La Dea
Quando lo scorso gennaio, dopo una divergenza col tecnico Gasperini, il Papu Gomez fu ceduto al Siviglia, non vi furono clamori. L’Atalanta rinunciava a uno dei calciatori più significativi della propria storia, un giocatore forte, ma fu chiaro ai tifosi e agli addetti ai lavori, al pubblico del mondo pallone, che il progetto non sarebbe arretrato. Il giocattolo perfetto costruito da mister Gasperini in cinque anni di meticoloso lavoro, avrebbe continuato a funzionare. E infatti l’Atalanta concluse un altro campionato con posizionamento Champions. Mentre alcune società avvezze al vertice della classifica, nell’ultima estate, si sono trovate a ricostruire partendo proprio dalla gestione tecnica, i bergamaschi sornioni hanno continuato dalle basi dell’ultima soddisfacente stagione. Ed eccoli lì dunque, nei pressi del giro di boa della stagione 2021-2022 a guardare la vetta da breve distanza. Quel furbone del mister mischia le carte e nasconde gli obiettivi, ma la candidatura per la vittoria finale è accreditata nella testa dei calciofili. Il quattro a zero rifilato al Venezia nell’anticipo dell’ultima giornata di Serie A è utile a darsi conferme, i nerazzurri lombardi (meno celebri) sono forti, si muovono seguendo schemi ripetuti a volontà, precisi, impeccabili. Tutti i giocatori sono utili alla causa, ma come si fa a non offrire un riflettore a tale Mario Pasalic? Il croato nell’ultima partita ne ha segnati tre. Potremmo definirlo il re degli inserimenti, ma scongiuriamo l’utilizzo di termini impropri, dopotutto dove stiamo noi spettatori, il pallone è popolare. Diciamo quindi che questo Pasalic è davvero bravo a infilarsi nelle difese piazzate mentre i poveri difensori avversari, posizionati, cercano il pericolo negli attaccati Muriel e Zapatone. Sabato sera, se non avete in programma impegni avvincenti, e se la pelota vi aggrada, non perdete Napoli-Atalanta. Il Napoli, dunque Possiamo dirlo o passiamo per complottisti? I nostri arbitri commettono errori talmente evidenti che mentre stai lì, davanti al televisore, ti domandi “Ha sbagliato consapevolmente?” Napoli-Sassuolo: partita per spettatori giochisti, per quelli che preferiscono squadre votate all’attacco piuttosto che plotoni guerrieri che difendono a oltranza. E infatti la partita si è rivelata altamente gradevole, schemi e pregevoli giocate hanno allietato questa schiena, curva su un’iperbole da divano. Ma sul più bello, mentre il Sassuolo attaccava alla ricerca del pari, è successo quello che sovente sdegna noi sportivi (perdonatemi la presunzione). Il Napoletano Rrahmani subisce fallo ma l’arbitro fa proseguire l’azione e subito dopo concede al Sassuolo un calcio di punizione da cui verrà poi il pareggio neroverde. Certe sfumature alla fine del campionato spostano gli scudetti da una città all’altra. Il Messias (in breve) La conosciamo tutti la storia di Messias? Arrivato in Italia per tirare a campare, è stato scoperto già ‘adulto’ sui campetti dove si gioca per divertirsi. Il talento era indiscutibile, e per fortuna qualcuno ebbe occhio per accorgersene. Così, dopo un po’ di gavetta nelle categorie minori, eccolo qui il nostro uomo, indossa la maglia del Milan e segna al Genoa due gol preziosi. Ogni tanto il calcio regala belle storie. Nella stessa partita registriamo la perla di Ibrahimovic. Costui è l’emblema della determinazione, in più la natura lo ha dotato di fisico e classe. Speriamo che continui a giocare ancora per qualche anno. Varie ed eventuali L’Inter vince, due a zero allo Spezia. La successione ad Antonio Conte è stata indolore, Simone Inzaghi è il tecnico giusto, e a Marotta non abbiamo niente da insegnare. Roma sconfitta a Bologna, Mourinho dice un paio di cose all’arbitro, cose loro a quanto pare, visto che il tecnico ritiene di non doverci informare. Forse gli stanno antipatici i giornalisti, o forse Mou è un bravo comunicatore. La Fiorentina vince bene contro la Sampdoria, diamo tempo a Commisso e al mister viola Italiano. La Juventus batte la Salernitana, poche settimane fa sarebbe stato uno scontro salvezza. Posticipo Lazio e Udinese chiudono la quindicesima giornata con una partita ricca di gol, espulsioni, nervosismo e rincorse. Un fallo (presunto) di Zaccagni al limite dell’area porta il calcio di punizione da cui parte l’azione del pareggio udinese (4-4). Per Sarri c’è tanto lavoro da fare. A differenza di Marotta che all’Inter ha sostituito Conte con un tecnico simile tatticamente, Lotito alla Lazio ha provato a rompere col passato, dovrà pazientare.