Il sogno come motore dell’esistenza. Intervista a Paola Servente

I sogni sono in grado di colorare la nostra vita perché attingono linfa vitale dai nostri desideri più veri e consentono di animarci di speranza.

Sognare è un vero e proprio toccasana nei periodi più bui e quando ci sentiamo bloccati, destabilizzati o giù di morale. La testimonianza della loro importanza la si può rintracciare leggendo “Cercasi amore a lieto fine”, il romanzo della speaker radiofonica Paola Servente edito da Newton Compton.

Protagonisti di questa commedia romantica, in compagnia della quale potrete vivere delle ore spensierate e allegre sono Sara, fondatrice della DreaMaker, un’agenzia milanese che aiuta a realizzare i sogni e Michael, frontman dei 611 che sta vivendo il famigerato “blocco creativo”. Due personaggi all’apparenza diversi ma che si scopriranno molto affini e di cui non potranno fare a meno l’uno dell’altra.

“Cercasi amore a lieto fine” è un libro che parla di sogni ed è indirizzato a tutti coloro che non hanno masi smesso di sognare nonostante le avversità della vita e le traversie quotidiane che spesso rubano linfa vitale. Un romanzo in cui il mondo dei sogni si intreccia con quello della musica scritto ad arte.

Dell’importanza di sognare, di blocchi creativi e di musica conversiamo in questa intervista con l’autrice Paola Servente.

Partiamo dall’origine, com’è nata l’idea di scrivere questo romanzo in cui il mondo dei sogni e la musica si intrecciano?

 A differenza di come ho lavorato per altri romanzi, per Cercasi amore a lieto fine ho iniziato la stesura senza alcuna idea. Pagina bianca. Niente sinossi. Zero idee.  Ho semplicemente iniziato a scrivere e la storia è venuta a galla a poco a poco.  Prima Sara con la sua agenzia “realizza sogni”, poi Michael, frontman di una band famosissima, i 611. Creare il mondo di entrambi, inventando sogni da realizzare per Sara e un intero album dei 611, con titoli e a volte testo e significati delle canzoni, incrociando le vicende di entrambi, è stato un percorso emozionante e spesso divertente. Mi sono sorpresa diverse volte a ridere da sola, stupendomi io stessa della strada che stava prendendo la storia. 

 Che ruolo ha il sogno nella nostra esistenza?

In qualche modo il sogno è il motore delle nostre esistenze. La sensazione, però, è che spesso i sogni siano confusi con i capricci. Realizzare un capriccio ci può rendere forse contenti, i sogni danno qualcosa di più. Vogliamo chiamarla felicità?

In Cercasi amore a lieto fine scrivi: “Il bello dei sogni è che spetta a chi li possiede darsi da fare per realizzarli. Tu cosa ne pensi al riguardo?

L’ho scritto come parere di uno dei personaggi, ma io la penso diversamente: la grande fortuna è avere dei sogni. Se poi per realizzarli serve l’aiuto di qualcuno, poco importa. L’importante è avere qualcosa in cui sperare, credere, per cui lottare, da soli o con qualcuno al nostro fianco che fa il tifo per noi. 

Il lieto fine così tanto agognato da Michael, uno dei protagonisti del tuo romanzo, secondo te è utopia o può essere realtà concreta?

 Non può esistere se per lieto fine intendiamo “e vissero per sempre felici e contenti”. Il percorso di ciascuno di noi va ad onde ed è chiaro che anche il dolore fa parte del pacchetto vita, ma ogni sogno può avere il suo vero e potente lieto fine, che ci aiuta a navigare in quelle onde, ad affrontarle, mentre un nuovo sogno si affaccia all’orizzonte.

Michael, frontman dei 611 ha il cosiddetto “blocco creativo”. A te è mai successo di viverlo nella tua carriera di scrittrice? Se sì come hai fatto a superarlo?

Sì, ho avuto contemporaneamente un blocco sia come scrittrice che come lettrice, durato diversi mesi. Non mi convincevano le idee per un nuovo romanzo e non riuscivo a concentrarmi su nessun tipo di lettura. Provavo a leggere e mi annoiavo dopo poco.  Ho sbloccato la scrittura forzandomi un po’, obbligandomi ad accendere il PC, cosa che non facevo da settimane. E per magia l’estate scorsa ho iniziato a scrivere proprio questa storia. Forse sono guarita dal mio blocco spostandolo su Michael, chissà! Per la lettura mi ci è voluto qualche settimana di più ma sono tornata a essere una lettrice piuttosto accanita!

 C’è un personaggio di “Cercasi amore a lieto fine” a cui sei legata particolarmente e perché?

Il mitico giudice Lertora è in assoluto il mio preferito! Simpatico, arguto, empatico, mi sono affezionata a questo personaggio fin da subito. Senza di lui, regista della vicenda, Michael e Sara si sarebbero fermati a una conoscenza vuota, superficiale. Grazie a Lertora e alla sua sentenza, il loro rapporto diventerà invece più profondo. 

  “Rubando un sogno”, la canzone scritta da Michael che segna la fine del suo blocco creativo è diventata davvero una canzone grazie a Fabio Mazza che ne ha composto la musica e l’ha interpretata. Com’è nata questa collaborazione creativa?

 Io e Fabio ci conosciamo da anni. Sono una conduttrice radiofonica e lui è uno psicologo che collabora con me negli spazi del mio programma dedicati alle emozioni e, in generale, alla psicologia. Col tempo siamo diventati amici. Quando ha saputo del mio testo, mi ha proposto di musicarlo e così è stato. Non lo ringrazierò mai abbastanza perché, tanto per rimanere in tema, ha realizzato un mio sogno.

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