Situazione attuale
L’Onu (Organizzazione delle Nazioni Unite ) è vista come riferimento centrale per le politiche e i provvedimenti da adottare in questa situazione di pandemia, in modo quanto meno da creare un protocollo d’azione se non uguale, almeno lineare fra i vari Stati che ne fanno parte. Proprio poco tempo fa l’Onu è stata al centro dell’occhio del ciclone poiché la sua sede di Trieste ha rimandato a casa con un nulla di fatto Stefano Puzzler, leader di Gente come noi FVG (movimento nato per protestare contro il Green Pass) e noto attivista “no Green Pass”. Puzzler voleva consegnare, per far mettere sotto esame, le denunce per i fatti avvenuti nello scalo di Trieste e il foglio di via che ha ricevuto a Roma, ma è tornato a casa sconfitto, senza che le carte venissero protocollate e che lui venisse ascoltato come sperato. Sicuramente l’Onu però è costantemente discussa proprio per la situazione della gestione della pandemia (e non solo), ma finalmente si può dire che ha espresso una presa di posizione ufficiale.
La dichiarazione
In data 8 dicembre, a Ginevra, Michelle Bachelet, Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha comunicato in un videomessaggio che: “In nessuna circostanza dovrebbe essere somministrato con la forza un vaccino alle persone, anche se il rifiuto di una persona di adeguarsi a una politica di obbligo vaccinale può comportare conseguenze legali, come ad esempio multe appropriate. Dove vengono imposte restrizioni, queste devono essere proporzionate e soggette a controlli da parte delle autorità giudiziarie”. Messaggio chiaro e lapidario che esprime il pensiero dell’Onu, espressione resa necessaria proprio in considerazione dei diversi protocolli che ogni Stato ha adottato e sta adottando tutt’ora per affrontare la pandemia e le sue nuove varianti.
Il discorso non si ferma qui
Seguendo la dichiarazione di Michelle Bachelet, tra le varie restrizioni ammissibili possono essere considerate anche limitazioni ad alcuni diritti e libertà personali, fra cui spiccano accesso alle scuole, agli ospedali e ai vari edifici pubblici. Questo però può avvenire solamente se ci sono delle “appropriate procedure di salvaguardia, compreso il diritto di chiedere esenzioni giustificate e di fare appello contro ogni forma di penalizzazione davanti a un’autorità giusta e indipendente”. L’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, inoltre si pronuncia anche riguardo alla vaccinazione obbligatoria in modo più specifico, dichiarando che qualsiasi obbligo vaccinale “dovrebbe essere soggetto a frequenti revisioni ufficiali per assicurarsi che resti necessario, proporzionato e non discriminatorio”. Giustizia e uguaglianza sembrano voler essere le parole chiave per questa situazione; queste dichiarazioni possono essere la base per aprire la strada per provvedimenti attuati basandosi sul confronto e sull’ascolto.