Il Marocco sta scrivendo la storia della Coppa del mondo di calcio e, dopo essere arrivato ai quarti, conquista la semifinale contro ogni pronostico, sconfiggendo per 1 a 0 il Portogallo e mettendo fine alle speranze di Cristiano Ronaldo di potere aggiungere, al suo prestigiosissimo palmares, anche la vittoria del mondiale. Quando l’arbitro Tello ha fischiato la fine della partita, dopo un recupero di dieci minuti, Ronaldo è scoppiato in lacrime come altri suoi compagni che certo non immaginavano questo epilogo di una partita che, per tutti, doveva essere ben più che abbordabile e che invece si è molto complicata. E non solo per l’evidente errore del portiere portoghese Costa che, uscendo male, ha consentito al marocchino En-Nesyri, comunque capace di arrivare ad una altezza incredibile, di andare a rete di testa. Poi è stato solo un lungo assalto verso la porta dell’ottimo Bounou, che non ha concesso nulla, con Bruno Fernandes arrivato ad un passo dal pari, con un tiro al volo, che ha finito la sua traiettoria sulla traversa. Il Portogallo ha attaccato, attaccato e ancora attaccato, ma quando si è trattato di concretizzare è mancato della necessaria concretezza. Alla fine l’allenatore lusitano ha messo in campo tutti gli attaccanti disponibili, ma senza esito. L’ingresso della stesso Ronaldo è servito pochissimo, con CR7 a muoversi solo per vie orizzontali e arrivando (quasi) al tiro solo in un’occasione. Il Marocco diventa quindi la prima squadra africana ad arrivare ad una semifinale della Coppa del mondo, ma anche la prima formazione di un Paese arabo, grazie non solo alla forza fisica e mentale dei suoi giocatori (capaci di resistere per lunghissimi minuti senza potere uscire dalla propria area agli attacchi dei portoghesi), ma anche una grande capacità di stare tatticamente bene in campo, anche quando è stato espulso, per doppia ammonizione, Cheddira, che milita nel Bari. Merito questo soprattutto dell’allenatore, Walid Regragui, arrivato in Qatar da perfetto sconosciuto e oggi sugli scudi per sapienza tecnica e coraggio.


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