La riforma della Costituzione e l’emergenza energetica

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  • Una buona notizia: dal 9 marzo 2022 (oggi per chi legge) la tutela dell’ambiente sarà inclusa tra i princìpi fondanti della nostra carta costituzionale. In questo modo l’Italia si unirà ai 21 Paesi che già hanno questi riferimenti all’ambiente nei loro Statuti. La Repubblica italiana recita l’articolo 9 della Riformata Costituzione “tutela l’ambiente e la biodiversità nell’interesse delle nuove generazioni”. “L’iniziativa economica – chiarisce l’articolo 41 – non può svolgersi in modo da recare danno alla salute ed all’ambiente”. Non c’è che da prendere atto con soddisfazione di questa modifica – la prima dal 1947 – anno della promulgazione della Costituzione. La messa in atto di questi nobili princìpi, però, appare per il momento contraddetta da quel che succede sul fronte dell’approvvigionamento energetico, che ci vede in notevole difficoltà a causa delle politiche miopi degli ultimi trent’anni, le quali ci hanno resi fortemente dipendenti dal gas russo. Ora l’emergenza energetica sembra spingerci verso un maggiore uso delle centrali a carbone ancora attive. Un ritorno al passato che i cittadini guardano con preoccupazione. A Civitavecchia, nella Città metropolitana di Roma, è stato necessario aumentare la produzione e la grande nube nera – della quale gli abitanti speravano di potersi liberare – si espande sempre di più. Lo stesso aumento della produzione è in programma a Monfalcone, nel Goriziano, Venezia e Brindisi. Senza il gas, in buona sostanza, il programma di de-carbonizzazione già avviato viene, speriamo solo temporaneamente, messo nel cassetto. E l’emergenza climatica incalza. Giulia Cortese
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