La portavoce del governo Netanyahu: “Saranno liberati 20 ostaggi, i prigionieri palestinesi solo dopo il loro arrivo in Israele”.
Israele si prepara a ricevere tutti i 20 ostaggi ancora vivi detenuti da Hamas. Secondo quanto dichiarato dalla portavoce del governo israeliano, Shosh Bedrosian, la consegna avverrà domani mattina presto sotto la supervisione della Croce Rossa Internazionale.
“Ci aspettiamo che tutti i nostri ostaggi vengano consegnati entro poche ore”, ha dichiarato Bedrosian durante una conferenza stampa a Tel Aviv. Ha aggiunto che il rilascio segna “un momento di grande attesa e speranza per il Paese”.
Una volta consegnati, gli ostaggi saranno trasferiti attraverso il confine e condotti alla base militare di Re’im. Qui riceveranno le prime cure e verranno accolti dalle autorità israeliane.
Rilascio vincolato all’arrivo degli ostaggi
Bedrosian ha chiarito che il rilascio dei prigionieri palestinesi avverrà solo dopo che gli ostaggi avranno varcato il confine israeliano.
“L’accordo è chiaro – ha spiegato –: prima gli ostaggi, poi i detenuti palestinesi”.
L’intesa tra Israele e Hamas, raggiunta nelle ultime ore, prevede la liberazione di migliaia di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. Questo avviene come parte di un più ampio scambio umanitario.
La portavoce ha ricordato che “Hamas avrebbe potuto liberare gli ostaggi due anni fa”. Ha sottolineato come il governo israeliano stia agendo con “massima prudenza e rispetto delle procedure di sicurezza”.
Preparativi e operazioni di sicurezza
Secondo fonti militari, Israele ha predisposto una complessa operazione di sicurezza per il rientro degli ostaggi. Saranno accompagnati in convogli protetti fino alle strutture mediche designate. Nel frattempo, i corpi degli ostaggi deceduti saranno trasferiti in bare avvolte nella bandiera israeliana. Saranno portati presso un istituto forense per l’identificazione.
La giornata di domani, afferma la portavoce, “potrebbe segnare un punto di svolta” nel lungo conflitto tra Israele e Hamas. Potrebbe aprire spiragli di dialogo sotto la pressione diplomatica internazionale.
