Un nuovo episodio ha riacceso la controversia sul tema dell’apologia del fascismo all’interno della politica italiana, mettendo in forte imbarazzo Fratelli d’Italia, il partito della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
La diffusione di video che mostrerebbero cori e saluti fascisti intonati da alcuni militanti o simpatizzanti all’interno di una sede locale di Fratelli d’Italia (FdI) ha scatenato immediate e dure reazioni da parte delle opposizioni.
L’affondo di Elly Schlein: “Meloni tacerà anche stavolta?”
La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, è stata tra le prime a condannare fermamente l’accaduto, rivolgendo un’accusa diretta alla Presidente Meloni e al suo partito. 
La sua dichiarazione, “Meloni tacerà anche stavolta?”, sottolinea l’attesa di una presa di distanza netta e inequivocabile, richiamando precedenti episodi in cui la premier era stata criticata per un presunto silenzio o per risposte ritenute insufficienti di fronte a manifestazioni di nostalgia fascista da parte di membri del suo schieramento.
L’interrogativo di Schlein non è solo una richiesta di condanna formale, ma mira a sollevare una questione politica più ampia sulla coerenza e i valori di FdI rispetto ai principi antifascisti fondanti della Repubblica.
La segretaria del PD chiede azioni concrete, come l’allontanamento immediato dei responsabili dal partito, per dimostrare la reale rottura con ogni forma di estremismo di destra.
A dare manforte alla condanna e a marcare una netta distanza ideologica è intervenuto anche il sindaco Guerra (il riferimento esatto alla città non è specificato nelle fonti, ma il suo intervento è chiaramente volto a stigmatizzare l’accaduto).
 Il primo cittadino ha dichiarato che i valori della sua amministrazione e della sua comunità sono “alternativi e contrapposti” a quelli manifestati con i cori fascisti.
Questa presa di posizione di un amministratore locale di primo piano evidenzia come l’episodio non sia percepito solo come una questione interna a FdI, ma come un’offesa ai valori democratici condivisi a livello istituzionale.
La dichiarazione di Guerra serve a ribadire l’impegno delle istituzioni locali a tutela dei principi di libertà e democrazia, in contrasto con le ideologie autoritarie.
La vicenda si inserisce in un dibattito politico che è tornato ciclicamente al centro della scena dall’insediamento del governo a guida FdI. Le opposizioni accusano regolarmente il partito e la sua leader di non prendere le distanze in modo definitivo dal retaggio del Movimento Sociale Italiano (MSI), da cui FdI trae origine politica. 
Ogni manifestazione o richiamo all’ideologia fascista da parte di militanti o dirigenti FdI viene immediatamente sfruttato per rimettere in discussione la piena adesione del partito ai valori costituzionali.
L’attenzione ora si concentra sulla reazione che verrà da parte di Fratelli d’Italia e, soprattutto, di Giorgia Meloni. 
L’efficacia della sua risposta, o il suo eventuale silenzio, determinerà la prossima fase della polemica, influenzando la percezione pubblica sulla gestione interna del partito e sul suo posizionamento ideologico. Definitivamente.
 

 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
