UCRAINA – Il Cremlino insiste: la guerra andrà avanti

Dopo la capitolazione dell’esercito russo, costretto a ritirarsi dall’intera regione di Kharkiv a seguito della controffensiva Ucraina, il Cremlino non concede spiragli alla pace.

“L’operazione speciale è in corso e continuerà fino al raggiungimento degli obiettivi fissati”, ha affermato il portavoce Dmitry Peskov in una conferenza stampa lunedì mattina. “Al momento non vediamo alcuna prospettiva per i negoziati.”

Su quali siano questi obiettivi, Peskov non dà precisazioni. Negli ultimi 6 mesi abbiamo sentito diverse versioni: a febbraio l’”operazione speciale” aveva come obiettivi il Donbas e la “denazificazione” dell’Ucraina, cosa sconfessata dalle mosse sul campo, con l’invasione del nord e l’est del Paese e il tentativo di accerchiamento di Kyiv; ad aprile, dopo aver abbandonato precipitosamente Kyiv lasciando dietro ingenti armamenti, gli obiettivi ufficiali restavano Donbas e “denazificazione” ma sul campo tentavano l’assalto di Odessa e parlavano apertamente di ricongiungimento con la Transnistria; tra maggio e giugno Putin e Medvedev o dichiaravano che l’Ucraina non esisteva e la rivendicavano interamente. 

Quali sono gli obiettivi adesso?

Stando a Medvedev sono quelli di una capitolazione totale dell’Ucraina. Nei giorni scorsi infatti, sul suo canale telegram ha scritto: “Un certo Zelensky ha detto che non avrebbe dialogato con coloro che davano ultimatum. Questi ‘ultimatum’ sono solo il riscaldamento per le condizioni che porremo in futuro, lui le conosce: la totale capitolazione del regime di Kyiv alle condizioni della Russia“. Peskov non ha commentato o smentito le dichiarazioni di Medvedev.

In risposta alle pesanti sconfitte subite sul campo, ieri sera i russi hanno sferrato diversi attacchi missilistici. Degli  11 missili lanciati (del valore di 13 milioni di dollari cadauno) 9 sono stati intercettati, due invece  hanno colpito due centrali elettriche causando danni ingenti alle infrastrutture e un black-out di alcune ore nelle regioni di Kharkiv e Donetsk, Dnipropetrovsk e Sumy. 

Questo non ha fermato le manovre ucraine che dopo aver ripreso il controllo della regione di Kharkiv stanno cercando di spingersi sulla sponda sinistra del Dnipro per penetrare nel Donbas. Inoltre sono stati segnalati assembramenti di truppe ucraine su Ugledar dove tentano di aprire una breccia verso Mariupol.

Intanto, sul fronte di Kherson, dove migliaia di combattenti sono tagliati dai rifornimenti, l’esercito russo è indietreggiato di circa 15Km verso il Dnipro. Secondo dichiarazioni del Cremlino, si tratta di un “arretramento strategico” attuato per ottenere copertura dalle truppe presenti sull’altra sponda e risparmiare munizioni. Per alcuni giorni però hanno circolato voci che fossero in corso trattative tra i due eserciti per l’apertura di un corridoio per un ritiro coordinato dell’esercito russo da Kherson o una resa delle truppe intrappolate sulla riva destra del Dnipro. Mosca non ha commentato a riguardo, ma lunedì pomeriggio la portavoce del Centro Operativo del sud dell’Ucraina,  Nataliya Gumenyuk  ha dichiarato che le truppe sulla riva destra del Dnipro sono pronte ad arrendersi.

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