Rizzi, ‘così si violano i tre principi fondamentali di universalità, uguaglianza ed equità di accesso’
“Per quanto riguarda il supporto psicologico, i dati in Italia (fonte Cnop, Consiglio nazionale Ordini psicologi, 2022) dicono che l’80% dei bambini e degli adolescenti non ha accesso al servizio sanitario pubblico: significa che devono necessariamente pagare le terapie. Nella città di Milano, per esempio, per la neuropsichiatria infantile ci sono liste d’attesa che vanno dai 2 ai 3 anni. Dal punto di vista della salute mentale, il sistema sanitario nazionale attualmente viola i tre principi fondamentali di universalità, uguaglianza ed equità di accesso”, denuncia Damiano Rizzi, psicologo e presidente della Fondazione Soleterre.
“E’ un sistema dove solo per un criterio di censo e non di diritto si accede al supporto psicologico pubblico, poiché una seduta media costa circa 80 euro e nei Distretti di Salute mentale solo il 6% del personale è costituito da psicologi. Molte persone, infatti, anche a causa dell’attuale inflazione, smettono di fare terapia perché non possono permettersela”, ha sottolineato Rizzi in occasione della lezione aperta ‘Tra destino e salvezza. Dialogo con Daniele Mencarelli’, che si è svolta ieri all’Università Cattolica di Milano con interventi di Rizzi, del poeta e scrittore Daniele Mencarelli, di Camillo Regalia, direttore del Centro di ateneo Studi e ricerche sulla famiglia, e di Emanuela Confalonieri, professore ordinario di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione.
“Prendersi cura delle persone significa in primis prendersi cura di chi non ha nulla: così si creano i diritti umani”, rimarca Soleterre. Durante la lezione aperta – riporta l’onlus in una nota – il tema dell’accesso al supporto psicologico è stato ripreso anche da Mencarelli che nel suo ultimo libro ‘Fame d’aria’ (Mondadori) parla dello spettro dell’autismo infantile: “A tutti quelli che parlano di certe malattie dei propri figli, mi piacerebbe chiedergli quanto guadagnano al mese, quante persone li aiutano, quanto tempo passano veramente con i figli. La verità è che esistono ancora i ricchi e i morti di fame, e se sei un morto di fame e ti ritrovi a combattere non ti aiuta nessuno, non interessi a nessuno”. L’autore ha infine spostato il tema sulle relazioni famigliari: “E’ preoccupante l’apatia dei ragazzi che, per non fare male ai loro genitori, rimangono in silenzio. Ma credo debbano invece reclamare il diritto di essere inquieti, perché posticipare le crisi esistenziali tipiche dell’adolescenza significa viverle da adulti e trovarsi in grandissima difficoltà”.