Ucraina, spari su convoglio umanitario con l’inviato del Papa a Zaporizhia. Don Corrado: «Non sapevo dove fuggire»
Don Corrado Kraiewski, l’elemosiniere del Papa, stavolta ha avuto paura. «Per la prima volta nella mia vita non sapevo dove fuggire… perché non basta correre, bisogna sapere dove». Nel tragitto per tornare a Zaporizhia, dopo avere toccato Odessa e Kharkiv, nel cuore del conflitto tra russi e ucraini, il convoglio umanitario sul quale viaggiava l’inviato del Papa assieme ad altri sacerdoti e vescovi per portare aiuti alle popolazioni in difficoltà, in una delle aree più difficili, è stato raggiunto da una serie di colpi d’arma da fuoco. Tutti indossavano il casco e il giubbotto antiproiettile, conoscevano perfettamente i rischi che correvano e ad un tratto, sentendo la raffica di eplosioni, l’auto si è dovuta arrestare e ognuno ha dovuto cercare il modo di mettersi in salvo, a terra. Momenti certamente drammatici che ha raccontato il cardinale Kraiewski alcune ore dopo a Vatican News, rassicurando così tutti stavano bene e che non era accaduto fortunatamente nulla.
Eravamo in tre e mentre caricavamo sul pulmino viveri insieme a due vescovi, uno cattolico e uno protestante, accompagnato da un soldato, siamo stati raggiunti da colpi di arma da fuoco.
Alla seconda delle tappe previste, ha raccontato Krajewski a Vatican news, è accaduto che il gruppo è stato raggiunto da colpi d’armi da fuoco e il cardinale, insieme agli altri, si è dovuto mettere in salvo: “Per la prima volta nella mia vita non sapevo dove fuggire … perché non basta correre, bisogna sapere dove”.