Migranti: Piantedosi, ‘con nuovi regolamenti Ue verifiche in 28 giorni’

“I paesi democratici sono tenuti a dare ospitalità a chi scappa da guerre e da situazioni di persecuzione dei loro paesi. Ma nello stesso tempo sono tenuti pure a controllare i propri confini. L’evoluzione dell’incrocio di questi due esigenze negli anni ha fatto sì che il controllo dei confini diventasse recessivo, secondario. Va data prima accoglienza e poi con procedure complicatissime va verificato se la persona ha diritto a rimanere o no.

La svolta è questa: noi paesi di primo ingresso, Italia e Grecia soprattutto, con questi regolamenti ci candidiamo realisticamente a fare in 28 giorni, un mese, quello che oggi statisticamente avviene dopo anni”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sabato nel corso del suo intervento ad Atreju.

“Ringrazio il commissario europeo Brunner perché dal momento dell’assunzione del suo incarico c’è stato un cambio di passo in Europa”, ha detto. “La fortuna dell’Italia è stata quella di avere una sponda nella Commissione europea in Brunner su questi temi – ha aggiunto. Sin dal suo insediamento ci siamo subito intesi sui filoni da condividere nelle politiche europee di contrasto all’immigrazione irregolare. Uno dei primi obiettivi che ha indicato e’ stato di arrivare in qualche modo alla definizione di un quadro regolatorio e quindi all’approvazione di questi regolamenti. Questi sono venuti a compimento la scorsa settimana”.

“Non assisteremo presumibilmente, almeno non dovremmo più assistere, in maniera del tutto impunita a sentenze fantasiose, che in qualche modo riconosceranno l’esigenza di proteggere le persone. Anche magari per il fatto che queste dichiarano all’ingresso di essere preoccupate che il papà le ha sgridate. Sto raccontando cose reali, e quindi hanno paura di ritornare indietro per non incorrere nei propri genitori”, ha detto. “L’Albania, per esempio, che è stato uno dei modelli che noi abbiamo proposto in anteprima, si avvantaggerà di questi regolamenti. Qualcuno si compiace del presunto fallimento del modello Albania. Ma noi abbiamo avuto delle persone che sono state liberate per decisioni giudiziarie. Queste decisioni hanno valorizzato le dichiarazioni di alcuni migranti trattenuti, portati lì dopo che avevano commesso reati anche molto gravi. Essi sono stati riconosciuti come soggetti vulnerabili perché dicevano che soffrivano di insonnia”, ha detto.

“Lampedusa era la fotografia dell’ipocrisia che circolava sul tema dell’immigrazione. Un certo culturame immigrazionista era per le porte aperte a chiunque indiscriminatamente, ma poi dal molo in poi non era più un problema di nessuno. Quindi i migranti venivano abbandonati a se stessi. Noi siamo ripartiti dall’accoglienza a Lampedusa”, ha detto.