sabato25 Marzo 2023
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Stellantis: Fim, ‘nuovo governo convochi tavolo e verifichi strategie’

"E' importante che il futuro Governo presidi e verifichi con Stellantis le strategie del gruppo verso le aziende dell’indotto del nostro Paese, per ottenere garanzie specifiche per l’importante filiera della componentistica dell’auto".

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A chiederlo è la Fim in occasione della presentazione dei dati sui nove mesi della produzione in Italia del gruppo che non nasconde la preoccupazione, in particolare “della rete dei fornitori dello stabilimento di Melfi”.

“Il prosieguo del confronto con il Gruppo Stellantis sull’attuazione del piano – prosegue la Fim in una nota – deve ottenere stati di avanzamento concreti e positivi su tutti gli aspetti: dalle allocazioni delle future piattaforme e delle nuove produzioni, al ruolo assegnato all’Italia nei vari ambiti a partire dalla ricerca, al rilancio dei vari marchi italiani, oltre alla possibilità di produrre vetture di altri marchi del gruppo nel nostro Paese”.

L’Obiettivo

Per i metalmeccanici della Cisl “l’obiettivo principale rimane la messa in sicurezza degli stabilimenti, degli enti e dell’occupazione. Saremo indisponibili ad operazioni volte a penalizzare e a ridimensionare ulteriormente il patrimonio industriale e occupazionale di Stellantis Italia, come saremo indisponibili a scelte che peggiorino le condizioni lavorative e di sicurezza dei lavoratori”, sottolinea ancora il sindacato.

“La crisi di Governo ci ha fatto perdere altri 4 mesi di tempo, per poter incidere sulle politiche di rilancio di uno dei settori più strategici della nostra industria. Restano tutte le incognite circa le intenzioni del futuro Governo rispetto al settore, per questo – conclude la Fim – non appena insediato il nuovo esecutivo è necessaria una convocazione immediata del tavolo ministeriale”.

LE PERDITE

“Se nell’arco temporale di quattro anni, 2017-2021, si era perso il 35% della produzione complessiva da 1.035.454 a 673.475, il 45% nelle sole autovetture (da 743.454 a 408.526), con la tendenza di ulteriore riduzione generata nei primi 6 mesi 2022 rischiamo di scendere, su base annua, sotto le 650.000 unità (-37% rispetto 2017) tra auto e commerciali, con una produzione auto appena sopra le 410.000 (circa -40% rispetto 2017)”, prosegue Fim evidenziando che “avremmo una situazione completamente opposta se non ci fossero stati gli stop produttivi per i semiconduttori: stimiamo che nel 2022 si perderanno circa 200.000 vetture rispetto alle potenzialità produttive generate dagli ordini acquisiti”

I RISCHI

“Sui semiconduttori continueremo ad avere delle importanti difficoltà anche nel 2023, se fossimo partiti già nel 2020 in Italia con un piano di insediamento industriale o di rafforzamento della capacità produttiva di semiconduttori, molto probabilmente oggi saremmo già nella fase di completamento. Il Governo deve essere consapevole che senza un piano per la transizione industriale attivabile da subito, il rischio licenziamento e desertificazione industriale diventa certezza”, conclude Fim.

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