La Gran Bretagna sta per allentare le regole bancarie introdotte dopo la crisi finanziaria globale del 2008 nel tentativo di attrarre investimenti e garantire lo status di Londra come principale centro finanziario d’Europa. Il cancelliere dello Scacchiere, Jeremy Hunt, ha detto oggi che i cambiamenti, che sono seguiti all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea nel 2020, renderanno il Regno Unito “uno degli hub di servizi finanziari più aperti, dinamici e competitivi al mondo”. Il pacchetto annunciato contiene oltre 30 modifiche, inclusa l’eliminazione di un tetto sui bonus bancari e l’allentamento dei requisiti patrimoniali per i piccoli istituti di credito. Il governo ha anche affermato che rivedrà i regolamenti che ritengono i banchieri responsabili delle loro decisioni e allenterà le regole di “separazione” dell’investment banking rischioso dalle operazioni al dettaglio. Hunt ha detto che il governo sta usando le “libertà della Brexit” per rendere la Gran Bretagna più competitiva. Una affermazione che non è condivisa da molti economisti, che si dicono convinti che l’uscita del Regno Unito dall’UE ha eretto barriere al commercio e ha portato alcune aziende a spostare uffici e posti di lavoro in altre città europee. In effetti l’anno scorso Amsterdam ha superato Londra come il più grande hub di scambio di azioni in Europa, sebbene a capitale britannica rimanga il più grande centro di servizi finanziari in generale. Secondo il governo conservatore di Rishi Sunak, le modifiche alle regole introdotte creeranno un “quadro normativo più intelligente”. Ma i critici affermano che potrebbero reintrodurre il tipo di rischio che ha portato alla crisi del 2008. Il governo britannico all’epoca fu costretto a spendere miliardi in denaro dei contribuenti per salvare dal collasso alcune banche. L’annuncio di Hunt ha trovato un totale rigetto da parte dell’opposizione liberaldemocratica che, con Sarah Olney, ha affermato che è “completamente stonato che questo governo stia aumentando le tasse per le famiglie che lavorano sodo, tagliando le tasse e aumentando i bonus per le banche”. “I nostri servizi finanziari hanno bisogno di una regolamentazione buona e intelligente, non più promesse di ridurre drasticamente la burocrazia o una corsa al ribasso”, ha affermato Olney.


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