Le Assaggiatrici di Rosella Pastorino è un romanzo che, attraverso una scrittura raffinata e coinvolgente, affronta temi profondi come la memoria, la sofferenza e la resilienza durante uno dei periodi più bui della storia: la Seconda Guerra Mondiale.
Il libro racconta la storia di una giovane donna, che viene costretta a diventare assaggiatrice di cibo per il regime nazista. Il suo compito è quello di assaporare ogni piatto destinato ai gerarchi, per evitare che venga avvelenato. Un ruolo umiliante e pericoloso, ma che, paradossalmente, la mette anche in una posizione di potere e di conoscenza.
Il romanzo non si limita a raccontare il tragico contesto storico, ma esplora anche la psicologia della protagonista, la sua lotta per mantenere la propria umanità, la ricerca di senso e di speranza anche nei momenti più bui. La Pastorino è abile nel descrivere le contraddizioni e i dilemmi morali che emergono in tempi di guerra, dove le scelte non sono mai semplici e il confine tra il bene e il male è sempre sfumato.
Un aspetto particolarmente interessante del libro è l’uso del cibo come simbolo: non solo come strumento di sopravvivenza, ma anche come veicolo di memorie, relazioni e traumi. Ogni piatto assaporato dalla protagonista diventa un atto di resistenza e un modo per conservare la propria dignità, ma al contempo è anche un doloroso promemoria del male che imperversa nel mondo.
La scrittura di Pastorino è delicata e potente, capace di trasmettere emozioni complesse con una lingua semplice ma intensa. La sua capacità di creare un’atmosfera tesa e opprimente, pur senza indulgere nella violenza esplicita, rende il libro un’esperienza emozionante e riflessiva.
Le Assaggiatrici è un libro che lascia il segno. Una lettura che non solo parla della guerra, ma anche dell’individuo e della sua capacità di affrontare l’orrore senza perdere la propria umanità. Una storia di coraggio, sopravvivenza e memoria, che offre uno spunto di riflessione profondo sul passato e sul presente.