‘La Scelta’ di Walter Veltroni

Walter Veltroni ci porta nella Roma del 1943, in una famiglia divisa dalla Storia nel suo nuovo romanzo ‘La scelta’, che è uscito per Rizzoli il 22 marzo e ci racconta di generazioni diverse che, ieri come oggi, devono ricominciare a parlarsi.

Il libro trasporta il lettore nella vita di una famiglia romana durante la settimana del bombardamento alleato del quartiere San Lorenzo e della caduta di Mussolini. La famiglia è quella di Ascenzo de Dominicis, commesso dell’agenzia Stefani, un fascista della prima ora cresciuto con il mito di Mussolini e del proprio capo Morgagni. Nell’afa di luglio gravida di tragedia, la famiglia De Dominicis nel 1943 è lo specchio del Paese.

In una casa di un quartiere popolare, Margherita, quattordici anni, diventa donna e si sente sola. Suo fratello Arnaldo, diciottenne ribelle, è ormai lontano. La madre Maria cerca il cibo per sfamare la famiglia. Il padre Ascenzo, usciere all’agenzia di stampa Stefani, accudisce con devozione personale e politica il fascistissimo presidente Morgagni. Padre e figlio sono nemici. Si vogliono bene, ma rimanendo sempre nemici. Margherita è smarrita, la paura che tracima dal cuore. Intanto arrivano giorni decisivi per il destino dell’Italia: la convinzione che la città eterna, con i suoi simboli, sia intoccabile va in frantumi. È luglio, la città è rovente, ma all’improvviso il cielo si oscura. A San Lorenzo piovono bombe. Mentre il mondo di prima scompare, ogni membro della famiglia De Dominicis deve fare i conti con un presente che scaglia l’uno contro l’altro. In sei giorni Roma è bombardata dagli Alleati e Mussolini cade. La Storia corre veloce e mette tutti con le spalle al muro. È, in ogni casa italiana, il momento della scelta.

Walter Veltroni racconta di generazioni diverse che, ieri come oggi, devono ricominciare a parlarsi. Perché solo quando i figli affrontano i padri e questi ultimi, almeno per un attimo, si ricordano di essere stati figli, è possibile lasciarsi il buio alle spalle, aprire porte e finestre al futuro. Veltroni, regista di documentari e del film C’è tempo (2019) e autore di romanzi e saggi, ha presentato ‘La scelta’ il 22 marzo all’Auditorium Parco della Musica di Roma con Sandro Veronesi, il Card. Matteo Maria Zuppi in un incontro condotto da Monica Maggioni.

L’autore descrive in modo magistrale la mediocrità dell’Italietta fascista: quella di sempre, ma non sempre quella di tutti. Perché c’è un popolo che talvolta si rivela migliore di chi lo comanda e che nel romanzo è rappresentato da una famiglia ben inserita nel sistema, sia pure ai livelli più bassi.

Prima ancora dei suoi personaggi, è proprio Veltroni ad avere compiuto ‘La scelta’ che dà il titolo al libro. Avrebbe potuto raccontare la caduta del Duce dalla prospettiva scontata di un antifascista o di uno di quei voltagabbana che vediamo agitarsi sullo sfondo nelle ultime pagine. Ha deciso, invece, di farci entrare nella casa di un fascista sincero – convinto anche se non fanatico – e di mostrarci, anche lì, l’uomo che sta dietro al fascista. Un uomo che, scena dopo scena, è costretto a prendere atto dello sgretolarsi di tutto ciò in cui ha creduto, a cominciare dal suo ruolo all’interno della famiglia e della società. C’è un passo quasi comico, se non fosse drammatico, in cui l’usciere dell’agenzia Stefani assiste al giubilo di tanti ex fascisti alla notizia della caduta del governo Mussolini. “Io non so che fare: se partecipare fintamente a questa gioia che non condivido, almeno credo, oppure ostentare la mia tristezza, coerente con le mie idee. Non so cosa sia giusto. E allora mi rifugio nel bagno, chiudo la porta e mi siedo sulla tazza. Non piango, ho persino paura di farlo”.

Immergersi nel nuovo romanzo storico di Walter Veltroni, mentre sugli schermi scorrono parole e immagini di guerra, aggiunge all’intensità del racconto un’urgenza personale. Urgenza di capire e di capirsi, perché nelle scelte dei personaggi del libro c’è più che mai anche la nostra.

Giulia Cortese

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