Caldo record? Nelle città non si piantano alberi e si usano materiali che fanno l’effetto-termosifone.
L’Italia si trova ad affrontare ondate di calore sempre più intense e prolungate, una realtà che mette in evidenza le profonde lacune nella pianificazione urbana e nella gestione del territorio.
Il grido d’allarme è unanime: le nostre città stanno diventando vere e proprie “isole di calore”, intrappolate in un circolo vizioso alimentato dalla scarsa presenza di vegetazione e dall’impiego massiccio di materiali che amplificano l’effetto termico.
Il problema, sottolineano esperti e associazioni ambientaliste, risiede in una mancanza cronica di politiche volte alla piantumazione di alberi e alla creazione di spazi verdi all’interno dei contesti urbani. Gli alberi, con la loro capacità di ombreggiare e di rilasciare umidità attraverso la traspirazione, rappresentano un alleato fondamentale nella mitigazione delle temperature.
La loro assenza, o la loro insufficiente presenza, contribuisce a innalzare sensibilmente la colonnina di mercurio, soprattutto nelle ore più calde della giornata.
A peggiorare la situazione è l’ampio utilizzo di materiali edilizi che assorbono e trattengono il calore, trasformando edifici e infrastrutture in veri e propri “termosifoni” urbani.
Asfalto, cemento e superfici scure accumulano energia solare durante il giorno e la rilasciano lentamente durante la notte, impedendo il naturale raffreddamento dell’ambiente e mantenendo le temperature elevate anche dopo il tramonto.
Ciò che rende la situazione ancora più critica è l’ignoranza o l’elusione delle normative esistenti.
Esistono leggi e regolamenti che promuovono la sostenibilità ambientale e l’adozione di criteri edilizi volti alla mitigazione degli impatti climatici. Tuttavia, troppo spesso queste direttive rimangono lettera morta, vittime di una pianificazione urbana miope e di interessi che non sempre coincidono con il benessere dei cittadini e la resilienza ambientale.
Per invertire la rotta è necessario un cambio di paradigma radicale. Le città del futuro dovranno essere “verdi” e “blu”, ricche di parchi, giardini, alberi e specchi d’acqua che possano contribuire a regolare il microclima urbano.
Sarà fondamentale promuovere l’utilizzo di materiali più sostenibili e riflettenti, oltre a incentivare soluzioni architettoniche che favoriscano la ventilazione naturale e la riduzione del fabbisogno energetico. Solo così potremo affrontare in modo efficace le sfide poste dai cambiamenti climatici e garantire un futuro più vivibile nelle nostre aree urbane.
