Frank Vincent Zappa nasce a Baltimora il 21 dicembre 1940 ed è universalmente riconosciuto come uno dei maggiori geni musicali del XX secolo. Compositore, cantante e chitarrista, si occupa di jazz, blues, progressive, classica contemporanea, musique concrète, Rock’n’roll, con continui riferimenti alla musica colta, in particolare alle partiture orchestrali di Stravinsky, Webern, Schoenberg e Varèse, suo idolo, che lo folgora al primo “incontro” – con la copertina di Ionisation – in un negozio di dischi e ne condiziona soprattuto la concezione ritmica. Zappa insegue per anni il sogno di conoscere di persona Edgar Varèse, senza riuscire mai ad incontrarlo (il compositore francese muore quando Frank ha soltanto 25 anni).
Proprio a proposito scrive:
Mi è stato chiesto di scrivere su Edgard Varèse. Non sono affatto qualificato per questo. Ho accettato solo perché mi piace molto la sua musica e se per caso questo articolo spingerà più persone ad ascoltarla ne sarà valsa la pena.
(F. Zappa, articolo per la rivista Stereo, “Edgard Varèse Idol of My Youth”, 1971)
Un talento irriverente e libero
Genio iconoclasta, mente libera e indipendente, sputa fiamme sull’America di Nixon, della guerra in Vietnam, sui falsi moralismi e sulle ipocondrie sessuofobe.
Nel 1986, accusato da alcuni comitati americani di scrivere musica pericolosa, decide di apporre ironicamente sui suoi album l’etichetta “Attenzione: questo album contiene materiale che una società veramente libera non può temere o sopprimere”.
Figlio di expat
Il padre di Zappa è di origini italiane e lavora per il governo. La sua famiglia si sposta molte volte, prima di stabilirsi a Baltimora, città natale del musicista, ma la sua salute cagionevole fa sì che questa si trasferisca nuovamente prima in Florida e poi in California, dove il clima è più favorevole alle condizioni di Frank.
Los Angeles segna profondamente la sua identità musicale giovanile, dove inizia prima come batterista e poi come chitarrista autodidatta a fare musica.
La produzione
Proprio qui forma il suo progetto di gruppo, le Mothers, con Elliott Ingber, chitarrista, Roy Estrada, bassista, Jimmy Carl Black, batterista, Don Preston, tastierista jazz e Bunk Gardner, sassofonista.
Dopo non molto Zappa riesce a ottenere un contratto con la Verve, etichetta jazz della MGM e produce Freak Out! nell’agosto del ’66, primo rivoluzionario album delle Mothers Of Invention – la seconda parte del nome è aggiunta da Tom Wilson, produttore di John Coltrane e Bob Dylan, che ritiene opportuno non generare equivoci doppi sensi sconci-.
Frank Zappa si circonda di personaggi singolari, i Freak appunto, che lo attraggono e ne stimolano la creatività. Già il suo primo album genera scalpore, dividendo il pubblico tra fan e indignati.
Nel 1967 esce Absolutely Free, che secondo molti è tra i migliori lavori dell’autore. Si susseguono una moltitudine di album, ad esempio We’re Only in It for the Money nel ’68, Hot Rats nel 1969, Burnt Weeny Sandwich nel 1970, Just Another Band from L.A e The Grand Wazoo nel 1972, Joe’s Garage nel 1979, Shut Up‘n Play Yer Guitar nel 1981, Jazz from Hell nel 1986, The Yellow Shark nel 1993. Una produzione copiosa: calderoni di sperimentazioni che vanno dalle composizioni più orecchiabili allo sperimentalismo puro, mettendo tutti alla gogna attraverso il suo humor, bastonando la società americana e inscenando geniali cabaret, senza mai perdere fino alla fine il suo stile dissacratorio.
Di Zappa ce ne vorrebbe un altro
Frank ci ha lasciati a 53 anni nel 1993 a causa di un tumore alla prostata, dopo essersi anche candidato come Presidente degli Stati Uniti e ritirato quasi subito a causa della malattia. Domani avrebbe compiuto 81 anni e la mancanza di una figura così eclettica, geniale, impegnata, colta e profetica, si fa decisamente sentire.