe è estremamente efficace. Oltre a svolgere azione idratante presenta caratteristiche riepitelizzanti, è lenitivo ed emolliente, e risulta quindi ottimale sia nel trattamento delle scottature solari che dopo ogni esposizione. Efficaci inoltre l’acido ialuronico, naturale e plurifunzionale e la betaina, che svolgono attività idratante.

Possono essere utili gli autoabbronzanti e in che misura?

Gli autoabbronzanti sono prodotti molto utili alla pelle visto che, mentre ci regalano in un battibaleno un colorito sano e un’aria da vacanza, ci aiutano a risparmiare una quota di raggi UV e di relativi rischi di danni da ossidazione (come rughe e macchie solari).
Pratici da usare, veloci da stendere, piacevolissimi per le loro morbide textures e le fragranze seducenti, i nuovi autoabbronzanti conquistano molti, donne ma anche uomini, scettici e habitué.

Quali le formulazioni consigliate di autoabbronzanti?
Le formule spesso si propongono in più versioni, specifiche per pelli chiare e scure: un plus che contribuisce a scongiurare il rischio di un colore innaturale, troppo intenso e “aranciato” che, oltre a essere ormai “out”, marca eccessivamente i tratti ed evidenzia rughe e altre imperfezioni, come i punti neri.
Attenzione: l’autoabbronzante non fornisce alcuna protezione dai raggi solari, a meno che non contenga espressamente anche filtri UV. Durante l’esposizione al sole, pertanto, è necessario usare un solare protettivo adeguato al proprio fototipo.