Giorgia Meloni: “L’Italia pronta a guidare la stabilizzazione. Con l’accordo, lo Stato di Palestina è più vicino”



L’ Italia si è dichiarata pronta a giocare un ruolo di primo piano nella fase di stabilizzazione successiva all’accordo di pace tra Israele e Hamas, firmato a Sharm el-Sheikh sotto l’egida delle Nazioni Unite e con la mediazione del presidente statunitense Donald Trump.



Meloni ha ribadito l’impegno italiano nel sostenere la sicurezza e la ricostruzione nella Striscia di Gaza, sottolineando che “i nostri carabinieri già da anni formano la polizia palestinese” e che Roma è coinvolta nella missione UE a Rafah. In attesa di una possibile forza multinazionale di stabilizzazione sotto mandato ONU, l’Italia si candida a essere tra i protagonisti, forte della sua reputazione diplomatica nella regione e della capacità di dialogare con tutte le parti coinvolte.

“È il momento del lavoro, non della visibilità,” ha dichiarato Meloni, aggiungendo che il governo sta preparando un documento operativo con le azioni concrete che l’Italia può intraprendere sul piano umanitario, sanitario e infrastrutturale.

Al centro del dibattito internazionale, il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Italia appare ora più concreto. “Se viene attuato il piano, certo che è più vicino,” ha affermato Meloni, facendo riferimento al progetto dei due Stati come fondamento per una pace duratura. La premier ha sottolineato che il riconoscimento avverrà “quando ci saranno le condizioni poste anche dal Parlamento,” ma ha lasciato intendere che il processo è ormai avviato.

L’accordo di pace, firmato dopo due anni di intensi scontri e crisi regionali, rappresenta una svolta diplomatica senza precedenti. La cerimonia di Sharm el-Sheikh ha visto la partecipazione di oltre venti leader internazionali, con Trump che ha definito il momento “la fine di tremila anni di conflitti”. Meloni ha espresso gratitudine per il lavoro dei mediatori e ha rivendicato il ruolo dell’Italia come “nazione rispettata e benvoluta nella regione.”

L’Italia si prepara ora a contribuire alla fase due del piano: la stabilizzazione, la ricostruzione e il rafforzamento delle istituzioni palestinesi. Il governo italiano ha chiesto anche all’opposizione di collaborare in modo responsabile, riconoscendo la portata storica dell’accordo e la necessità di un impegno condiviso.

Con l’Onu pronta a definire i contorni della missione internazionale, l’Italia si presenta come partner affidabile e attivo, convinta che la pace in Medio Oriente sia possibile solo attraverso pragmatismo, cooperazione e visione strategica.