Repentino cambio di direzione nella vicenda che riguarda la permanenza di Novak Djokovic in Australia dove dovrebbe (avrebbe dovuto?) partecipare agli Open.
Il visto del tennista numero uno al mondo è stato annullato, sempre per gli stessi motivi legati alla sua volontà di non vaccinarsi, contrariamente a quanto si immaginava potesse accadere, giacché il nome del tennista compariva ormai nel tabellone della competizione.
Il Ministro dell’Immigrazione del governo australiano, Alex Hawke, ha dichiarato che la decisione sia stata presa “per motivi di salute e ordine pubblico, in quanto era nell’interesse della popolazione farlo”.
Spetterà esprimesi presumibilmente al giudice Anthony Kelly che già precedentemente aveva cancellato l’annullamento del visto. Tuttavia l’espulsione del tennista dal territorio australiano non è a questo punto da escludere.
Chi è Alex Hawke?
Il Ministro dell’Immigrazione australiano è ritenuto in patria una sorta di Salvini nostrano. Un vero paradosso: Hawke è australiano di terza generazione, i suoi nonni lasciarono la Grecia durante la seconda guerra mondiale, e il nonno materno combatté i nazisti a Chortiatis, villaggio situato sulle montagne di Salonicco dove risiedeva la famiglia.
A quest’uomo il premier Scott Morrison ha affidato le sorti di una vicenda clamorosa e, secondo alcuni, la credibilità dell’intera classe dirigente del paese.