Le ragioni del dissenso

Bangkok, Thailand - February 1, 2022 Russia and USA America flag on vintage world map background.

Siamo in guerra, non si torna più indietro, anche verso il dissenso.

Media e politica, ormai anch’essi in guerra da tempo, accusano chiunque dissenta di essere dalla parte sbagliata.

Nell’articolo di sabato scorso su HuffPost Giuliano Cazzola insinuava che i #nonallineati comprendessero implicitamente le ragioni di Putin e si schierassero con lui.

Ovviamente parliamo per noi: niente di più lontano. Non solo non comprendiamo le ragioni di Putin, ma ci schieriamo nettamente contro di lui, sia al livello ideologico che da un punto di vista più sostanziale. Siamo sempre stati contro Putin e la sua plutocrazia, anche quando Salvini e Meloni lo elogiavano. Quello che ci sembra ipocrita è questo improvviso e orwelliano cambio di guardia dei sovranisti: alla 1984, in cui i nemici venivano creati alla bisogna, da un secondo all’altro, anche perché Salvini si dice pronto a combattere contro Putin, ma deve ancora spiegarci del coinvolgimento leghista nell’affare col gigante energetico russo per vendere 3 milioni di tonnellate di petrolio all’Eni del valore di 1,5  miliardi di dollari. Da questa transazione, secondo BuzzFeed, sarebbero entrati 65 milioni di dollari nelle casse della Lega.

Eppure in difficoltà in Europa non c’è solo Salvini, c’è anche la francese Marine Le Pen, l’inglese Nigel Farage e il tedesco Alexander Gauland. Tutti sovranisti e tutti schierati con Putin, finora…

Perché ora sono tutti con la Nato. E noi oltre che contro Putin, come sempre, ci schieriamo anche contro la Nato, come quando nel 1999, come ci ricorda il buon Cazzola bombardava Belgrado e “liberava” il Kosovo. E noi sottolineiamo come questa strategia sia la stessa che sta portando avanti Putin con la “liberazione” di Donetsk e Lugansk. E chiediamo a Cazzola perché il Kosovo sì e le repubbliche di Donetsk e Lugansk no? E ancora, perché l’Iraq sì e il Kurdistan no?

Facciamo notare inoltre che nelle guerre per procura tra USA e URSS c’è la stessa logica che c’è nell’invasione dell’Ucraina: in Corea, in Vietnam e in Afghanistan sono stati prodotti d’anni di cui ancora oggi soffriamo le conseguenze, vedi ISIS e Corea del Nord.

Per tutte queste ragioni noi ci schieriamo col popolo Ucraino, stanco di veder giocare a risiko nel proprio territorio, da ben prima del 2014. E lo facciamo sia contro Putin che contro Biden e contro tutte le precedenti amministrazioni, come ogni buon democratico dovrebbe fare. E auspichiamo che anche oggi stiano dalla parte giusta.

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