Rincaro per il cibo: la crisi alimentare colpisce tutta la filiera alimentare italiana
Il rincaro del cibo colpisce tutti i settori, dal +23,3% dell’olio di semi al +6,2% dei gelati. Il bilancio familiare ne risente
La guerra ha portato un aumento notevole delle materie prime che ha portato gli italiani a pagare di più anche per riempire il carrello della spesa, un dato che spaventa ancora di più se si pensa ai 5,6 milioni di italiani che si trovano in condizione di povertà assoluta.
Lo studio della Coldiretti
Questi dati emergono da uno studio della Coldiretti che ha recentemente stilato una black list del rincaro del cibo basata sulle rilevazione Istat sull’inflazione a marzo 2022 con un rincaro di circa il 6,6% complessivo su cibo e bevande.
L’aumento peggiore lo ha visto l’olio di semi, soprattutto quello di girasole che risente del conflitto in Ucraina (uno dei principali produttori) che ha dovuto interrompere le esportazioni.
Al secondo posto troviamo la verdura fresca con un rincaro del 17,8% e chiude il podio con un glorioso terzo posto il burro con il suo 17,4% di aumento.
Rincari a doppia cifra anche per la pasta (+13%) con la corsa agli acquisti nei supermercati per fare scorte, così come per frutti di mare (+10,8%) e farina (+10%). A seguire nella graduatoria degli aumenti, carne di pollo (+8,4%), frutta fresca (+8,1%), pesce fresco (+7,6%), con i gelati (+6,2%) a chiudere la top ten, dalla quale esce invece il pane, pur se in aumento del 5,8%.
Causa dell’aumento
La guerra in Ucraina è sicuramente un motivo, ma anche l’aumento generalizzato delle bollette porta a lievitare i costi della filiera agroalimentare che, altrimenti, non riuscirebbero a sostenere i costi di produzione.
Più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma comunque il 30% delle aziende agricole nazionali si trova omunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione.
Il rincaro ha colpito l’acquisto di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che vanno a pesare sui bilanci delle aziende.
Nelle campagne – continua la Coldiretti – si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio con incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro in media ma con punte oltre 47mila euro per le stalle da latte e picchi fino a 99mila euro per gli allevamenti di polli, secondo lo studio del Crea.
Lista top ten dei cibi che hanno subito l’aumento
Olio di semi (girasole, mais, ecc.) +23,3%
Verdura fresca +17,8%
Burro +17,4%
Pasta +13%
Frutti di mare +10,8%
Farina +10%
Carne di pollo +8,4%
Frutta fresca +8,1%
Pesce fresco +7,6%
Pane +5,8%